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Ugo Volli
Cartoline
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Stanno bene invece di temere i palestinesi. Che criminali questi israeliani! 15/09/2010

Stanno bene invece di temere i palestinesi. Che criminali questi israeliani!



Abbiamo impastato il pane azzimo col sangue dei bambini, avvelenato i pozzi e naturalmente abbiamo anche ucciso dio. Siamo avari, puzziamo, abbiamo il naso troppo grande. Per non dire che dominiamo il mondo coi nostri loschi piani. Ma tutto questo è niente. Sapete qual è la nostra nuova colpa? L'ha stabilita con una storia di copertina il settimanale "Time" (che è una specie di "Espresso" americano, absit iniuria verbis).

Eccola: ce ne freghiamo. Non ce ne importa niente. Pensiamo ad altro. Altro rispetto a che cosa? Ma, perbacco, rispetto alla pace e ai palestinesi: Why Israel Doesn't Care About Peace? si chiede pensoso il settimanale (http://www.time.com/time/world/article/0,8599,2015602,00.html). Perché gli Israeliani non si preoccupano della pace?  Già, perché? Guardate un po' "nella settimana in cui tre presidenti, un re e il loro stesso primo ministro si incontrano alla Casa Bianca per iniziare un nuovo ciclo di negoziati di pace, la verità è che agli israeliani non importa niente. Sonno occupati in altre cose, fanno soldi, si godono i raggi del sole della tarda estate." E' grave, eh, fare soldi e  stare in spiaggia invece che preoccuparsi dei palestinesi e fare piani per la pace. Pura pigrizia, materialismo, disincanto. Che ci sia un governo che se ne occupa, e pure bene, non importa. Il signor Jakob di Netania, la signora Miriam di Ber Sheva, per non parlare di Shlomo che abita in Galil, secondo il giornale popolare americano  forse un tantino antisemita (http://www.jpost.com/JewishWorld/JewishNews/Article.aspx?id=187886) dovrebbero tutti essere angosciati, fare il tifo per la pace, preoccuparsi di spiegare a Netanyahu cosa fare con le pretese dei palestinesi. E invece niente: fanno il bagno e si godono il sole.

E sapete perché sono così pigri? Ma perbacco, "dopo due anni e mezzo senza un singolo attentato suicida che sia arrivato sul loro territorio, con l'economia in pieno boom [...] il pubblico israeliano preferisce cercare le soddisfazioni che può ottenere dalla sfera privata, anche se stanno in una terra che era stata immaginata all'inizio come un'utopia." Come dire, si stava meglio quando loro stavano peggio, avevano l'angoscia di prendere un autobus, l'economia stagnava. Allora sì che si preoccupavano. Che villanzoni, eh, non li ammazzi per un po' e subito fanno il bagno, lavorano e guadagnano bene, si fanno i fatti loro, non vanno ad ammazzare i vicini.

Altro che quegli utopisti di Hamas, che non si occupano. dei soldi (mah, chissà?) e non badano al sole, e sono solertissimi ad accumulare razzi e cercare di rapire ragazzi. Così devono pensarla anche Morgantini e Vattimo, immagino. Niente più socialismo, niente più utopia, niente più attentati, solo sole e lavoro, che vergogna. Ma chissà magari qualcuno riuscirà ad abbattere "il muro della vergogna" e a riportare i terroristi sulla spiaggia di Tel Aviv, ridando agli ebrei la faccia che devono avere, quella del lutto. E bravo "Time" e con lui le testate italiane che lo hanno ripreso (per fare un solo esempio: http://archiviostorico.corriere.it/2010/settembre/03/Israele_pace_non_interessa__co_8_100903024.shtml). Che sia ben chiaro di chi è sempre la colpa. Di quelli che lavorano, vanno al mare e non si preoccupano dei poveri bombaroli disoccupati.

Ugo Volli

Ps: Il postino non distribuirà le cartoline domani e dopo, per cui auguro ai miei lettori fin d'ora hatimà tovà per il digiuno di Kippur.


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