Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 30/09/2010, a pag. 12, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Al Qaeda voleva gettare gli ostaggi dalla Tour Eiffel ".
Maurizio Molinari, Tour Eiffel
L’attacco di Al Qaeda contro l’Europa è stato sventato grazie alla cattura di un jihadista tedesco in Afghanistan e per pianificare l’offensiva contro le menti del piano terroristico il capo della Cia Leon Panetta è sbarcato in Pakistan. Il progetto di Al Qaeda era di ripetere in grande stile l’assalto contro Mumbai avvenuto alla fine del 2008: più gruppi di commando sarebbero entrati in azione prima in Gran Bretagna, poi in Francia e quindi in Germania catturando nell’arco di poche ore centinaia di ostaggi in luoghi molto noti per far precipitare l’intera Europa nel terrore. L’obiettivo più importante doveva essere, secondo indiscrezioni trapelate da più servizi di sicurezza, Parigi e in particolare la Torre Eiffel che Al Qaeda aveva immaginato di conquistare gettando gli ostaggi nel vuoto. Era stato proprio il capo della polizia francese Frédéric Pechenard a ipotizzare il rischio di attacchi a seguito del rapimento di cinque connazionali in Maghreb da parte di cellule islamiche.
Se il sanguinoso piano è stato sventato, hanno fatto sapere fonti americane, è a seguito della cattura di un jihadista con passaporto tedesco in Afghanistan il cui interrogatorio ha consentito di arrivare a ricostruire come Al Qaeda aveva addestrato in campi paramilitari in Pakistan un imprecisato numero di islamici cittadini di Paesi occidentali al fine di facilitarne l’invio in Europa. Uno dei sospetti è Mohamed Omar Debhi, algerino in possesso di passaporto americano, arrestato ieri in Spagna. Sebbene fonti britanniche e tedesche tengano a precisare che «il piano era ancora allo stato embrionale» e «non vi sono minacce immediate» il direttore nazionale dell’intelligence americana James Clapper vi ha visto la conferma del «desiderio di Al Qaeda di attaccare l’Europa e gli Stati Uniti» rinnovando l’impegno «a lavorare con gli alleati contro le minacce del terrorismo internazionale».
È in tale quadro che si spiega l’urgente partenza di Leon Panetta alla volta di Islamabad, con in programma un incontro con il presidente pachistano Asif Ali Zardari per discutere la situazione in Nord Waziristan e in particolare dell’area di Datta Khel. Sarebbe proprio da qui che i leader militari di Al Qaeda avrebbero le basi meglio organizzate, addestrando un imprecisato numero di jihadisti con due caratteristiche: l’origine algerina e la cittadinanza occidentale. Ciò lascia supporre l’esistenza di uno stretto collegamento fra le cellule di «Al Qaeda in Maghreb», frutto della fusione dei gruppi salafiti algerini e marocchini, e le centrali in Pakistan. Si tratta di un riequilibrio interno ad Al Qaeda, che nell’ultimo anno aveva registrato una maggiore attività nello Yemen - epicentro logistico per i jihadisti che operano nella Penisola Arabica e nel Corno d’Africa - grazie all’imam originario del New Mexico Anwar Al Awlaki, del quale Barack Obama ha ordinato l’eliminazione fisica.
Se il Nord Waziristan ha consentito ai leader di Al Qaeda di riprendere l’iniziativa è grazie alla protezione accordatagli da Hafiz Gul Bandahar, il comandante locale dei taleban garante di una tregua di fatto con le truppe di Islamabad.
A conferma che questa è l’area più a rischio c’è il fatto che proprio a Datta Kehl sono stati eliminati numerosi capi militari e finanziari di Al Qaeda, da Abdullad Said al Libi e Mustafa Abu Yaziz fino Fateh al Masri, pochi giorni fa, a seguito degli attacchi lanciati dai droni della Cia. Da qui l’ipotesi che Panetta chieda a Zardari di far entrare le truppe nel Nord Waziristan, puntando a smantellare le infrastrutture dalle quali sarebbe potuto partire il più sanguinoso degli assalti all’Europa.
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