martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Cosa significano le armi di Gioia Tauro 25/09/2010

La provenienza del materiale da Bandar Abbas non lascia dubbi sui suoi destinatari: il quantitativo è tale da poter logicamente escludere destinatari mafiosi o della malavita organizzata calabrese. Lo stesso criterio giova ad escludere possibili ipotesi di destinazione ad organizzazioni italiane di terrorismo politico brigatista, in quanto estraneo alla tecnica esplosiva per timer, che almeno in Italia resta una modalità tipicamente neofascista (piazza della Loggia a Brescia, stazione di Bologna ecc.) Nè tuttavia si può seriamente ipotizzare un destinatario neofascista attuale in quanto questo versante registra dopo la stagione delle stragi e della strategia della tensione una oggettiva cessazione della offensiva terroristica dovuta principalmente alla cattura di tutti i suoi leaders e allo spostamento all'interno delle carceri italiane del dibattito politico e della leadership organizzativa (fonte intracercaeraria "Quex") neofascista, tutta in captivitate (Tuti, Concutelli, Zani, Vinciguerra ecc.)

Quindi, per esclusione, non resta che una sola ed unica ipotesi: il fondamentalismo islamico nelle sue organizzazioni sia italiane che d'oltralpe, perchè non può essere concepito una trasferimento di queste dimensioni per sole organizzazioni o basi dislocate sul suolo italiano. Una spedizione di questo livello prova:

a) la fonte di partenza del materiale (L'Iran, ormai al vertice e fonte inesauribile della internazionale terroristica)

b) lo stoccaggio provvisorio del materiale in porti italiani

c) la scelta dell'approdo di stoccaggio in porto meridionale italiano, giudicato dalla intelligence terroristica scarsamente controllato e con ampie possibilità di manipolazione sulle funzioni di controllo in dipendenza della accertata connivenza della malavita locale con partners arabi e non solo per materiali scottanti, ma anche per ricettazioni di minore rilevanza criminale, come l'imbarco in questi porti in containers compiacenti destinati a mercati arabi di autovetture ricettate o rubate (Ferrari, Bugatti, Bentley ecc.) o di materiali tossici affondati poi col contanier di contenimento o con la nave stessa in corso di navigazione.

Quindi, almeno logicamente, resta una sola risposta alla inevitabile domanda: chi aspettava questo materiale?

La teoria di Dambruoso è erronea: è logicamente inverosimile che il dilettante, il terrorista sotto casa, il fanatico addestrato nella moschea dei navigli possa costituire il ricevente remoto oppure, per maggior chiarezza, potrebbe indubbiamente divenirne il destinatario o il vettore di frazioni del complesso blocco di esplosivo, ma inevitabilmente ed in qualsiasi caso occorre nella economia dell'attentato una organizzazione centrale di stoccaggio e distribuzione; l'addestramento è il compito minore perchè chi è disposto a esplodere con il suo gilet micidiale non necessita di grandi istruzioni o training di addestramento.

Il significato criminale della spedizione a Gioia Tauro è purtroppo univoco: esistono già in Italia centri operativi di tale importanza e rilevanza nella strategia internazionale del terrorismo islamico da meritare credito per stoccaggi di queste dimensioni.

La preparazione dei dirottamenti aerei dell'11 settembre richiese anni di sit-in di Atta e degli altri con simulazioni in sito della prova che avrebbero poi esperito quella maledetta mattina a Manhattan: lo stesso sit-in, non con simulazioni aeree ma con imbottimenti di autoveicoli secondo il modello afghano e iracheno degli attentati alla forza multinazionale, è per forza di cose da considerare come implicito in presenza di un caso di questo tipo.

Questo significa, se la nostra tesi è esatta, che la ripresa dell'impatto terroristico internazionale in Italia avrà il modello afghano (o iracheno o pakistano) della vettura imbottita e non invece la modalità selettiva di esecuzione individuale o dimostrativa, perchè l'islamizzazione della scena politica italiana è stata giudicata realizzabile con gli stessi modelli di quei paesi sul presupposto di una ritenuta similarità ed analogia fra il nostro ambiente e quello (classe politica corrotta e allo sbando, forte solidarietà politica per la causa islamica, antisionismo coniugato con l'anticapitalismo e l' opposizione ai governi liberali antimarxisti come quello di Berlusconi) Per di più la scelta dell'approdo mediterraneo non poteva non avere teste di ponte in porti italiani mediterranei già stretti in una contiguità geografica e commerciale con aree ad altissima vocazione terroristica ed in ogni caso vulnerabili al traffico internazionale franco per facilità di collusioni invece improbabili a Livorno o Genova o almeno qui più difficili.

Un sequestro di polizia giudiziaria, quindi,  che ci ha fatto scoprire di essere diventati la scena selezionata a Teheran e nei quartieri sporchi di Damasco e Kandahar di un processo di islamizzazione che è stato concepito e organizzato secondo modelli già sperimentati su scenari internazionali noti con modelli e strategie giudicate pienamente applicabili anche da noi, stante la palese equiparazione del nostro territorio alla scena afghana o pakistana quanto alla strategia di penetrazione e l'andamento incrementale eccezionale della solidarietà islamica in classi dirigenti fino ad oggi ostili (Fini e altri leaders del "nuovo centro" antiberlusconiano, antisionista e anticapitalista. La scena "ariana" diventa islamica solo che l'approdo calabrese o siciliano o pugliese possa contare su collusioni criminali locali a loro volta bisognose di materiali in sito per dimostrazioni di forza come la strage di Capaci o dei Georgofili, due lezioni di tecnica islamica che nei prossimi anni potremo verosmilmente considerare le prove di scena di un attacco scontato perchè ormai in atto.

Agevolato, oltre che dai mafiosi, dai politici che, pur di battere Berlusconi hanno già pubblicamente rivendicato "il Corano nelle scuole" e "la moltiplicazione delle Moschee come diritto alla libertà religiosa" e che continueranno a lottare contro qualsiasi misura di contenimento della immigrazione islamica, sia che sbarchi a Gioia Tauro, sia che sbarchi a Montecarlo.

Purchè non guasti i loro affari.

Israel we are.

Vitaliano Bacchi


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT