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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.10.2010 Ciarrapico si difende, ma non convince. Va espulso, non può restare
Interviste a Fiamma Nirenstein, Maurizio Gasparri di Paolo Conti. Commento di Antonio Macaluso

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 ottobre 2010
Pagina: 9
Autore: Paolo Conti - Antonio Macaluso
Titolo: «È un vecchio fascistone. Se fosse espulso sarei contenta - Discuteremo di sanzioni. Per me però ha già chiarito - Il senatore: ma anch’io ho messo la kippah - Non può restare al suo posto»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/10/2010, a pag. 9, le interviste di Paolo Conti a Fiamma Nirenstein, Maurizio Gasparri, Giuseppe Ciarrapico, titolate " È un vecchio fascistone. Se fosse espulso sarei contenta" , " Discuteremo di sanzioni. Per me però ha già chiarito " e " Il senatore: ma anch’io ho messo la kippah ", a pag. 1-39, il commento di Antonio Macaluso dal titolo " Non può restare al suo posto ".
Ecco gli articoli:

Paolo Conti : " È un vecchio fascistone. Se fosse espulso sarei contenta "


Fiamma Nirenstein

ROMA — Fiamma Nirenstein, vicepresidente della commissione Esteri della Camera, Pdl: cosa pensa della richiesta di Daniele Nahum di espellere Ciarrapico?

«Io non so maneggiare gli strumenti di un partito... non so come funzioni un’espulsione, sono solo un felice membro pdl alla Camera. Comunque, se mai Ciarrapico dovesse essere espulso non mi dispiacerà affatto, anzi...». Cosa pensa di quella frase sulla kippah? «Io sono intervenuta subito alla Camera condannando duramente quelle espressioni intollerabili e assurde. Lì per lì Rosy Bindi, che presiedeva l’assemblea, era incerta perché prassi vuole che non si commenti ciò che avviene nell’altro ramo del Parlamento. Ma poi mi ha dato ragione. Era gravissimo».

E il giudizio su di lui, cioè su Giuseppe Ciarrapico?

«Lo definirei un vecchio fascistone. Quasi un epifenomeno. E penso che farne un vero fenomeno sia un’esagerazione politica. Perché l’antisemitismo che preoccupa non è questo, lo so io che ho presieduto la prima Commissione parlamentare sull’antisemitismo mai realizzata in Italia. C’è un nuovo antisemitismo sempre più diffuso nel mondo e, in particolare, qui da noi: ci sono aspetti legati all’estrema destra e altri agli ambienti islamici. Infatti le caratteristiche più allarmanti del nuovo antisemitismo italiano sono di marca islamista e anti-israeliana. Per questo abbiamo organizzato per giovedì 7 a Roma, in piazza di Pietra, la manifestazione "Per la verità-per Israele". Ci saranno presenze bipartisan, da Walter Veltroni a Fabrizio Cicchitto. Le continue diffamazioni di Israele producono e alimentano l’antisemitismo».

Cosa pensa che dirà a Ciarrapico a proposito di questa storia?

«Niente, perché non l’ho mai incontrato. Se lo dovessi incrociare per strada, non credo nemmeno che lo riconoscerei».

Paolo Conti : " Discuteremo di sanzioni. Per me però ha già chiarito "


Maurizio Gasparri

ROMA — Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato: ha letto la richiesta che le rivolge Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità ebraica milanese e presidente dei Giovani ebrei, cioè di espellere dal vostro gruppo il senatore Giuseppe Ciarrapico?

«Sì, l’ho saputo. Valuteremo le diverse posizioni sicuramente ne discuteremo. Vorrei dire subito due cose. La prima: se veramente l’intenzione di Ciarrapico era quella di attaccare Gianfranco Fini, allora ha utilizzato una battuta sbagliatissima. La seconda: le posizioni del nostro gruppo, e mie personali, a favore di Israele e della Comunità ebraica italiana sono note. Abbiamo solidissimi legami politici con quello Stato e di amicizia sincera con gli esponenti della comunità, da Renzo Gattegna a Riccardo Pacifici».

