Su REPUBBLICA di oggi, 19/09/2010, a pag.18, con il tirolo " Ebadi: altre venti come Sakineh,dobbiamo riuscire a slavarle tutte", l'intervista a Shirin Ebadi di Daniel Salvatore Schiffer.
Quello che nessuno ancora dice apertamente, nemmeno Shirin Ebadi, è che ci saranno ancora altre Sakineh, finchè al potere in Iran ci saranno i mullah. L'unico modo per cambiare pagina è un rovesciamento del regime.
Ecco l'articolo:
Sakinneh Mohammadi Ashtiani
BRUXELLES - Sakineh Mohammadi Ashtiani, l´iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e complicità in omicidio, è diventata un´icona planetaria. Ma non è solo per lei che l´avvocatessa iraniana Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace, lotta senza posa. «In Iran - ricorda -almeno altre 24 persone attendono la stessa sorte».
Signora Ebadi, cosa pensa della mobilitazione internazionale per Sakineh?
«Non posso che rallegrarmene. Tanto più che Sakineh è totalmente innocente. L´adulterio, il primo capo di imputazione a suo carico, non è né un crimine né un delitto. Quanto all´accusa di presunta complicità nell´omicidio del marito, si basa su confessioni che le sono state estorte sotto tortura psicologica e fisica. Ma oltre a Sakineh, almeno altre 20 donne e 4 uomini attendono la stessa crudele sorte: la morte per lapidazione. Nelle carceri iraniane ci sono anche oltre 800 prigionieri politici, diverse decine dei quali condannati a morte. Non si tratta, dunque, della sola Sakineh».
Chi altro? Ha nomi da segnalare?
«Gli esempi sono numerosi. C´è Shiva Nazarahari, giovane giornalista accusata di "cospirazione contro Dio" (morahebeh in farsi) per il solo fatto di avere scritto degli articoli contro il regime. Le è stata concessa la libertà su cauzione, ma nulla garantisce che, a fine processo, non venga condannata a morte. C´è l´avvocatessa per i diritti umani Nasrin Sotoudeh, arrestata per "propaganda contro lo Stato". Le esecuzioni si svolgono quasi quotidianamente: una al giorno dopo l´ascesa al potere di Ahmadinejad»
Anche gli omosessuali rischiano la pena di morte in Iran...
«È il caso di Ebrahim Hamidi di soli 18 anni, che rischia di essere impiccato da un momento all´altro. La sua situazione è ancora più precaria di quella di Sakineh, perché se ne parla molto meno».
Lei lotta anche per mettere fine alle leggi che in Iran colpiscono molto duramente adolescenti e bambini.
«L´età della responsabilità criminale in Iran è fissata a nove anni per le bambine e a 15 per i bambini. Questo significa che se una bambina di 10 anni commette un crimine sarà condannata con la stessa durezza che un uomo di quarant´anni. È per questo motivo che l´Iran detiene il triste primato del più alto numero al mondo di esecuzioni di minori».
Cosa può fare l´Occidente?
«Continuare senza posa questa lotta per i diritti umani. Sradicare questa violenza degli organi politici, religiosi e giudiziari dell´Iran. Per questo faccio appello non solo agli intellettuali, ma anche ai leader mondiali perché si battano per mettere fine a questa pena barbara e crudele che è la lapidazione. Ma anche all´impiccagione o a qualsiasi altra forma di pena capitale».
È favorevole a sanzioni economiche nei confronti dell´Iran?
«Non potrebbero che avere conseguenze positive. A condizione, ovviamente, che non colpiscano la popolazione. Bisogna indebolire i dignitari del regime. Bisognerebbe procedere, per esempio, al congelamento di tutti i loro averi nei Paesi democratici, impedirgli di viaggiare negando loro il visto e boicottare i loro incontri o discorsi in seno agli organismi politici internazionali».
Pensa che Sakineh sarà risparmiata dalla giustizia iraniana?
«Non ho nessuna fiducia nell´attuale governo iraniano. Solo il capo del potere giudiziario ha il diritto di presentare una domanda di grazia. E questa va presentata alla Guida suprema: l´ayatollah Khamenei. È a lui che conviene indirizzare i nostri appelli alla clemenza».
(Traduzione di Luis E. Moriones. L´autore è il promotore dell´appello per Sakineh che ha raccolto oltre 140mila firme
sul sito di Repubblica)
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