Gentile Informazione Corretta,
in seguito alla diffusione, sul sito di Peacereporter, della lettera a Saviano di cui riporto il link (http://it.peacereporter.net/articolo/24657/Invito+in+Palestina+-+Lettera+a+Roberto+Saviano) ho inviato, al suddetto sito, la mail di cui segue il testo.
Distinti saluti
Daniele Coppin
La lettera a Saviano di un'attivista che, evidentemente, si ritiene pacifista, riporta alcuni punti di vista che vale la pena sottolineare. In primo luogo, appare evidente, per chiha scritto la lettera, che Israele non abbia diritto ad esistere, e questo la dice lunga sul "pacifismo" dell'autrice.
Israele è l'unico Stato nato per decisione dell'ONU che, con la risoluzione 181 del 1947 stabiliva la spartizione di quella parte di Palestina sotto mandato britannico (il resto era andato a formare, per volere dell'Inghilterra e facendo seguito all'accordo Sykes - Piqot, il Regno di Transgiordania) in territori arabi ed ebrei. Gli Stati arabi (non gli abitanti arabi della Palestina) rifiutarono quella decisione e finirono con l'occupare le aree che, secondo la risoluzione dell'ONU, avrebbero dovuto costituire uno Stato arabo di Palestina.
I numeri: la lettera parla di 7 milioni di profughi. Su quali basi. Quelle dell'UNRWA, forse? L'UNRWA, agenzia dell'ONU "dedicata" ai profughi palestinesi, percepisce quattro volte le somme percepite dall'UNHCR, agenzia ONU per "tutti gli altri" profughi del mondo. L'UNRWA dà lavoro prevalentmente a Palestinesi, molti dei quali, a loro volta, legati ad Hamas e Fatah: quale verità diffonde l'UNRWA. Il criterio seguito dall'UNRWA per indicare il numero dei profughi non è quello, normalemente accettato, di considerare profugo chi è costretto ad abbandonare un territorio, bensì quello di considerare profugo anche chi nasce, in un nuovo Stato, da genitori profughi. Ecco perchè, mentre i profughi di altre parti del mondo diminuiscono, quelli palestinesi sono gli unici ad aumentare. A questo punto, in base a tale principio, consideriamo profughi tutti gli Ebrei discendenti da quelli che, nel 135 d.C., furono cacciati dalla provincia della Giudea ad opera dell'Imperatore Adriano, che provvide anche a cambiare il nome della provincia in Phylistina.
Le storie personali: fare notizia raccontando vicende personali suscita, di certo, emozioni, ma non è ciò che si definisce "fare informazione", anche perchè si potrebbero raccontare storie altrettanto commoventi con protagonisti israeliani invece che palestinesi.
Occupanti e oppressi. Quale occupazione nel 1948? In un territorio poco più esteso della Toscana o della Sardegna, agli inizi del '900 viveva, sì e no, mezzo milione di persone (un quinto della popolazione di Roma, tanto per dare un idea della questione), concentrate dove le con dizioni ambientali lo consentivano: nei territori definiti Cisgiordania (che saranno occupati dalla Legione Araba nel corso della guerra del 1948-49), lungo la costa (Striscia di Gaza, Jaffa e Haifa) e in Galilea. Il deserto del Negev (circa il 40 % del territorio divenuto Sttao di Israele) era, per l'appunto, un deserto. La zona compresa tra le colline della Cisgiordania (geograficamente e storicamente, Giudea e Samaria) e la costa, erano disabitate perchè paludose. Così come non semplici da abitare erano le zone presso il Lago di Tiberiade, nel Nord Ovest della Galilea. In queste aree si insediarono gli Ebrei e qui doveva nascere Israele, così come sono nati tanti (probabilmente, tutti, gli Stati del mondo).
Il fatto che abbiate deciso di dare spazio ad una lettera in cui si nega molto chiaramente il diritto all'esistenza dello Stato di Israele, dimostra quale sia il vostro reale atteggiamento che di "pacifico" ha molto poco ed evidenzia la necessità di interventi come quello del coraggioso ed obiettivo Roberto Saviano, teso a combattere la disinformazione che è, da sempre, l'arma dei delinquenti, sia che si tratti di camorristi sia che si tratti di terroristi.
Quanto a voi, più che Peacereporter, sarebbe più appropriato Hatereporter.
Daniele Coppin