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Il Foglio Rassegna Stampa
14.09.2010 Egitto-elezioni: Mubarak punta sul figlio Gamal come suo successore
Ma i militari non vedono di buon occhio la sua candidatura. Cronaca del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 14 settembre 2010
Pagina: 3
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «In Egitto servizi e militari hanno i loro candidati presidenziali»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 14/09/2010, a pag. 3, l'articolo dal titolo " In Egitto servizi e militari hanno i loro candidati presidenziali ".


Gamal Mubarak

Il Cairo. Durante la visita a Roma del maggio scorso, il presidente egiziano, Hosni Mubarak, aveva detto che “solo Allah sa chi sarà il mio successore”. Il favore divino dovrà comunque vedersela con l’unico voto che conta per davvero nel paese, quello dell’esercito. Dopo ventinove anni al comando con poteri dittatoriali, Mubarak si presenta alle elezioni legislative del 29 novembre e alle presidenziali – attese per il settembre 2011 – con le prospettive avare di un ottantaduenne gravemente malato. L’unico candidato a nutrire qualche speranza di vittoria sarà quello indicato da Mubarak, che le previsioni individuano a volte nel ministro della Difesa, Mohamed Hussein Tantawi, a volte nel capo dei servizi segreti egiziani, Omar Suleiman. La scorsa settimana, in visita a Washington per partecipare all’inizio dei negoziati di pace diretti tra israeliani e palestinesi, Hosni Mubarak ha dato un segnale importante facendosi accompagnare dal figlio minore, Gamal – che non riveste alcun ruolo ufficiale nel governo, ma è sempre più indicato come possibile successore. Il viaggio alla Casa Bianca ha il sapore dell’investitura per il giovane Mubarak, che però dovrà vincere lo scetticismo delle gerarchie militari, più legate alla generazione del padre. Gamal è un uomo d’affari che può contare sul supporto dei giovani benestanti del Partito nazionale democratico (Ndp), che vedono in lui un presidente in grado di farsi carico della loro ideologia imprenditoriale. A fine agosto, la Coalizione popolare a favore della sua candidatura – che dice di avere raccolto 70 mila firme – ha tappezzato i quartieri più poveri del Cairo con manifesti colorati in cui il volto di Gamal era accompagnato dalle esortazioni a prendere l’iniziativa (“Gamal sei il sogno dei poveri”; “Gamal presidente dell’era moderna”; “Gamal, l’Egitto ti chiama”). Al contrario del padre, Gamal non è cresciuto nell’esercito. I militari lo sentono estraneo e temono di vedere ridimensionati i propri poteri da un futuro presidente interessato più all’economia di mercato che al favore dei vertici dell’esercito. Molti ex generali si sono spesi per ostentare la loro insofferenza nei suoi confronti, arrivando persino a fare circolare una lettera aperta contro la sua candidatura. L’esercito, che nell’ultimo trentennio è stato foraggiato dagli Stati Uniti con quasi 40 miliardi di dollari, è andato a occupare tutti gli spazi concessi dal governo e ora controlla buona parte dell’edilizia e di tanti altri ambiti estranei alle esigenze strategiche della sicurezza nazionale. I militari hanno costruito l’autostrada che collega il Cairo al Mar Rosso, producono frigoriferi, olio d’oliva, acqua in bottiglia. Nel marzo 2008, durante le rivolte contro i rincari al prezzo del pane, le truppe hanno distribuito pagnotte preparate nei loro forni. I vertici militari rispondono soltanto al presidente di come governano l’esercito, che si stima conti 400 mila unità. Il loro peso effettivo nella vita del paese consente loro di godere del potere di veto – informale, ma decisivo – sulla scelta del futuro candidato alla presidenza. Gamal ha provato a imbonire le forze armate coinvolgendo i comandanti nel suo impero finanziario, per dare una sorta di aperitivo della sua possibile presidenza. Potrebbe non bastare, anche se, fanno notare alcuni commentatori, nessuno ha impedito l’affissione dei manifesti dei suoi sostenitori.

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