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Ugo Volli
Cartoline
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Vespe, scorpioni e supereroi del pensiero eurarabo 29/09/2010

Vespe, scorpioni e supereroi del pensiero eurarabo



Cari amici, la battaglia per il progresso – cioè per Eurabia – si combatte sui campi di battaglia dove gli eroici combattenti della Jihad affrontano i colonialisti americani e sionisti; nei laboratori dove gli scienziati iraniani producono le armi del futuro, nelle elezioni, insomma dappertutto, ma soprattutto al livello delle idee. E' con le idee giuste, infatti, che l'Occidente è delegittimato e si capisce che solo il multiculturalismo corrisponde alla civiltà (com'è che le società multiculturali diventano islamiche lo trovate illustrato con qualche interessante statistica qui: http://www.drzz.info/article-niveau-d-islamisation-de-la-france-par-jean-patrick-grumberg-57118765.html) e che quelli che si oppongono all'immigrazione islamica sono razzisti, anche se l'Islam naturalmente è una religione e un'organizzazione sociopolitica, non una razza. Quando parlo di battaglie di idee non dovete pensare a pesanti trattati filosofici, ma all'uso dei media, che giustifica delle cose e ne rende insostenibili altre. Oggi vi faccio due esempi.

Uno riguarda un fumetto. Scrive il "Corriere della sera" (http://www.corriere.it/salute/disabilita/10_settembre_28/supereroe-musulmano-sedia-rotelle-elmar-burchia_7339f156-caf5-11df-8d0c-00144f02aabe.shtml): "Un ragazzo musulmano costretto sulla sedia a rotelle per lo scoppio di una mina anti-uomo si appresta a diventare il nuovo supereroe dei fumetti nel mondo islamico. L'idea è venuta al filantropo americano, uomo d'affari e attivista democratico, Jay T. Snyder, con la sua organizzazione benefica Open Hands. L'ispirazione, invece, l'ha data Barack Obama con il suo discorso di insediamento nel gennaio 2009 e le parole di apertura al mondo musulmano. Il supereroe si chiamerà Silver Scorpion, Scorpione d'Argento, come il metallo di cui è fatta la sedia da cui non può alzarsi. Per ora esistono solo le prime bozze di Silver Scorpion, il disabile dei fumetti che riesce a muovere il metallo con la sola forza della mente. Lo spunto, però, è decisamente originale. Il primo numero dovrebbe essere pronto per i primi di novembre, in due lingue: arabo e inglese. Il progetto vedrà la luce soprattutto grazie a Liquid Comics, la compagnia statunitense di fumetti fondata quattro anni fa da sir Richard Branson che ha già lavorato con registi del calibro di John Woo, Shekhar Kapur e Guy Ritchie." Branson, per chi non la sapesse, è il supermiliardario hippie fondatore della Virgin Records, con interessi in molti campi "tra cui compagnie aeree, carte di credito, assicurazioni pensionistiche, autonoleggi ecc."  e "un patrimonio stimato di 4,4 miliardi di dollari" (http://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Branson) . Non è fantastico che si sia unito a Obama per dar vita a un supereroe musulmano azzoppato da una mina dei cattivi imperialisti, che si batterà dalla parte giusta con i suoi supepoteri? Peccato solo che "In un primo momento saranno distribuite circa 50.000 copie in Siria e in seguito anche in altri Paesi del Medio Oriente. Peraltro sarà possibile scaricare gratuitamente la striscia anche dalla Rete." E' in Eurabia che ci sarebbe bisogno di lui, contro i cattivi xenofobi blegi, olandesi, danesi, svedesi, svizzeri ecc., e naturalmente anche contro queste cartoline.

Ma al suo fianco si è levato un altro supereroe che modifica la materia col pensiero. Si chiama Zygmund  Baumann, è di origini ebraico-polacche, insegna in Inghilterra e ha fatto molto successo con la sua teoria della "società liquida", variante molto immaginosa del postmodernismo. Una società che non sembrava tanto buona, nel pensiero del sociologo, dato "che si è modellata sull’usa e getta, sul desiderio di consumo, sull’impegnarsi finché si ha voglia, senza assumersi responsabilità di qualsiasi genere. Il consumo come metro di ogni nostra azione non è fatto per elevare la lealtà e la dedizione nostra per l’altro. Al contrario, è pensato per passare in continuazione da un desiderio all’altro, per spegnere in fretta quelli vecchi e creare posti per altri nuovi [...]Questo crea uno stato di ansietà permanente in cui è sprofondato l’uomo d’oggi. Un futuro oscuro e gravido di conseguenze se non ci sarà un cambio di rotta" (http://www.gliscritti.it/approf/2007/papers/bauman070707.htm).

