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Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.10.2010 L’ONU avvelena la sua missione sui diritti umani
Analisi di Irwin Cotler

Testata: Informazione Corretta
Data: 08 ottobre 2010
Pagina: 1
Autore: Irwin Cotler
Titolo: «»

L’ONU avvelena la sua missione sui diritti umani 
di Irwin Cotler
(Traduzione a cura di Jocelyne Cohen Mosseri)


Irwin Cotler

Il Consiglio dell’ONU sui diritti umani, è l’organismo delle Nazioni Unite responsabile della promozione e della protezione dei diritti umani sul piano internazionale.

Era inteso rappresentare un miglioramento rispetto alla screditatissima precedente Commissione ONU dei diritti umani, già criticata dal ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan per le sue decisioni “politicizzate” e “prevenute”, ma sembra averne ereditato e sintetizzato i difetti.

L’elezione della Libia – una delle nazioni del mondo che piú viola i diritti umani – al Consiglio dell’ONU per i diritti umani mentre inizia la sua nuova sessione è un affronto allo stato e alla causa dei diritti umani.  La Libia del regime di Gheddaffi è nota per la sua sistematica e generalizzata violazione dei diritti umani, compresi arresti e detenzioni arbitrari, tortura, persecuzione delle minoranze, senza contare l’attentato del 1988 al volo 103 della PanAm nel cielo di Lockerbie, in Scozia.

Veramente, ciò che sconvolge di piú, è l’immensa maggioranza degli Stati Membri dell’ONU che hanno eletto la Libia al Consiglio, malgrado il suo stato di criminalità internazionale, a tal punto che una coalizione mondiale di 27 gruppi non governativi per i diritti umani – insieme a vittime delle violazioni della Libia – hanno intrapreso una campagna per rimuovere la Libia di Muammar Gheddaffi dal Consiglio.   .

Questa non è che l’ultima di una lunga serie di infrazioni del Consiglio dell’ONU per i diritti umani, al proprio mandato che è quello di proteggere le vittime delle violazioni dei diritti umani e di domandarne conto agli autori delle violazioni stesse. In verità, il Consiglio è venuto meno al proprio mandato.

Primo, il Consiglio è rimasto cieco alle più serie violazioni dei diritti umani, omettendo di adottare qualsiasi risoluzione o di disporre un mandato investigativo verso paesi palesemente violatori dei diritti umani, quali la Cina, Cuba, la Libia, la Corea del Nord, la Russia o l’Iran, per citare solo alcuni tra quelli che figurano nell’elenco completo della Freedom House dei peggiori offensori dei diritti umani.  Mentre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite richiede di eleggere i paesi al Consiglio sulla base della loro situazione in materia di diritti umani, 24 su 47 dei membri attuali (51 per cento) non corrispondono neanche agli standards fondamentali di democrazia e diritti umani.

Poi, secondo il recente rapporto di UN Watch “2010 UN Watch Report and Scorecard”, 18 su 30 risoluzioni chiave adottate dal Consiglio erano pregiudizievoli e controproducenti.  Vi si trovano risoluzioni  di encomio  verso il Sudan per i suoi “progressi”; ogni discussione relativa ad atti di terrorismo commessi nel nome dell’Islam vi viene definita forma di “diffamazione” e di “razzismo”, vi si lode Sri Lanka dopo l’uccisione di circa 20 000 civili e vi si rifiuta di considerare Hamas come organizzazione terrorista.

Terzo, dalla sua creazione nel 2006, l’80% delle risoluzioni del consiglio, accusano un solo stato membro – Israele – con trattamento differenziale e discriminatorio,contravvenendo con questo al principio fondamentale della Carta delle Nazioni Unite, di “uguaglianza tra tutte le nazioni, grandi e piccole”. Inoltre, mentre il Consiglio accusa selettivamente un solo stato membro, continua a discolpare i maggiori violatori accordando loro di fatto l’immunità.

Quarto, con una spaventosa infrazione ai propri principi e procedure, il Consiglio per i diritti umani dell’ONU ha istituzionalizzato un punto d’agenda permanente, che criminalizza uno stato membro – il punto d’agenda No. 7 che recita “la violazione dei diritti umani da parte di Israele nei territori palestinesi occupati” , mentre il punto No. 8 parla di “violazioni dei diritti umani nel resto del mondo”. Si tratta qui di una situazione da Alice nel Paese delle meraviglie, dove la condanna è assicurata prima ancora di sentire il dibattito.

