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La targa di Arafat 21/09/2010

Torna difficile pensare che gli studenti dell'Istituto Superiore "Machiavellii" possano trovare utile per la loro formazione alla tolleranza e al rispetto delle culture diverse la presenza di una lapide che ricorda un terrorista corresponsabile della morte di civili Israeliti ed in particolare, qui a Roma, del piccolo Tachè. Riporto le precise parole di questo terrorista ,usate per esprimere il proprio pensiero, durante una intervista ad una nota giornalista:
 " E' lo scopo della nostra lotta ed essa non ammette nè compromessi nè mediazioni. No! Non vogliamo la pace. Vogliamo la guerra, la vittoria. La pace per noi significa distruzione di Israele e nient' altro. Ciò che voi chiamate pace, è  pace per Israele e gli imperialisti. Per noi è  ingiustizia e vergogna ".
I giovani sono come noi insegniamo loro ad essere; l'ulteriore permanenza di questa lapide, oltre ad essere estremamente diseducativa, diminuisce la credibilità  di questo Liceo.
un ex insegnante,
Francesco Bianchi

Sullo stesso argomento esce oggi su IC il commento di Deborah Fait.
IC redazione


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