Cari amici, ogni tanto qualcuno chiede a "Informazione Corretta" e a me personalmente perché ce l'abbiamo tanto con la sinistra, che ha evidentemente ragione in tutto, dato che sta dalla parte del progresso. Noi cerchiamo di rispondere arrancando, parliamo di pregiudizi, di doppio standard, abbiamo perfino il coraggio di insinuare che la sinistra non sia equa nei confronti dell'entità sionista che noi ci ostiniamo a chiamare Israele. Ma è chiaro, sono penosi balbettamenti. Dopo un lungo esame di coscienza, ho capito che il nostro evidente rancore per la sinistra è dovuto esclusivamente a invidia. Invidia per le certezze (direi religiose, se non temessi di offendere) che la nutrono e soprattutto per la straordinaria capacità di informazione sulla vera verità (ben al di là della banalità dei fatti) che ne arricchisce l'incrollabile coscienza ideologica. Leggete per esempio qui la straordinaria analisi che un umile militante del Partito della Rifondazione comunista di Nichelino (TO) è in grado di esprimere sui temi umanitari più importanti del momento. Se è lui a sapersi esprimere in maniera così lucida, che diremo dei leader del sindacato, dei socialdemocratici europei, dei dirigenti nazionali e internazionali che, senza dirlo, la pensano alla stessa maniera?
L'analisi parte dalla disgraziata donna iraniana torturata e minacciata di morte come adultera, anzi da quella che credevamo tale, ma è tutt'altra cosa. Leggete: "La potenza della macchina propagandistica dell'Impero è davvero impressionante. Non credo molto alla esistenza dei messaggi subliminali ma certamente è davvero strepitoso come pur sapendo tutti che la signora Sakineh non sarà lapidata si continuino a fare manifestazioni ed a raccogliere firme contro la lapidazione. La macchina della menzogna è in grado di travolgere la verità." E perché, chiediamo noi poveri ignoranti, questa terribile azione della "macchina propagandistica dell'Impero"? Perché creare una vittima dove non c'è? Perché trasformare una lapidazione che certamente non avverrà in una causa popolare? Semplice, è una "campagna che sta umiliando l'onore la dignità dell'Iran come Stato e che, in definitiva, è una campagna di odio, di scientifica denigrazione, per preparare l'opinione pubblica mondiale a quanto stanno tramando gli USA ed Israele che hanno navi, aerei, truppe acquartierate ai margini dell'Iran e pronte a sferrare un attacco mortale."
Ma, domandiamo ancora, perché insistere a "umiliare" il povero Stato iraniano, perché "denigrarlo" e per di più "scientificamente"? Anche qui la risposta è semplice: "L'Impero per giustificare le sue guerre di aggressione, per spingersi sulla strada del dominio del mondo ha bisogno di crearsi delle icone, delle figure che materializzano l'idea di ciò che bisogna difendere e di ciò che bisogna combattere e diventino eroine della grande battaglia di "valori". Ieri l'Icona dell'Iran era Neda, la ragazza uccisa durante una rivolta contro il Governo. Sulla sua morte ancora oggi, nonostante è stato provato da eminenti scienziati che il sangue che ne copriva la faccia non poteva essere vero, si continua a parlarne come di una martire. Questa icona viene sostituita oggi dalla signora Sakineh che viene griffata con uno slogan di grandissimo impatto: no alla lapidazione. Che cosa può suscitare in noi raccapriccio maggiore della lapidazione? Nonostante l'impupata storia faccia acqua da tutte le parti si continua imperterriti ad andare avanti. Chi se ne frega?"
La morta scientificamente non poteva essere morta, la donna da lapidare non potrà essere lapidata, tutte balle. Dunque vedete, è sbagliato commuoversi per queste "icone" (e se vi interessa anche per il Dalai Lama, per la leader birmana San Su Kui, per i monaci buddisti per i dissidenti russi del tempo di Stalin, e cubani e cinesi e per altre creature dell'"Impero". "Chi se ne frega" di costoro? Infatti "queste eroine hanno una caratteristica in comune: sono piazzate in posti dove ancora l'influenza dell'Impero non è arrivata. Birmania, Cuba, Iran sono fuori dall'area di influenza e di condizionamento degli USA e delle multinazionali. Debbono essere 'normalizzate' al più presto. L'impero deve aggiungere altre basi militari alle mille che ha sparse in un reticolato enorme in tutto il mondo." (http://rifondazionenichelino.blogspot.com/2010/09/le-icone-dellimpero.html).
Parole sante, verità storica occulta ma ben chiara agli occhi del nostro rifondatore del comunismo. Inutile dire che "icone" e "santini" sono anche gli israeliani ammazzati dal terrorismo, anzi scusate, eliminati dalla rivoluzione mondiale che avanza. Immondizia che si spazza via. Quel che conta è lei, la rivoluzione mondiale, la lotta all'America, che giustamente l'Iran chiama "grande Satana" e al "piccolo Satana che sarebbe la nostra entità sionista. Il resto è spazzatura. Grande certezza mistica, visione profetica di una filosofia della storia in cui tutti prima o poi saremo soggetti alla dittatura del proletariato, anche se provvisoriamente rappresentato dagli ayatollah. Per questo ce l'abbiamo con la sinistra, per invidia, perché non siamo in grado di arrivare neanche lontanamente alla sua lucidità intellettuale e alla sua altezza morale.
Ugo Volli
P.S. E non ditemi che questi sono deliri estremisti e che la sinistra quella vera non la pensa così. Semplicemente il signor Pietro Ancona, così si chiama l'autore nichelinense dell'articolo, dice con chiarezza un po' ingenua quello che i saggi leader nazionali e internazionali pensano ma si tengono per loro, per non impressionare i poveracci abbagliati dalle icone. Non sempre, come sapeva Lenin, è opportuno dire la verità. Non tutta, non subito. Anche per loro, che invidia