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La Stampa Rassegna Stampa
28.09.2010 Guerra al terrorismo: Obama aumenta la sorveglianza di internet
Per bloccare i jihadisti in Usa. Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 28 settembre 2010
Pagina: 17
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Obama sulle orme di Bush : 'Spiate i social network'»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 28/09/2010, a pag. 17, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Obama sulle orme di Bush : 'Spiate i social network' ".


Maurizio Molinari

Sorvegliare le comunicazioni sui social network e registrare tutte le transazioni bancarie dall’estero oltre i mille dollari: sono le nuove misure cui l’Amministrazione Obama sta lavorando per aumentare la sorveglianza sui jihadisti che operano in America.
Negli ultimi dieci giorni prima Janet Napolitano, ministro della Sicurezza Interna, e poi Robert Mueller, capo dell’Fbi, hanno testimoniato al Congresso sottolineando i crescenti rischi dovuti al proliferare dei cittadini americani reclutati da gruppi terroristi islamici. L’attacco a Fort Hood, il fallito attentato di Natale a un aereo sopra Detroit e l’autobomba scoperta a Times Square sono gli episodi più noti di un fenomeno che Mueller attribuisce anche alla «capacità dei terroristi di reclutare via Internet negli Stati Uniti». Da qui le contromosse in arrivo.
A preannunciare la prima è il New York Times, secondo cui un team di esperti giuridici e di Intelligence sta studiando un regolamento che consentirà agli inquirenti di intercettare ogni tipo di comunicazioni elettroniche sui social network - da Facebook a Skype fino ai Blackberry - previa autorizzazione di un giudice, come già avviene nell’ambito delle inchieste dell’antiterrorismo. «Stiamo parlando di intercettazioni legalmente autorizzate» spiega Valerie Caproni, consigliere legale dell’Fbi.
L’idea è di basarsi sulla legge del 1994 in merito alle intercettazioni per estendere i mandati anche a ogni tipo di comunicazione digitale, con un «Going Dark Program» teso a impedire che i terroristi possano «restare nell’oscurità» grazie alle chat online. Si tratta di uno scenario che solleva le proteste delle associazioni per le libertà civili, ma l’Fbi ribatte che si tratterà di intercettazioni non indiscriminate ma tese a scongiurare episodi come quello di Faisal Shahzad, il pakistano-americano che sfruttò una chat per comunicare con i taleban sull’attentato a Times Square. Per avere la potenzialità di eseguire tali intercettazioni digitali i social network dovranno rendere leggibili le proprie chat, così come le chat basate all’estero dovranno accettare di installare in America servizi tali da rendere possibile la sorveglianza e, più in generale, gli ingegneri elettronici che programmano i software di giganti come Google, Yahoo e Facebook saranno chiamati a rimettere mano ai sistemi creati.
Altrettanto sta per avvenire sul fronte delle transizioni bancarie, dove è il Ministero del Tesoro a premere sulla Casa Bianca per il varo di nuovi regolamenti che obbligheranno ogni banca a informare il governo su transazioni dall’estero superiori ai 1000 dollari e non più, come avviene oggi, ai 10 mila. In concreto ciò significa far decollare il monitoraggio bancario da 1,3 milioni a 14 milioni di transazioni l’anno, al fine di puntare a intercettare quei passaggi di somme minori - per esempio attraverso Western Union - che possono consentire a gruppi jihadisti di finanziare singoli per spingerli a compiere attacchi da dentro il territorio americano.

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