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I media italiani e Israele 29/09/2010
Gentile Redazione,

L'articolo del Prof. Volli sulla stampa italiana ed Israele offre, pur mancando tralasciando radio e TV, un'analisi quanto mai chiara ed efficace del panorama informativo nazionale rispetto alla principale questione mediorientale.
A tale proposito ritengo particolarmente grave che lo (s)quilibrio nell'informazione su Israele sottolineato dal prof. Volli nella sua analisi non rifletta l'atteggiamento degli Italiani.
Infatti, credo che se, da un lato, l'antisemitismo e l'ostilità per Israele siano presenti in ampi settori dell'opinione pubblica, anche per effetto della costante disinformazione degli ultimi quarant'anni, dall'altro, gli Italiani che provano sinceri sentimenti di solidarietà per il popolo ebraico e di simpatia per Israele siano molti di quanto il rapporto tra media anti e pro Israele potrebbe far pensare. E sono molti di più gli Italiani che temono le tendenze espansioniste ed oppressive dell'Islam di quelli che, un pò per moda, un pò per pregiudizio, ritengono inesistente un tale rischio.

Sono mie sensazioni, basate più su esperienze personali (discorsi tra amici e conoscenti, commenti "captati" per la strada, discussioni su internet) che su dati "scientifici". Gradirei sapere cosa ne pensa il Prof. Volli.

Distinti saluti

Daniele Coppin

L'osservazione del lettore è molto utile.
In effetti il sistema dei media italiano è molto poco corrispondente alle opinioni del suo pubblico, non solo nel senso quantitativo che non ne rappresenta neanche lontanamente gli orientamenti elettorali (e questo può essere anche considerato un bene, una dimostrazione che non vi è lottizzazione), ma soprattutto in senso qualitativo.
I giornali italiani pretendono di rappresentare l'opinione pubblica sostituendosi alla rappresentanza elettorale e soprattutto hanno l'irritante abitudine di impartire lezioni a tutto e tutti, ritenendo che se l'elettorato non segue le loro opinioni, consigli, direttivi, questo non dimostri che le scelte collettive sono diverse, ma solo che il popolo è bue.
Sulla questione mediorientale credo anch'io che l'opinione diffusa non sia così antisraleiana come quella dei giornali, ma non mi farei molte illusioni: esiste uno zoccolo duro di antisemitismo e vecchio antigiudaismo cattolico più o meno mascherato e una altrettanto ossificata identificazione della sinistra con "le lotte di liberazione dei popoli" che influiscono pesantemente sugli atteggiamenti collettivi

ugo volli


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