Ecco come l'Iran usa le agenzie Onu per aggirare l'isolamento diplomatico Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 17 settembre 2010 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Così l’Iran è riuscito a penetrare nelle grandi agenzie delle Nazioni Unite»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 17/09/2010, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Così l’Iran è riuscito a penetrare nelle grandi agenzie delle Nazioni Unite".
Giulio Meotti
Roma. L’Iran sta usando le grandi agenzie delle Nazioni Unite per aggirare l’isolamento diplomatico. Il paradosso è ormai visibile in molte delle commissioni del Palazzo di vetro. La prossima settimana il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad sarà presente a un incontro internazionale a New York sul disarmo. “Ahmadinejad parteciperà agli incontri di maggior livello”, ha assicurato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. E’ interessante studiare l’iperattivismo iraniano all’Onu proprio nei giorni in cui si parla degli effetti delle sanzioni sul regime. A marzo Teheran è entrato a far parte della Commissione per lo status delle donne. Gli ayatollah hanno ottenuto un seggio quadriennale alla Commissione Onu per i diritti delle donne, sebbene il regime iraniano sia uno dei più duri al mondo verso il sesso femminile, che vive in uno stato di semi segregazione. E’ la stessa Commissione, appena ribattezzata “UN Women”, che sarà presieduta dall’ex presidente cilena Michelle Bachelet e che assorbirà i compiti di quattro diversi organi del Palazzo di vetro. Di diritti femminili si occupa anche la maggiore organizzazione dell’Onu, l’Undp, il Programma per lo Sviluppo, di cui Teheran è a pieno titolo uno dei trentasei membri. Nel 2009 l’Iran ne è stato addirittura il presidente. C’è un delegato iraniano anche all’Unfpa, il fondo per la Popolazione, e all’Unifem, il fondo di Sviluppo per le donne. Nonostante vi siano prove di un traffico di armi chimiche dall’Iran a Hezbollah, Teheran per tutto il 2011 sarà il vicepresidente dell’Opcw, l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Proprio ieri Hamas ha lanciato razzi al fosforo, tra le principali armi chimiche, contro Israele. Gerusalemme pensa che a fornire il fosforo ad Hamas siano stati gli emissari di Teheran. A maggio l’emittente araba al Arabiya aveva rivelato che centinaia di Guardiani della Rivoluzione iraniana sarebbero presenti in Sudan con il duplice scopo di addestrare l’esercito sudanese e di costruire armi chimiche. Non è la prima volta che il Sudan si impegna nella costruzione di armi chimiche e nel loro contrabbando. Nel 1998 aerei americani bombardarono una fabbrica di armi chimiche mascherata da fabbrica di medicinali nei pressi di Khartoum. Lo scorso anno furono (presumibilmente) gli israeliani a bombardare un convoglio di armi di provenienza iraniana che da Port Sudan si stava dirigendo verso Gaza. Anche Hezbollah sarebbe in possesso di armi chimiche iraniane arrivate via Siria. L’Iran siederà anche nell’Unodc, l’ufficio Onu per la droga e il crimine, nonostante siamo sempre più a conoscenza delle cronache di impiccagioni pubbliche di massa dei trafficanti di droga. Nel passato, Teheran ha eseguito condanne a morte a molti dissidenti come ordinari criminali e trafficanti di droga. Teheran è dentro anche alla Ccpcj, la Commissione sulla Prevenzione del crimine e la giustizia penale. Non male per un paese che all’Onu dovrebbe promuovere la legalità ma che, dopo la Cina, figura come leader mondiale nelle condanne a morte. Sono state 402 le esecuzioni in Iran soltanto nell’ultimo anno. Più di una al giorno. Il massimo in dieci anni. Il venti per cento in più rispetto al 2008. Nel 2001 furono “appena” 75 le esecuzioni. Se non bastasse, l’Iran è anche nel board esecutivo dell’Unicef, l’agenzia Onu per il rispetto dell’infanzia, nonostante Teheran spedisca spesso alla forca anche i minorenni (anche questo è un record mondiale). Secondo i dati di Stop Child Executions Campaign, un centinaio di minorenni, spesso bambini, sono in attesa di essere giustiziati. Da questo aprile l’Iran è entrato per quattro anni nella commissione con base a Ginevra per la Scienza, la Tecnologia e lo Sviluppo. Lo stesso Copuos, l’orwelliano Comitato per l’uso pacifico dello spazio, è presieduto da Ahmad Talebzadeh dell’Iranian Space Agency. Anche se da oltre un anno si rincorrono dossier e notizie di vario tipo sull’uso di satelliti iraniani da usare nel caso di un attacco israeliano ai siti nucleari di Teheran. L’Iran siede anche nel consiglio dell’Unhcr, cioé l’Agenzia per i rifugiati; nell’Unep, il Programma per l’ambiente, e nell’Un Habitat, ovvero il Programma per gli insediamenti umani. Usando le parole del celebre matematico francese Laurent Lafforgue, “è come se un Alto Consiglio dei Diritti dell’Uomo decidesse di fare appello ai Khmer rossi per costituire un gruppo di esperti per la promozione dei Diritti umani”.
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