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L'Opinione Rassegna Stampa
21.09.2010 'Bombardare l’Iran'. Non lo dicono a Washington, ma a Ryiad
Cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 21 settembre 2010
Pagina: 13
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «'Bombardare l’Iran'. Non lo dicono a Washington, ma a Ryiad»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 21/09/2010, a pag. 13, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " 'Bombardare l’Iran'. Non lo dicono a Washington, ma a Ryiad".


Dimitri Buffa

L’Iran con la bomba atomica? “L’opzione militare potrebbe essere quella giusta”. Dove è la notizia? Che questa affermazione non promana da Washington o da Gerusalemme. Ma da Riyad, più precisamente da un editoriale del quotidiano del regime saudita, “Al Madina”, che risale allo scorso 15  agosto e di cui in molti hanno fatto finta di non accorgersi per carità di patria.
Fatto sta che, così continuando l’andazzo, se un domani Israele bombardasse gli impianti nucleari di Teheran, lo potrebbe fare con l’avallo e il plauso della maggior parte dei Paesi arabi sunniti, moderati o meno che siano, esclusa solo la Siria.
L’Egitto recentemente ha invitato i Paesi arabi a dotarsi di bombe atomiche come deterrente anti iraniano e non più anti sionista, e su “Al Madina” invece si può leggere che “Teheran sta facendo salire di grado il suo conflitto con la comunità internazionale e, in questo caso, alcuni potrebbero considerare l’opzione militare come la migliore soluzione. Ritardare il ricorso a questa opzione può condurre ad un punto dove sarebbe impossibile praticarla – cioè qualora Teheran riuscisse a costruirsi una sua bomba.”
Insomma si parla in terza persona ma si pensa in prima.
Ancora più significativo il fatto che questo editoriale non sia firmato, il che vuol dire che esprimerebbe il punto di vista del giornale, e il giornale, come la maggioranza di quelli che vengono stampati a quelle altitudini, non esprime di certo neanche un centimetro quadrato di opinione che non sia stata prima vagliata dalla corte di re Abdallah.
“Quello che preoccupa è che il reattore di Bushehr è più vicino ad alcune capitali del Golfo di quanto non lo sia alla stessa capitale iraniana, ed anche il fatto che sia molto vicino alle importanti rotte petrolifere che passano attraverso il Golfo Arabico – mettendo così in grande pericolo i paesi vicini, sia nel caso di un attacco che in quello di un’eventuale perdita di materiali radioattivi. Per di più, il reattore di Bushehr potrebbe diventare il sito dove Teheran svilupperà il suo arsenale nucleare che potrà poi usare come strumento per imporre delle richieste o esercitare pressioni nella regione. Questo è un sospetto che l’Iran non è riuscito ad allontanare finora”.
Insomma più chiari di così si muore. O si bombarda. O si lascia bombardare qualcun altro al posto tuo.

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