Dunque, ricapitoliamo. Se gli israeliani, durante un conflitto aperto, sparano dei proiettili illuminanti che contengono fosforo sopra il campo di battaglia, questo è un crimine di guerra, che eccita molto Goldstone e allievi. Se i palestinesi da Gaza sparano dei razzi al fosforo su case e scuole dei villaggi civili in pieno territorio israeliano, poverini, stanno facendo la resistenza. Se gli israeliani (benestanti) si godono il mare e il sole e fanno affari, sono materialisti, disinteressati alla pace, spoliticizzati. Se i palestinesi di Gaza (quelli arricchiti dai contributi internazionali) stanno in spiagge (rigorosamente separati per sessi) e fanno affari (col contrabbando), be' , poverini, dovranno pur vivere. Se i palestinesi bloccano le trattative, è giusta tattica negoziale. Se gli israeliani pongono delle condizioni, stanno sabotando il negoziato. Se i palestinesi costruiscono nei loro villaggi siti in territorio chiaramente israeliano, fanno bene, ci mancherebbe; se degli israeliani costruiscono in territorio conteso, sono dei coloni, dei criminali di guerra, dei prepotenti, per non dire di peggio. Se i libanesi di Hizbollah sparano oltre confine, resistono; se gli israeliani rispondono al fuoco, stanno cercando di riportare la guerra in Libano. Se Abu Abbas vuole il riconoscimento di uno stato arabo e Judenfrei (cioè cacciando i "coloni") in Giudea e Samaria, esercita il diritto del suo popolo a uno stato; se Netanyahu vuole il riconoscimento del carattere nazionale ebraico di Israele, senza sognarsi di cacciare gli arabi che ci abitano è un prepotente guerrafondaio.
Giusto no? Sapete come chiamano i giornalisti italiani questo modo di raccontare le cose? Informazione oggettiva, la realtà dei fatti.
Ugo Volli
PS: Questa è una cartolina straordinaria, che ha trovato una buca delle lettere fuori ordinanza. Hatima tovà a tutti i lettori che fanno Kippur, a risentirci domenica.