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Ugo Volli
Cartoline
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Come premiare un eroe della libertà di pensiero 10/10/2010

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

"Come premiare un eroe della libertà di pensiero"



Cari amici, non solo la grande storia, ma anche le cronache minute si ripetono con noiosa prevedibilità. Alcuni anni fa si diffuse nell'accademia italiana la notizia che un Tale, docente in una università minore del Centrosud, aveva organizzato un master in cui si usava spiegare che Hitler era tipo inoffensivo e non voleva affatto far troppo male agli ebrei ad Auschwitz e dintorni, anzi usava il gas per eliminare gli insetti dai loro vestiti (sapete, questi ebrei puzzano e non sono troppo puliti...), che la Shoà era un'invenzione, anzi un complotto per avvantaggiare ingiustamente lo stato di Israele, oltre che un'industria mediatica molto conveniente per gli ebrei, che il vero genocidio era quello dei palestinese: cose così, innocenti e benissimo motivate. Questo Signore, a quanto pareva, era molto ben introdotto, aveva un sacco di rapporti oltre che con altri brillanti storici come lui, tipo Faurisson e Irving, e con le ambasciate di molti paesi islamici, Iran in testa, anche con vecchi politici democristiani di peso e coinvolgeva facilmente nelle sue iniziative giornalisti esperti di Medio Oriente, naturalmente della serie politicamente corretta che spopola nella stampa italiana. Con alcuni amici allora promuovemmo un appello per fermare un suo master: un gesto di intolleranza e di rifiuto della libertà di pensiero e di insegnamento di cui c'è poco da menar vanto. Ma, che volete, ognuno ha le sue pecche. Ci riuscimmo anche grazie all'intervento del Ministro dell'università del tempo, Fabio Mussi.

In cambio un anno fa dei vigili urbani della città dove insegno ebbero la cortesia di far visita al mio preside di facoltà, per chiedergli di farmi sapere che erano incaricati di recapitarmi un avviso di reato. Le modalità di questa comunicazione fanno parte dello straordinario garantismo che regna in questo paese:  perché avrebbero dovuto convocarmi per lettera invece di andarlo a dire dove lavoro, magari poteva essere un reato che avrei fatto più fatica a spiegare... il sospetto è già una colpa e la gogna durante l'inchiesta fa parte della punizione preventiva rispetto alla sentenza e in molti casi quando l'indagato è assolto la sostituisce... ma questo è un altro discorso. Avvertito, andai a ricevere l'avviso e scopersi che si trattava della denuncia di questo Tale, che mi accusava di averlo illegalmente diffamato. Il processo, a quel che ne so, è ancora aperto. Per la serie: non sono io che sono un negazionista, sei tu che sei un criminale, soprattutto se protesti.

Adesso però questo Signore, che non nomino perché desidero rispettare la sua evidente vocazione agli studi rigorosi fuori da ogni provocazione e pubblicità mediatica, è tornato suo malgrado agli onori della cronaca, mettendo in rete una sua lezione al master redivivo, in cui usa espressione e concetti come quelli che ho riassunto sopra, che hanno scioccato giornali e politici vari. Il rettore dell'università in questione ha espresso "con fermezza il più totale distacco dalle affermazioni...sentimenti di profondo dissenso e disagio morale" (http://www.unite.it/UniTE/Engine/RAServePG.php/P/101921UTE0300), aggiungendo peraltro che "nella seduta dell'8 ottobre 2009, nell'esaminare la proposta di attivazione del Master "Enrico Mattei in Vicino e Medio Oriente" - pervenuta con il parere favorevole unanime della Facoltà di Scienze Politiche - aveva deliberato di dare mandato alla stessa Facoltà di Scienze Politiche di porre in essere ogni possibile cautela affinché fossero correttamente perseguiti gli obiettivi formativi e gestionali del Master in questione"; il preside della Facoltà che aveva approvato all'unanimità la proposta ha dichiarato alla stampa che lui è nuovo del ruolo e non c'entra nulla e dunque non poteva "porre cautela", figuriamoci. Conoscendo un po' l'Università italiana, sono sicuro che quando - come dice ancora il rettore - "il Senato Accademico, martedì prossimo, valuterà il comportamento del professor [...] e assumerà le opportune determinazioni, sia in ordine al coordinamento del Master, sia con riguardo allo stesso professore" non accadrà nulla di speciale e che fra un paio d'anni o anche prima ci ritroveremo a parlare di nuovo delle brillanti iniziative di questo signore.

Io dunque suggerirei che al nostro Eroe fosse assegnato un premio, magari intitolato a quel presidente Ahmadinedjad che dice le sue stesse cose; che poi fosse eletto presidente di un'associazione che raggruppasse i molti intellettuali che la pensano come lui, se non proprio sulla Shoà, almeno su Israele (vi ricordate quel parlamentare europeo dell'IDV e "filosofo" di Torino che in un'occasione di particolare sagacia disse che visti i comportamenti israeliani di oggi, quasi quasi era arrivato a pensare che i "Protocolli dei Savi di Sion" avessero ragione?). Il passo più importante da prendere subito sarebbero però le dimissioni se non proprio del rettore dell'università, almeno del preside di una facoltà che ha approvato all'unanimità il Master sapendo benissimo di cosa si trattava, dato che non era affatto la prima volta; e che naturalmente non ha "posto cura". Sarebbe molto meglio se i chiarissimi professori di Scienze Politiche eleggessero Lui in persona a rappresentarli. Così tutti - studenti, colleghi, ministero, enti locali, stampa – saprebbero finalmente chi sono loro e chi è Lui: un Eroe della libertà di pensiero, unico degno di guidare coerentemente la libera ricerca sull'inesistenza Shoà, in attesa di dimostrare trionfalmente dalla cattedra che la Terra è piatta, che Napoleone è una marca di cognac e che 2+2=5.

Ugo Volli


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