|
|
||
Riceviamo e pubblichiamo: Senatore Ciarrapico, ho ascoltato con sgomento i suoi riferimenti alla kippah che il presidente della Camera on. Gianfranco Fini indossò per visitare lo Yad Vashem. Con sgomento, anche se, purtroppo, con le valutazioni che le mie lotte contro il negazionismo mi portano a fare ogni qual volta si prendano posizioni più o meno esplicite contro gli ebrei o in offesa alla Shoah e allo sterminio di milioni di esseri umani (non solo ebrei ma rom, omosessuali, cristiani ecc.ecc.). Certo le sue parole non sono state un esplicito riferimento alla Shoah, ma facendo due più due ci si rende conto che il tradimento di cui parla è riferito al fatto che il nostro Presidente Fini ha, secondo lei, tradito gli ideali fondativi del Movimento Sociale Italiano, indossando la kippah e visitando lo Yad Vashem. Quindi, per Lei, quello che, per la destra innovatrice che il Presidente Fini ha sempre portato avanti, è stato un gesto di grande coraggio ed apertura (e che ha consentito ad Alleanza Nazionale di sdoganarsi) è stato un tradimento!!! Dobbiamo quindi dedurre che Lei sostenga, dentro un partito di governo, l’idea che la Shoah sia stata una cosa accettabile al punto che il suo leader non doveva permettersi di rendere omaggio a quei milioni di morti. Le faccio leggere qualche verso di una mia poesia tratta dal mio libro “Viaggio nella Shoah”. "Sono stato ad Auschwitz ho visto coi miei occhi la morte ho ascoltato l'assordante silenzio che regnava dove l'inferno era il freddo gelo del Cocito e il bruciante caldo dei forni. Ho visto le scarpe, gli occhiali, le valigie, di coloro che sono morti, ingannati dai nazisti. Sono stato ad Auschwitz, dovremmo andarci tutti almeno una volta e non avremmo più il coraggio di dubitare, non potremo più dire che non è stato nulla. Perché sentiremo la nostra vita un enorme dono, capiremmo quanto siamo deboli, ma anche quanto la nostra vita non valga più di quella altrui, e che siamo tutti uguali. Capiremmo la nostra fortuna, la fortuna di essere vivi ma anche quanto è sottile la linea che ci divide dalla morte. Capiremmo che spetta solo a noi far sì che quella linea non venga superata. Guardiamo negli occhi le foto dei morti di Auschwitz pensiamo se loro erano diversi da noi, pensiamo a quando ridevano, giocavano, lavoravano, mangiavano, pregavano e speravano come tutti noi che oggi siamo qui tranquilli, riscaldati, protetti e rendiamoci conto che spetta solo a noi, evitare che riaccada." La saluto dicendole Shalom, ho imparato a non odiare ed offendere nessuno, per questo le dico Pace, |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |