Sergio Romano vede bene la Turchia in Europa Perchè non l'Iran ?
Testata: Corriere della Sera Data: 22 settembre 2010 Pagina: 49 Autore: Sergio Romano Titolo: «Turchia in Europa avanti, ma con giudizio»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/09/2010, a pag. 49, la risposta di Sergio Romano ad un lettore dal titolo " Turchia in Europa avanti, ma con giudizio".
Sergio Romano
Un lettore esprime perplessità e dubbi sul fatto che l'ingresso della Turchia in UE sia auspicabile. Le sue perplessità sono dovute all'inevitabile aumento del flusso immigratorio islamico che ne conseguirebbe e a fattori economici. Romano glissa sulla questione economica e si concentra sull'aspetto islamico e scrive : " Il governo Erdogan è più democratico di quanto fosse la Turchia negli anni in cui i militari decidevano, con metodi bruschi e autoritari, chi dovesse governare il Paese. La sua democrazia è imperfetta, ma sono rari i Paesi dell’Ue che possano scagliare la prima pietra.". La riforma della Costituzione decisa da Erdogan e confermata da un referendum non ha reso la Turchia un Paese più democratico, ma più islamico. I militari erano garanti della laicità dello Stato. Romano continua : "Sulla questione armena e curda vi sono stati, nel corso di questi anni, segnali interessanti che sarebbe sbagliato sottovalutare.". Quali sarebbero questi segnali interessanti ? Romano potrebbe specificarne qualcuno ? in Turchia è ancora reato menzionare il genocidio degli armeni e la situazione con i curdi non è risolta. " La Turchia è musulmana, ma soltanto un integralista cristiano può pensare che l’identità religiosa di un Paese rappresenti un ostacolo insormontabile al suo ingresso in una Unione dove le istituzioni sono e devono restare laiche.". L'islam è una religione di Stato, non è possibile separarla dalle istituzione statali. La Turchia laica non esiste più. Etichettare il lettore dandogli dell'integralista cristiano non cambia la realtà.E' un dato di fatto che la Turchia non ha niente a che vedere con l'Europa. Non ne condivide i valori. E la riforma della Costituzione appena decisa da Erdogan ha solo accentuato questo aspetto. Romano scrive : " il fattore Islam è in realtà una delle ragioni per cui dovremmo considerare l’adesione della Turchia con interesse. Grazie al suo dinamismo economico e alla vivacità democratica della sua società, la Turchia è oggi un modello per tutti i Paesi musulmani che non riescono a conciliare tradizione e modernità. ". Ecco il nocciolo della risposta di Romano, la Turchia dovrebbe entrare in Europa proprio perchè è islamica. Sulla sua modernità ci sono parecchi dubbi, per Romano è un esempio per tutti gli altri Paesi islamici, non è ben chiaro perchè. Per quale motivo la Turchia dovrebbe essere un esempio ? Per istigare gli altri Paesi islamici a mandare flottiglie a Gaza ? Per far ulteriormente peggiorare i rapporti tra Israele e Stati islamici ? Per insegnare a falsificare meglio la storia e negare un genocidio ? Per dimostrare come sia facile eliminare dalle istituzioni la propria componente laica in favore di quella religiosa ? Per migliorare i rapporti con Iran e il suo nucleare, Siria, Hezbollah, Hamas ? Romano continua : " Le sue telenovelas televisive (versione turca di «Beautiful» e «Csi») circolano in tutto il Medio Oriente e sono la sfida più efficace lanciata da un Paese musulmano contro la censura bigotta degli imam". Anche quella contro Tzahal è una sfida agli imam ? Turchia in Europa ? Più che 'avanti, ma con giudizio', stop e con decisione. Ecco lettera e risposta di Sergio Romano:
Vorrei conoscere il suo pensiero sulla proposta di far entrare la Turchia nell’Ue. Personalmente sono contrario e non vedo i motivi per accogliere la richiesta. Non vi sono motivi geografici, storici, nè di comune identità in tema di libertà, garanzie civili, diritti umani, né tanto meno religiosi. La posizione del Governo turco sulle questioni riguardanti gli armeni e i curdi non può essere condivisibile a livello Ue. Recentemente sono state ammesse nella Ue troppo precipitosamente alcune nazioni e questo ha creato squilibri che dovrebbero indurre alla cautela. Altre due cose mi preoccupano: 1) la Turchia non diventerà la porta d’ingresso per una massiccia e non controllabile immigrazione in Europa? 2) poi non ci ritroveremo in una situazione finanziaria analoga a quella della Grecia?
Fabrizio Repetti repettifab@tin.it
Caro Repetti,
Lei ha esposto con chiarezza i motivi della sua opposizione all’ingresso della Turchia nell’Unione europea. Proverò a spiegare perché in questo immaginario processo alla Turchia possano essere sostenute posizioni diverse.
Non esiste una precisa configurazione territoriale dell’Europa. I suoi confini si sono progressivamente spostati verso nord e verso est sino a includere Paesi che non facevano parte del nucleo europeo originario. L’Impero ottomano è per molti aspetti l’erede dell’Impero romano d’Oriente ed è sempre stato parte integrante del sistema politico europeo. La rivoluzione kemalista, dopo la Grande guerra, fu un evento europeo, ispirato dalle nostre grandi ideologie del XIX secolo. Il governo Erdogan è più democratico di quanto fosse la Turchia negli anni in cui i militari decidevano, con metodi bruschi e autoritari, chi dovesse governare il Paese. La sua democrazia è imperfetta, ma sono rari i Paesi dell’Ue che possano scagliare la prima pietra. Sulla questione armena e curda vi sono stati, nel corso di questi anni, segnali interessanti che sarebbe sbagliato sottovalutare. La Turchia è musulmana, ma soltanto un integralista cristiano può pensare che l’identità religiosa di un Paese rappresenti un ostacolo insormontabile al suo ingresso in una Unione dove le istituzioni sono e devono restare laiche.
Aggiungo, caro-Repetti, che il fattore Islam è in realtà una delle ragioni per cui dovremmo considerare l’adesione della Turchia con interesse. Grazie al suo dinamismo economico e alla vivacità democratica della sua società, la Turchia è oggi un modello per tutti i Paesi musulmani che non riescono a conciliare tradizione e modernità. Il suo stile di vita, rispettoso della religione ma aperto a influenze laiche e straniere, piace alle società emergenti della Siria, del Marocco, della Giordania, dell’Iraq, persino dei Paesi del Golfo e dell’Iran. Le sue telenovelas televisive (versione turca di «Beautiful» e «Csi») circolano in tutto il Medio Oriente e sono la sfida più efficace lanciata da un Paese musulmano contro la censura bigotta degli imam. Istanbul è diventata in questi anni una delle principali mete del turismo arabo.
Questo non significa che l’ingresso della Turchia nell’Ue possa avvenire in tempi brevi. Se la ratifica del trattato di adesione fosse sottoposta a referendum, molti Paesi, in questo momento, direbbero no. Perché il problema turco divenga attuale, occorre convincere le pubbliche opinioni europee e, soprattutto, consolidare le istituzioni dell’Ue. La Turchia potrà entrare in Europa soltanto quando l’Unione avrà assunto una configurazione più chiaramente federale.
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