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Parliamo di Filippo Landi, purtroppo 27/09/2010
Caro professor Volli,
non vorrei far la figura dell'importuno e, detto cripticamente tra noi, della "cojura de rottoni", ma il vice corrispondente (molto più vice che corrispondente, a dir la verità) RAI da Gerusalemme, dopo aver letto il Suo odierno articolo su I.C., "Chi parla per Israele sulla stampa italiana?", si è lamentato con me per non esser stato da Lei citato; infatti costui sostiene la veridicità del detto: "sputtanami pure, purché tu ne parli".
Lui è franco nell'esprimersi: ammette di essere fottutamente dalla parte del "valoroso popolo palestinese" (il noto "senza se e senza ma") e non per niente si è guadagnato l'epiteto di "megafono di Hamas". Mi ha perfino confidato di essersi fatto crescere i calli sulle ginocchia per prosternarsi davanti ai capataz palestinesi intervistandoli.
Ha giurato sul buon nome dell' umanitaria e paci-paci confraternita a cui appartiene (Paxcri.), di aver sempre evitato di esprimere alcunché di positivo sullo Stato di Israele, la Democrazia, lo sviluppo sociale ed economico, l'agricoltura, i Tribunali, l' assistenza sanitaria.
Ha giurato sui suoi figli di aver sempre denunciato Israele per violare e non volere la pace. In poche parole, orwellianamente parlando, "quattro gambe buono, due gambe cattivo" e chi abbia "quattro gambe", nel nostro caso, è comprensibile.
"Mai", egli sostiene, "ho fatto trapelare nelle mie apprezzatissime corrispondenze il 'gioco delle tre carte' tra Hamas e ANP, mai ho denunciato i lapalissiani propositi di queste due associazioni benefiche di distruggere Israele, ci mancherebbe altro, tengo famiglia io". In Al Qud (Gerusalemme, per gli infedeli), lui si sente al centro del Mondo, sente di avere una carriera per le mani, grazie ai suoi tre gloriosi Maestri nel suo memorabile apprendistato (Longo, Innaro e l'immarcescibile Cristiano Riccardo).
Lo ha confidato a me pregandomi di non farne parola con alcuno: in occasione del prossimo convoglio corsar-turchesco "Viva Palestina" in partenza verso la satrapia hamassiana di Gaza, uscirà un suo poema in stile omerico che inizia così:
"Canta, o dea, l'ira d'Hamas & Hezbollah,
rovinosa, che infiniti dolori inflisse a Israele,
gettò in preda all'Ade molte vite gagliarde...
L'uomo ricco d'astuzie raccontami, o Musa, che a lungo
errò dopo ch'ebbe distrutto la rocca sacra di Gerusalemme;
...
Professor Volli, lo accontenti, citi in una Sua Cartolina il novello poetastro che si crede già assiso in trono nei fasti del Parnaso e quale lattonzolo strarnazza dalla sua "Al Qud".
Cordialmente,
Bruno Basso
 
Gentile lettore, manca il nome, provvediamo noi: Filippo Landi.
IC redazione
 

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