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La Repubblica Rassegna Stampa
08.10.2010 Il professore negazionista va rimosso dal suo incarico
Cronaca di Marco Pasqua

Testata: La Repubblica
Data: 08 ottobre 2010
Pagina: 24
Autore: Marco Pasqua
Titolo: «Gelmini: Via il prof negazionista parole inaccettabili, non si semina odio»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 08/10/2010, a pag. 24, l'articolo di Marco Pasqua dal titolo " Gelmini: Via il prof negazionista parole inaccettabili, non si semina odio ".

Claudio Moffa continua a "difendere le sue posizioni negazioniste e il suo diritto di insegnarle agli studenti". L'apologia del nazismo è un reato. Se Moffa desidera diffondere le sue tesi antisemite, se ne assuma anche la responsabilità. Questo significa prevedere la sua rimozione ed eventuali condanne, proprio come è successo al negazionista David Irving.
Lascia senza parole il presidente della Regione Abruzzo, Roberto Chiodi, il quale "
Pur condannando senza riserve l´argomento della lezione, il governatore del Pdl, rispondendo alla domanda se si debba allontanare il docente, ha detto: «No, bisogna difendere la libertà di espressione». ". Difendere la libertà di espressione non implica permettere al negazionista Moffa di diffondere le sue tesi antisemite all'Università, offrirgli una tribuna retribuita.
Moffa va rimosso dal suo incarico. Non c'è nulla su cui dibattere.
Ecco l'articolo:


Claudio Moffa

ROMA - E´ un coro bipartisan quello che si è levato contro Claudio Moffa, il professore negazionista che, durante una lezione choc tenuta all´università di Teramo, ha difeso le deliranti tesi di quanti mettono in dubbio la Shoah. Mentre i deputati del Pd Walter Veltroni ed Emanuele Fiano chiedono al governo di chiarire perché il master del docente sia stato presentato in una sala di palazzo Chigi, la senatrice del Pdl, Ombretta Colli sollecita l´allontanamento del docente dall´ateneo teramano. Tanto da spingere il ministro dell´Istruzione, Mariastella Gelmini, a prendere posizione: «Non è possibile che nelle università italiane insegnino professori che seminano odio. Le parole pronunciate sono inaccettabili, offendono profondamente la memoria degli ebrei morti nelle camere a gas», ha detto parlando con il Tg5. Una condanna che, però, non fa arretrare Moffa: il docente ha continuato, anche ieri, a difendere le sue posizioni negazioniste e il suo diritto di insegnarle agli studenti.
Dal fronte dell´opposizione, sono Veltroni e Fiano a presentare un atto ufficiale, nella forma di un´interrogazione urgente al governo: «Abbiamo chiesto – ha spiegato Fiano - di dire in Parlamento se il tenore di queste lezioni, pur nel rispetto dell´autonomia didattica, possa garantire quel contenuto educativo che deve far parte di qualsiasi percorso di formazione». Interviene anche Fabio Mussi, che, da ministro dell´Università, nel 2007, scese in campo quando lo stesso Moffa invitò il negazionista Robert Faurisson a tenere una lezione nell´ateneo abruzzese. Per l´esponente di Sinistra e Libertà «non c´entra niente la libertà d´espressione: c´entra l´odio razziale e l´apologia del nazismo, che fino a prova contraria sono reati». Per il Pdl, invece, parla la senatrice Ombretta Colli, componente della commissione Istruzione e Cultura, che chiede alla Gelmini e al rettore dell´ateneo di "rimuovere al più presto il professore". Una posizione che, però, non trova d´accordo il presidente della Regione Abruzzo, Roberto Chiodi. Pur condannando senza riserve l´argomento della lezione, il governatore del Pdl, rispondendo alla domanda se si debba allontanare il docente, ha detto: «No, bisogna difendere la libertà di espressione». Dura la reazione dell´Anpi di Teramo: «Con le sue tesi negazionistiche, si offende la memoria delle vittime della Shoah e l´istituzione universitaria. Invitiamo tutti, soprattutto gli studenti, a studiare e a visitare i luoghi dello sterminio». La vicenda ha scosso anche il corpo docente, tanto che un gruppo di storici (Maddalena Carli, Umberto Gentiloni, Silvia Salvatici, Andrea Sangiovanni) ha rivolto un appello agli organismi e ai vertici dell´Ateneo affinché «si assumano responsabilità e compiti in linea con le funzioni e gli indirizzi di una istituzione pubblica». Il preside della Facoltà di Scienze Politiche, Enrico Del Colle, non nasconde il suo disagio, ma se dapprima dichiara che «saranno presi provvedimenti», poi è costretto a correggersi: «Ne parleremo probabilmente nel consiglio di Facoltà convocato per il 13 ottobre. Non rientra nelle mie competenze di preside attivare provvedimenti su Moffa».

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