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Ugo Volli
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Le stragi non si misurano con la statistica, ma con la rivoluzione o con la teologia 28/09/2010

Le stragi non si misurano con la statistica, ma con la rivoluzione o con la teologia


Shoah, Srebrenica, genocidio degli armeni

Cari amici, oggi facciamo un po' di conto. Sono conti piuttosto orribili, perché si tratta di morti e ogni uomo è un mondo: affastellarli in migliaia e milioni e decine di milioni è di per sé una sconsacrazione. Ma è la storia, purtroppo, nel suo aspetto più orribile; e questi conti vale la pena di farli, alla fine vedrete perché. Dunque nella prima guerra mondiale morirono in 15 milioni, nella seconda in 60 (il 10% erano gli ebrei nella Shoà), nella guerra civile russa in 9, col regime staliniano in 20, con quello  di Mao, beneamato dai rivoluzionari, in 40, in Congo negli anni Sessanta 8 e nell'ultimo decennio quasi 4, nel genocidio turco degli Armeni, 1,5; in Ruanda poco meno; fra Iran e Irak un milione, nella guerra civile spagnola poco meno della metà. Taglio l'elenco, che è ancora lungo e vi rimando per altri dati e le fonti a http://users.erols.com/mwhite28/20centry.htm .

Venendo a fatti più recenti, i morti nella guerra in Iraq sono stati almeno 100 mila (altre fonti ne contano fino a dieci volte di più: http://en.wikipedia.org/wiki/Casualties_of_the_Iraq_War) La guerra in Cecenia è costata più o meno altrettanti morti (http://en.wikipedia.org/wiki/Second_Chechen_War, http://en.wikipedia.org/wiki/First_Chechen_War), come del resto la guerra russa in Afghanistan; quella attuale ha già ucciso 6000 soldati della coalizione occidentale e un numero imprecisato, certamente molto maggiore di morti civili (http://en.wikipedia.org/wiki/War_in_Afghanistan_%282001%E2%80%93present%29). Nella guerra dei serbi contro la Bosnia morirono 100 mila persone (8.372 solo a Sebrenica) (http://en.wikipedia.org/wiki/Yugoslav_Wars). Nella guerra del Kossovo i morti furono circa 30 mila (http://en.wikipedia.org/wiki/Kosovo_War). In Sudan solo le vittime civili della guerra in Darfur sono state quasi due milioni (http://en.wikipedia.org/wiki/Second_Sudanese_Civil_War).

Ora la smetto. Mi chiederete di spiegarvi perché vi ho enumerato questi orrori. E' semplice. Proprio ieri l'organizzazione pacifista e assai poco simpatizzante per il governo israeliano Betzelem ha fornito i dati degli ultimi dieci anni di conflitto in Terrasanta: Dal 29 settembre 2000 a oggi, esattamente in 10 anni sono morti in tutto 6.371 palestinesi e 1.083 israeliani, tutto compreso, conflitto di Gaza incluso. Non mi addentrerò nelle classificazioni un po' capziose dell'organizzazione fra morti civili e militari, maggiorenni e minorenni ecc., che non tengono conto del funzionamento della guerra asimmetrica. Li trovate comunque qui. http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=189392 .

 E non dirò che alcuno di questi morti, inclusi i peggiori terroristi che si sono fatti esplodere o sono stati raggiunti dall'esercito israeliano, non siano da piangere. Più da compiangere sono gli innocenti, le vittime dei terroristi che sono morti senza ragione, mentre mangiavano una pizza o portavano i bambini a scuola in autobus. Ma questo è un altro discorso.

E però vorrei che qualcuno mi spiegasse come questi seimila morti nei dieci anni più duri del terrorismo e dell'autodifesa israeliana costituiscono il molto proclamato "genocidio palestinese": a fare i conti della spesa in media i morti palestinesi all'anno sono stati 630, poco più dello 0,007 per cento della popolazione che si ottiene sommando arabi con passaporto israeliano, abitanti di Gaza e Cisgiordania e "profughi"; se volte un termine di confronto, i morti in Italia per incidenti stradali nel 2009 sono stati quattro volte tanti, esattamente 2251 (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/01/incidenti-stradali-bilancio-polizia.shtml?uuid=1a8904a4-f88a-11de-b269-5171159944d0&DocRulesView=Libero).

E magari mi piacerebbe anche che qualcuno mi spiegasse perché la stampa di tutto il mondo, e anche quella italiana, ha dedicato per esempio al Darfur (più di trecento volte tanti morti) molto meno di trecento volte meno spazio. Io la mia idea ce l'ho e c'entra con il fatto che i palestinesi per la sinistra sono islamici che fanno una rivoluzione nazionale, alleati dunque conto "il potere" e "l'impero". E per la pancia cattolica profonda di tanta parte della nostra cultura, gli ebrei non hanno diritto a uno stato loro, perché sono una religione e non un popolo e anche una religione colpevole, che ha rifiutato il Messia. Non gli piace sentirselo ricordare, ma "per via di certi ostacoli teologici" la Chiesa riconobbe lo stato di Israele e scambiò con esso buona ultima fra gli stati del mondo, appena sedici anni fa, nel maggio 1994, ben dopo gli accordi di Oslo (per una storia di queste relazioni diplomatiche vista da parte cattolica, ma ampliamente  significativa, consultate questa pagina ufficiale: http://www.mfa.gov.il/PopeinIsrael/Italian/Relazioni_diplomatiche_Israele-Vaticano.htm. Questi sono i conti, e queste sono le ragioni dei conti: per la stampa e la politica non solo italiana, le stragi non si misurano con la statistica, ma con la rivoluzione o con la teologia.

Ugo Volli


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