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L'Opinione Rassegna Stampa
22.09.2010 La solidarietà non è uguale per tutti
I palestinesi ricevono più fondi degli altri, perchè? Commento di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 22 settembre 2010
Pagina: 12
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Sulla Palestina piovono euro. E le Ong si ribellano»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 22/09/2010, a pag. 12, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Sulla Palestina piovono euro. E le Ong si ribellano ".


Dimitri Buffa

Adesso se ne accorgono anche le Ong: ai palestinesi vanno più soldi che a ogni altra tipologia di profughi. E spesso senza che questa cosa sia motivata da niente altro se non dal fatto che da una “buona stampa”. Tra Europa, Usa e Paesi arabi arrivano oltre un miliardo di euro l’anno, più quello che dà l’Onu, cioè qualche altro centinaio di milioni di euro. A fronte di questo però chi si recasse a Gaza vedrebbe la ben strana situazione di un territorio diviso in due: i boss di Hamas e i loro clientes che se la spassano come emiri del Dubai, pure prediligendo mandare in giro le loro donne come in Iran o in Arabia Saudita (e arrivando a incendiare il parco giochi acqatico perché mal sopportano uomini e donne in costume da bagno), il resto della popolazione costretto a subire i continui taglieggi mafiosi e con acqua e elettricità razionate.
Se si va nella Cisgiordania addirittura si parla di rinascita economica, come ricorda il numero in edicola dell’ “Economist” che fornisce un servizio (a pagina 46) in tal senso su Jenin, la città da cui partivano i “martiri suicidi” per farsi esplodere in Israele e che adesso, grazie alla real politik di Abu Mazen è stata ripulita dalle bande armate, dai terroristi e dai trafficanti di droga, per diventare la nuova capitale economica della futura Palestina. Addirittura i vigili sono capaci di imporre multe da 133 dollari a chi guida parlando al telefonino, roba che fino a poco tempo fa sarebbe stata considerata fantascienza.
Ad accorgersi dei troppi privilegi verso i profughi palestinesi è stata la Ong Oxfam France che in un rapporto di 108 pagine scaricabile dal suo sito Internet parla diffusamente dei figli e dei figliastri in materia di aiuti umanitari: un congolese riceverebbe, ad esempio, 27 volte meno di un palestinese, e 7 volte meno che un afgano. Oxfam France ha deciso di pubblicare quindi una specie di classifica tra i paesi assistiti, proprio in occasione della giornata mondiale dell'aiuto umanitario. L'Ong ha esaminato le donazioni verso dodici nazioni in guerra. Un afgano riceve, tanto per fare un esempio, 179 dollari all'anno contro i 25 di un congolese e i 10 di un pachistano.
“Ancora prima delle inondazioni e dell'emergenza umanitaria di questi giorni -  spiegava lo scorso agosto a “Repubblica” Nicolas Vercken che è il responsabile del settore conflitti della Ong - le donazioni al Pakistan erano molto basse”.
Ma, come nota Oxfam France, ci sono 2,7 milioni di profughi pachistani, record mondiale spesso dimenticato. Alcuni risalgono alla guerra del 1947 con l’India ma siccome non godono di buona stampa come i palestinesi non se li fila nessuno.
“Spesso - nota l'Ong - prevalgono altre logiche”. Quali? Quelle delle esportazioni di armi. Nel 2008 il budget dall'Unione Europea verso Islamabad, rileva Oxfam France, era stato pari a 265 milioni di euro. “Purtroppo la solidarietà dei nostri governi – continuava Vercken nel colloquio dello scorso agosto con Anais Ginori - segue anche convenienze economiche o di alleanze geopolitiche”. E per una volta pure il ruolo dei media è sotto accusa.
“I riflettori sono puntati unicamente su tre conflitti: Iraq, Afghanistan e Medio Oriente”.
Gli aiuti per Sudan, Ciad, Somalia e Repubblica Democratica del Congo sono stati nel 2009 pari a 2,9 miliardi, una cifra imparagonabile, sempre secondo Oxfam France, ai 100 miliardi destinati al salvataggio per la Grecia dal Fondo monetario internazionale e dall’Unione Europea.
“Abbiamo fatto questa classifica per provocare le coscienze, suscitare un dibattito”, raccontava Vercken. “La comunità internazionale - secondo  il dirigente di Oxfam France - avrebbe il dovere morale di dare una risposta uguale tra tutte le popolazioni”. Per ora però si sono accorti di questa cosa solo i Liberali per Israele che hanno pubblicato un sunto di questo rapporto mastodontico sul proprio sito e sui blog ad esso collegati. Sunto preso dal su citato pezzo su “Repubblica” di Anais Ginori passato però sotto silenzio. Attendiamo fiduciosi che anche altri grandi media si accorgano di questa situazione tragicomica e paradossale e magari che mettano la cosa in prima pagina.

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