Be', contrordine compagni, la società liquida è buona. E sapete perché? "La popolazione di quasi ogni paese, ormai, è una somma di diaspore. E quella di quasi ogni città di una certa dimensione è oggi un aggregato di enclaves etniche, religiose e di stili di vita in cui la linea divisoria tra insider e outsider è al centro di accese controversie, mentre il diritto a tracciare tale linea, a mantenerla intatta e a renderla inattaccabile rappresenta la principale posta in palio nelle scaramucce per l'autorità e nelle battaglie per il riconoscimento che ne derivano. La maggior parte degli Stati ha ormai superato e si è lasciata alle spalle la fase del nation-building, per cui non è più interessata ad «assimilare» gli stranieri in arrivo (ovvero costringerli a disfarsi e privarsi delle loro identità distinte e a «dissolversi» nella massa uniforme dei «nativi»), e dunque gli scenari della vita contemporanea e il filo che costituisce la trama del vissuto rimarranno probabilmente proteiformi, variegati e caleidoscopici per molto tempo a venire. Per quel che può contare, e per quanto ne sappiamo, potrebbero anche continuare a cambiare in eterno." Consolante, no? Non vi piacerebbe diventare anche qui "proteiformi, variegati e caleidoscopici"? Vi sembra un po' scomodo? Consolatevi è assolutamente naturale, lo fanno anche le vespe. Già proprio le vespe, modello alternativo alle api di Mandelbrot (di queste parleremo un'aòltra volta). "Le vespe ci spiegano la società liquida", come titola gioiosa "La stampa" (http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/340042/).

Scrive Baumann: "Un buon punto di partenza è la straordinaria scoperta effettuata un paio di anni fa da un gruppo di ricercatori della Zoological Society of London, i quali si sono recati a Panama per studiare la vita sociale delle vespe locali. Avvalendosi di tecnologie d'avanguardia, il gruppo ha tracciato e monitorato, in un arco di circa seimila ore, i movimenti di 422 vespe di 33 colonie diverse. Le scoperte a cui i ricercatori sono giunti hanno rovesciato stereotipi - loro e nostri - vecchi di secoli sulle abitudini degli insetti sociali. In effetti, fin da quando il concetto di «insetti sociali» (che comprende api, termiti, formiche e vespe) è stato coniato ed è entrato nell'uso, gli zoologi più esperti, così come il pubblico profano, hanno nutrito la ferma e quasi indiscussa convinzione che la «socievolezza» degli stessi fosse limitata ai membri della colonia di appartenenza. [...] La possibilità che qualche ape o vespa operaia potesse «migrare», varcando i confini tra una colonia e l'altra e abbandonando l'alveare di nascita per unirsi ad un altro alveare - quello di elezione - era considerata (ammesso che fosse contemplata) come un'idea incongrua. Vigeva invece l'assioma che i membri «autoctoni», nati all'interno della colonia e dunque "legittimi", avrebbero prontamente scacciato il cane sciolto, eliminandolo se questi non si fosse allontanato."

E invece no: "Contrariamente a tutto quello che si sapeva (o meglio si credeva di sapere) da secoli, l'équipe londinese ha scoperto a Panama che una cospicua maggioranza di "vespe operaie", il 56 per cento, cambiano alveare nel corso della loro vita; e non semplicemente migrando in altre colonie in qualità di visitatori temporanei, mal accetti, discriminati ed emarginati, a volte energicamente perseguitati, e sempre visti con sospetto e ostilità, bensì come membri «legittimi» e a pieno titolo (si sarebbe tentati di dire «autorizzati») della «comunità» adottiva che, al pari delle operaie «autoctone», si procurano cibo, nutrono e accudiscono la nidiata locale. L'inevitabile conclusione è che gli alveari oggetto della ricerca sono di norma «popolazioni miste», al cui interno le vespe native e quelle immigrate vivono e lavorano guancia a guancia e spalla a spalla, divenendo, almeno per gli osservatori umani, indistinguibili le une dalle altre se non con l'ausilio di identificatori elettronici."

Non vi sembra meraviglioso?  Non vorreste fare anche voi come le vespe? Svolazzare, succhiare polline, pungere gli umani sgradevoli e mescolarvi al 56 per cento di immigrati? Questa sì che è vita. Se poi mi chiedete cosa c'entrino con noi le vespe di Panama, sappiate che il problema non è se siano di Panama o meno, ma se sono politicamente corrette. Dato che lo sono, ecco un buon modello per Eurabia, pari a Silver Scorpion. Il nostro avvenire, sappiatelo, è rigorosamente entomologico.

Ugo Volli


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