Ma espellerete o no Ciarrapico, presidente Gasparri?

«Personalmente credo che Ciarrapico abbia chiarito il suo pensiero e il senso della sua battuta che, insisto, è stata un autentico errore. Ci riuniremo e discuteremo. Ma credo che debbano valere i comportamenti. Per lui parlano, la sua attività di editore e le opere che ha stampato. Per noi il legame con Israele: siamo considerati il governo occidentale più filo-israeliano, e ne siamo orgogliosi. Mi onoro di essere andato a Gerusalemme ancora prima di Fini e di aver indossato lì proprio la kippah visitando il museo dell’Olocausto. E anche vale il rapporto solidissimo con la Comunità ebraica italiana». Niente sanzioni contro Ciarrapico? « Insisto. Dobbiamo riunirci. Certamente se dovessero ripetersi ulteriori equivoci, non ci saranno dubbi» .

E cosa pensa della contestata barzelletta di Berlusconi?

« Penso che su questa materia, anche se numerosi amici ebrei si raccontano tra loro con ironia barzellette non dissimili, occorra essere prudenti. E che quella battuta era inopportuna».

Paolo Conti : " Il senatore: ma anch’io ho messo la kippah "


Giuseppe Ciarrapico

R OMA — « Dimettermi? Macché. Cosa voglio fare adesso? Semplicemente continuare ad essere un senatore del Popolo della libertà».

È sera. Probabilmente Giuseppe Ciarrapico è un po’ stanco. Infatti ansima leggermente quando risponde al telefono che gli porge un collaboratore. «Le agenzie di stampa? No, non so niente, cosa dicono?» Si fa leggere le dichiarazioni di Renzo Gattegna, e ascolta con molta attenzione anche la richiesta della sua espulsione dal gruppo pdl avanzata da Daniele Nahum.

E ora, senatore, come la mettiamo con la richiesta di espulsione? «La mettiamo come ho appena detto. Cioè continuo nel mio lavoro... Io rispondo con i fatti. I miei sentimenti a favore del popolo di Israele sono testimoniati dai fatti...» Di nuovo un leggero sospiro: «Andate, andate a vedere... Come Ciarrapico editore ho stampato l’autobiografia del premio Nobel Menachem Begin. Non solo , ma se lei guarda tra le nostre edizioni troverà anche una storia dell’Haganàh, l’armata segreta d’Israele. Ecco, questi sono i fatti».

Il senatore guadagna ancora tempo, poi riprende a parlare scandendo le sillabe delle parole e ricorrendo a un linguaggio un po’ aulico, quasi burocratico: «Mi onoro, con la mia famiglia, di aver ospitato, nascosto, protetto e quindi salvato durante la guerra una nota f a migli a ebraica romana » . Chi, dove, come e quando? «Si trattava della famiglia Werner, erano padre, madre e una figlia. Li nascondemmo a casa nostra, in via Vittoria Colonna in Prati, poco prima di piazza Cavour. Per la precisione restarono lì dal marzo 1944 fino all’ingresso delle truppe americane. Per questo parlo di ignobile speculazione. E non è la prima».

In che senso, senatore? «Nel senso che, durante la campagna elettorale, mi accusarono di aver sottoscritto le leggi razziali e di aver favorito l’alleanza tra fascisti e nazisti. Figuriamoci, io sostenitore delle leggi razziali e dell’alleanza con i nazisti! Ma se sono nato nel 1934 e avevo cinque anni!»

Quasi una piccola risata, e poi: «Per mia fortuna 348.000 elettori non hanno creduto a questa fesseria». Una pausa, e torna il Ciarrapico veramente politico che invia un messaggio ai vertici del Pdl: «Mi permetto di ricordare anche che, con la mia elezione nella circoscrizione del Lazio, il Popolo della Libertà vinse il premio di maggioranza portandosi a casa cinque senatori in più».

