Che c'è di meglio di un bel boicottaggio comune per celebrare un'amicizia vera?
Jcall
Cari amici, come sono fortunato, come sono davvero fortunato. Pensate: io che scrivo com'è noto solo cartoline ieri ho ricevuto ben due lettere. Aperte. In realtà non erano lettere vere e proprie ma comunicati stampa, per di più giratimi da terze persone, ma insomma sono ottimista e voglio pensare di aver ricevuto due lettere. Anche perché queste lettere o comunicati rispondono a due questioni che mi inquietavano profondamente. La prima ve l'ho scritta ieri ed è la sorte di Jcall, la filiale italiana di J Street, nuova lobby ebraica (o araba, non si capisce, comunque antisraeliana) che ha tanto giusto successo, ma tanti cattivissimi nemici negli Stati Uniti e in Europa non ha ancora dato il meglio di sé. La seconda questione che angoscia un po' tutti, credo, è come fare la pace fra israeliani e arabi in Medio Oriente.
E' una risposta così bella che voglio darvela subito, perché ne siate consolati anche voi: non c'è alcun bisogno di fare la pace, perché la pace c'è già, almeno fra gli ebrei illuminati e i giusti nazionalisti arabi. Basta far tacere o meglio boicottare gli ebrei non illuminati e la pace si estenderà a tutti. Infatti le due lettere o comunicati che ho ricevuto sono una dei nazionalisti arabi e dei loro amici più intimi, raggruppati in un "Forum Palestina" e uno degli ebrei illuminati, per l'appunto Jcall (ed ecco la risposta a cosa fanno, scrivono comunicati). La cosa bellissima è che dicono assolutamente la stessa cosa, una fantastica pace è scesa fra loro. E naturalmente entrambi suggeriscono di boicottare la manifestazione di domani pro Israele a Roma (cui purtroppo, per orribile mia colpa, aderisco e parteciperò: ci vediamo alle 18 in piazza). Vedete, c'è la pace, e c'è anche il mezzo per realizzarla, basta cercare di far sparire gli ebrei non illuminati e tutto andrà a posto.
Mi scuserete se animato dal mio entusiasmo per questa nuova alleanza, non vi farò un'analisi dettagliata dei due messaggi. La "lettera aperta" (vi dicevo che era una lettera...) del "forum Palestina" lo trovate qui, con tanto di graziose bandierine sventolanti (http://www.forumpalestina.org/news/2010/Ottobre10/01-10-10LetteraAperta.htm). Ve ne riporto il titolo ("Chi sono gli amici di Israele e perché continuano a tacere sulle sofferenze e le ingiustizie contro i palestinesi?") e la conclusione: "In Italia, fortunatamente, non esistono e agiscono solo i chierici e i soldati del silenzio. Esiste ed agisce un tessuto associativo e reti di solidarietà che hanno fatto della battaglia di giustizia e verità sulla questione palestinese un terreno non residuale né minoritario. [...] si muovono in Europa e nel mondo moltiplicando e amplificando le singole iniziative di protesta; espongono e ostentano la kefijah o la bandiera palestinese perchè sono vissute nella società come una emblemi di giustizia e di libertà e non di oppressione come quella israeliana. La forza dei loro argomenti è immensamente superiore a quella degli "amici di Israele". Costoro se ne facciano una ragione e chi ha un minimo di coscienza scelga di disertare l’esercito del silenzio, dell'occupazione e dell'apartheid." Oltre alla campagna di "boicottaggio, sanzioni, disinvestimento" esiste dunque anche quella di dismanifestazione: "chi ha un minimo di coscienza scelga di disertare".
E' qui che avviene l'incontro con Jcall, la cui lettera purtroppo è solo un comunicato Ansa, cui non posso linkarvi. Eccone alcuni brani: "Non si solidarizza così con Israele e soprattutto sottacendo le «responsabilità del governo presieduto da Benjamin Netanyau nei negoziati con la controparte palestinese». A criticare la manifestazione 'Per la verità, per Israele', 'maratona oratoria' indetta dall'onorevole Fiamma Nirenstein giovedì 7 Ottobre è la sezione italiana di 'Jcall', [...] La manifestazione - dice Giorgio Gomel rappresentante della sezione italiana del gruppo - è condivisibile nella parte in cui vuole attirare l'attenzione dell'opinione pubblica «sui tentativi di delegittimazione dello stato di Israele e sulle persistenti correnti di antisemitismo che pervadono l'Europa e il Medio Oriente», tuttavia l'interruzione della moratoria e la ripresa di nuove costruzioni negli insediamenti in Cisgiordania «compromette i negoziati in corso e fa dubitare dell'autentica volontà di compromesso e di pace dell'attuale governo israeliano». Dopo aver rilevato che la manifestazione del 7 Ottobre in particolare «tace circa le responsabilità di Israele nell'impasse nei negoziati con Abu Mazen», Jcall Italia sostiene che l'iniziativa di giovedì prossimo «si presenta non tanto come un'iniziativa pro-Israele, quanto come un intervento a favore della coalizione di destra che governa quel paese. E ci resta il dubbio, per non dire il timore, che aderirvi non sia il modo migliore per esprimere solidarietà a Israele né contribuisca a creare un clima propizio a una composizione del conflitto».
Vi ripeto, non commento questo brano, per esempio la sua originale idea che il solo modo di essere a favore di un paese è di non essere a favore della maggioranza regolarmente eletta in Parlamento e del governo che ne ha la fiducia. Vi faccio solo notare come ci sia accordo sulle colpe di Israele e di quelli che si permettono di manifestare a suo favore. E c'è anche la conseguenza operativa che si esprime nel nuovo genere letterario del "disinvito". Come dice il poeta: s'ode a destra uno squillo di tromba ("Chi ha un minimo di coscienza scelga di boicottare"), a sinistra risponde uno squillo ( "ci resta il dubbio, per non dire il timore, che aderirvi non sia il modo migliore per esprimere solidarietà a Israele") Che bello, com'è vicina, anzi già raggiunta la pace (fra Jcall e Forum Palestina). Che c'è di meglio di un bel boicottaggio comune per celebrare un'amicizia vera?
Ugo Volli