Questo non solo attizza la deleggitimizzazione , se non la demonizzazione, di uno stato membro dell’ONU, ma fornisce argomenti e appoggio a coloro i quali, come il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, preconizzano un “mondo senza Israele”, così come a quelli che additano e criminalizzano solo Israele come “l’ebreo tra le nazioni”.

Che cosa dunque si può fare alla luce di questi attacchi alla Carta dell’ONU e al mandato del Consiglio per i diritti umani?
L’Australia, come il mio paese il Canada, per oltre 60 anni ha attuato importanti contribuzioni all’ONU, nei settori della pace e della sicurezza internazionali, dei diritti umani, dell’assistenza allo sviluppo  e degli affari in campo sociale, economico e ambientale.  In modo particolare, l’Australia ha sostenuto la causa del mandato del consiglio sui diritti umani, e pur non essendo attualmente membro del consiglio, partecipa attivamente alle sue discussioni.

Di conseguenza, l’Australia, di concerto con il Canada, gli Stati Uniti e altri nella comunità delle democrazie, dovrebbe promuovere e implementare un piano d’azione in otto punti, delineato da UN Watch come segue:

•   Impegnare i peggiori violatori a rendere conto: assicurare la responsabilità dei violatori piú importanti, introducendo risoluzioni specifiche per paese, e convocare sessioni speciali per esaminare situazioni urgenti di violazioni importanti dei diritti umani.

•   Proteggere con vigore la libertà di espressione: difendere la libertà di espressione e opporsi alla campagna promossa dall’Organizzazione della Conferenza Islamica per tacitare ogni discussione sul terrorismo o sul diritto delle donne, bollandole come “diffamazione”o “razzismo”.

•   Porre fine al trattamento discriminatorio e disuguale di Israele: opporsi all’adozione ossessiva da parte del consiglio di risoluzioni a senso unico e pregiudiziali contro uno stato membro, e perseguire la rimozione del punto di agenda permanente N. 7 che istituzionalizza tale trattamento discriminatorio.

•   Difendere i diritti delle ONG:: difendere con vigore le ONG per i diritti umani presso il consiglio e salvaguardare il loro ruolo storico quali voci indipendenti capaci di chiedere conto ai governi. 

•   Opporsi all’elezione dei violatori al consiglio: incoraggiare i paesi nei quali il livello dei diritti umani è il più solido a candidarsi alle elezioni presso i consiglio, nel gruppo regionale di loro pertinenza..

•   Incoraggiare un lavoro positivo dell’ Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani: difendere il lavoro positivo e indipendente del Commissario contro i tentativi rampanti di controllare le sue attività e la sua agenda..

•   Proteggere i relatori speciali: difendere i controllori indipendenti da ogni tentativo di intimidazione o di influenzare il loro lavoro..

•   Rafforzare gli esami per paese: Consolidare l’esame periodico universale di ogni paese sottoposto a procedura d’esame tramite domande eque ed informate.

In tutto ciò, la tragedia risiede nel fatto che un organo delle Nazioni Unite, stabilito per proteggere i diritti umani è diventato un violatore di tali diritti.  In particolare, queste violazioni ora avvengono sotto la copertura protettiva delle Nazioni Unite, invocando l’imprimatur della legge internazionale e marciando sotto la bandiera dei diritti umani.  Non è soltanto uno stato ad essere sotto assedio, o i grandi violatori dei diritti umani che godono dell’impunità. La campana suona per il consiglio e per la causa dei diritti umani. E’ tempo di suonare l’allarme e ricondurre il consiglio ai suoi ideali e principi fondamentali. 

Irwin Cotler è membro del Parlamento, ex Ministro della giustizia e Procuratore generale del Canada. Professore emerito di legge presso l’Università McGill e membro del Consiglio di UN Watch, ha pronunciato la Gandel Oration in Australia lo scorso luglio.
Original URL:
http://www.theaustralian.com.au/news/opinion/un-poisons-its-human-rights-mission/story-e6frg6zo-1225933539331


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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