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Tre lettere a Repubblica 20/09/2010

A: "rubrica.lettere@repubblica.it" Conversazione: Per Alberto Stabile

 Gentile signor Stabile, lei scrisse giovedì scorso: "Pare che uno degli ordigni (sparati da Gaza) contenesse del fosforo, una sorta di ritorsione contro le bombe al fosforo sganciate dagli israeliani durante l´operazione Piombo fuso". La prima domanda che vorrei porle è: essendo, l'uso del fosforo, provato e confermato anche da fonti indipendenti, a che cosa è dovuta la sua scelta di usare una formula dubitativa? La seconda domanda è: lei conosce la differenza fra un razzo illuminante e una bomba? Se la conosce, perché mette sullo stesso piano il fosforo usato da Israele - come alla fine anche gli enti meno amici sono stati costretti a riconoscere - per illuminare l'area e le bombe al fosforo lanciate dai palestinesi contro la popolazione civile allo scopo di far morire le persone nel modo più atroce? E se non la conosce, non sarebbe opportuno provvedere a informarsi, prima di avere la pretesa di informare gli altri?

Distinti saluti
Emanuel Segre Amar

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A: "rubrica.lettere@repubblica.it" Conversazione: Per il dottor Zucconi 

 Egregio dottor Zucconi,
quanto da lei affermato nell'articolo da lei scritto per Repubblica di giovedì è del tutto fuori luogo. Se ho compreso bene, la sua tesi sarebbe che, a fronte di un fanatismo di fede islamica, vi sarebbe, anche in America, un fanatismo non molto diverso. Ma poi gli esempi che lei porta fanno riferimento ad un reverendo di nome Jones che predica di fronte a 50 anime, o ad altre forme che vanno ristrette al campo privato, quando addirittura non sono fatte risalire ad anni più o meno lontani. Ma come fa lei a paragonare simili forme di "fanatismo" a quello islamico che distrugge e uccide? Addirittura, in un paese attualmente da considerare moderato come l'Egitto, è stato recentemente un ministro della cultura, riverito in tutto il mondo, a dichiarare di voler bruciare i libri di autori israeliani che avesse eventualmente trovato nelle librerie del paese, per non parlare delle pene inferte, in tanti paesi, a coloro che possiedono una Bibbia. E di esempi di questo genere, lei sa bene, sono piene le cronache di tutti i giorni, per non parlare delle migliaia di episodi che giornalisti troppo occupati a puntare l'indice sul "fanatismo americano" dimenticano di riferire. Vede, il suo paragone proprio non regge. Da una parte lei ricorda che il presidente Obama raffredda gli animi accesi (ha anche telefonato al su-ricordato Jones), ma dall'altra parte lei tace quanto succede in un mondo sempre più fanatico, a partire proprio dai capi-dittatori (Ahmadinejad le fa venire in mente qualcosa?). Insomma, da una parte si calmano gli animi, dall'altra si aizzano.

 Distinti saluti
Emanuel Segre Amar

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A: rubrica.lettere@repubblica.it

Al direttore
La pubblicazione in contemporanea degli articoli di Zucconi e di Keper nell'edizione di giovedì non può non avere un significato ben preciso: appunto quello che Kepel indica nelle sue parole. Ma lei, direttore, crede davvero a questa mistificazione della realtà? Vede, la civiltà nostra è sicuramente molto malata, e non soltanto da oggi; ma se questa è la condizione nella quale ci troviamo, e ci dobbiamo confrontare tutti, lo dobbiamo anche a coloro, come lei, che pubblicizzano certe "verità" che tali non sono, ma che vengono vendute come tali solo per ingannare il lettore meno avveduto. E' troppo facile addossarsi tutte le colpe, ed in particolare proprio le colpe di coloro che vogliono conquistare la nostra civiltà e distruggere la nostra cultura. La storia insegna, per chi la sa leggere, quali sono le conseguenze di simili misfatti. L'Italia è piena di persone che, troppo tardi, si sono accorte di aver sbagliato e hanno girato pagina senza farsi un esame di coscienza. Le conseguenze le pagano proprio gli italiani. Provi a rileggere i due articoli che le ho menzionato ed a riflettere alle mie parole. Poi, se vuole, potremo anche discuterne a voce.

 Emanuel Segre Amar


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