Ma le parole pesano. E lei, senatore, ha tirato fuori questa storia della kippah... «È una faccenda personale tra me e il signor Fini. Io mi onoro di aver indossato a Gerusalemme in tempi molto lontani la kippah al museo dell’Olocausto. In Senato ho parlato di "tradimento" di Fini che prima ostentava il saluto fascista e poi è andato in Israele a definire il fascismo il male assoluto. E per dire tutto questo si è messo la kippah. Ecco, quel riferimento alla kippah era per questa ragione. Mi auguro di aver chiarito il senso... Tutta questa faccenda è alimentata dal signor Fini e dai suoi servetti».

Ammetterà che tirare in ballo così la kippah porta subito all’antisemitismo... «Ripeto. Lo dimostra il mio lavoro di editore e le mie visite in Israele in tempi lontani: ho un grande rispetto per il popolo israeliano e lo stesso sentimento nutro per chi professa la religione ebraica».

E adesso? «Adesso spero che questa commedia finisca. Ora scusi, la lascio, vorrei andare a cena. E spero anche in buona compagnia».

Antonio Macaluso : " Non può restare al suo posto "

Doveva aver pensato di avergliele cantate per bene, giovedì scorso, a Gianfranco Fini e ai suoi amici il senatore pidiellino Giuseppe Ciarrapico, editore ciociaro e fascista mai pentito. «Fini — aveva irriso Ciarrapico nel dibattito seguito alle comunicazioni del presidente del Consiglio — ha fatto sapere che presto fonderà un nuovo partito. Spero che abbia già ordinato le kippah, perché di questo si tratta. Chi ha tradito una volta, tradisce sempre». E poi, ancora a testa bassa contro il presidente della Camera e il suo gruppo, «rinnegato» lui e «rinnegati» i suoi fedelissimi.

Doveva aver pensato, mentre parlava (non in un bar, ma in Parlamento), di star lasciando agli stenografi ufficiali dell’Aula di Palazzo Madama un sigillo incancellabile della sua adamantina fedeltà a Silvio Berlusconi. Ma appena una manciata di minuti dopo il suo delicato intervento deve aver cominciato a rendersi conto che qualcosa non andava. Si è scatenato un inferno bipartisan, dentro e fuori il Parlamento, e lo stesso premier, che in questo momento proprio non aveva bisogno di aprire altri fronti, è stato lesto a prendere le distanze: «Parole sfuggite». Ci ha provato anche Ciarrapico a chiarire che nelle sue parole «non vi era alcuna intenzione antisemita». E ancora oggi (vedi intervista) si affanna a ricordare che lui è sempre stato amico del popolo ebraico e si è anzi onorato di indossare la kippah.

Insomma, a sentir lui, Ciarrapico si sente talmente vicino alla comunità ebraica da poterla sfotticchiare senza timore di essere frainteso. Che poi sia il solo ad esserne convinto e che tutto il resto dell’universo mondo la legga diversamente, non è un problema suo. Eppoi c’è che quando comincia a parlare di Fini, del suo tradimento di valori, non ci vede più.

Sarà, ma le parole pronunciate al Senato hanno il sapore rancido dell’antisemitismo, quello classico, forse di pochi (speriamo) ma radicato. E non è davvero tollerabile che, pur nella virulenza di una battaglia politica ormai fuori controllo nei fatti e nelle parole, si debbano ascoltare in diretta tv frasi come quelle. Darebbero un bell’esempio di civiltà i probiviri del Pdl se decidessero di fare a meno del loro collega di partito. E sarebbe ancora meglio se lo stesso senatore Ciarrapico, che con quelle parole ha disonorato l’istituzione alla quale è stato mandato con una democratica elezione, facesse spontaneamente un passo indietro, magari lasciando il Senato.

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