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E se la teoria dei giochi fosse un gioco ? 13/09/2010

Nemmeno un biografo compiacente di Von Neumann come Giorgio Israel, nella sua magistrale biografia sul matematico ungherese, è arrivato al punto di azzardare un qualsiasi fondamento scientifico della teoria dei giochi, scritta dal professore di matematica ungherese in collaborazione con l'economista  Oscar Morgenstern. Una teoria priva di fondamento scientifico in quanto fondata su aspettative razionali, congetture, psicologismi, dipendenze stocastiche, insomma priva di fondamenti nella "real reason" cioè sulla struttura intelligibile oggettiva del mondo e delle situazioni anche sociali che vi si rinvengono, come l'assioma di scelta fra i due litiganti ivi indicati, che francamente ricorda più un testo di Beckett che una situazione economia e di scelta reale e concreta. Quindi pensare di applicare il dilemma ludico di tale teoria alle decisioni politiche di Israele circa i territori del suo stato è francamente ridicolo, anche se l'economia teorica resta il regno del ridicolo in quanto si continua a declinare come scienza un parterre di conti da bottega che giustamente un grande economista come Ricossa ha definito "una scienza inesistente" e liquidato l'econometria di Samuelson e Kennett Arrow come equazioni di equilibrio che "funzionano solo nella loro testa, perchè nella realtà non ne ha mai funzionato una".

Fatta questa premessa, oltre che il paradosso del ricattatore di Aumann, in teoria stocastica o della speranza matematica come quella indicata nell'articolo, esiste ed è stato codificato un altro paradosso: quello del vincitore. Superfluo dirvi chi ne sia l'autore.

Il paradosso dice che, a prescindere da ogni altra considerazione geografica storica o etnica o antropologica sulla titolarità giuridica dei terreni iscritti oggi nello stato di Israele, quali il Golan, il diritto di guerra assegna agli stati vincitori il diritto di occupazione delle terre oggetto di conquista e ne legittima l'annessione allo stato vincitore.

Così ha fatto la Jugoslavia con l'Istria e la Slovenia al termine della seconda guerra mondiale, così fece la Francia con la Savoia e Mentone, così ha fatto la Russia sovietica fino alla implosione da fame con gli stati del patto di Varsavia, così ha fatto il Vietnam del Nord con quello del Sud dopo l'abbandono degli americani, previdente e sensato almeno sul presupposto della sensata e fondata aspettativa che il comunismo sarebbe finito per fame propria, più che per i bombardamenti su Hanoi.

Israele ha diritto a quelle alture conquistate con la spettacolare manovra a tenaglia del generale Rafael Eytan con la eroica brigata di Oz e decisive per la sicurezza di israele nei confronti del suo più temibile nemico occulto, la Siria, e non ripeta l'errore compiuto con la restituzione di Gaza che, come si vede, non dato frutto alcuno di pace, anzi ha assicurato nuove basi ai terroristi e ai naviganti turchi che cercano di armarli.

Il Golan è di israele come lo è Gaza, non solo perchè è stato conquistato col sangue dei nostri soldati contro una aggressione araba, non solo perchè prima che conquistato era stato pagato con atti notarili dei primi coloni all'occupante abusivo arabo, ma anche e principalmente perchè si tratta di territori di imprescindibile interesse strategico per la sua sopravvivenza.

Fatevi fare da Giorgio Israel i conti di razionalità o non contraddittorietà delle varie soluzioni algebriche postulate dalle diverse ipotesi e vedrete che la sola equazione in teoria dei giochi che ha fondamento in una struttura oggettiva di razionalità per la salvezza di israele è la seguente: S = f(0) vale a dire: la salvezza dipende dalla restituzione  zero.

Hanno restituito Gilan questi barbari?

Vitaliano Bacchi

Caro Bacchi, secondo noi lei ragiona molto meglio del Premio Nobel ! sul serio, senza ironia.
IC redazione

 

 


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