Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/09/2010, a pag. 19, con il titolo " Il mondo non lancia fatwe contro le vignette anti-Israele " l'articolo di Angelo Pezzana sulla propaganda araba contro Israele attraverso l'immagine grafica, di stretta discendenza nazista, come dimostra la prima vignetta che segue.
Ecco il pezzo:
La vignetta è da sempre il mezzo più efficace per comunicare un messaggio, oppure una ideologia, se il fine è politico. E’ lo strumento più semplice, perchè può essere capito anche da chi non sa leggere, molto più importante quindi di qualsiasi analisi. Raggiunge l’obiettivo senza bisogno di intermediari. E se il fine è la diffusione dell’odio contro gli ebrei, ecco che la vignetta può assumere un ruolo di pericolosità sociale, fino a coinvolgere in tempi recenti il codice penale.
Per diffondere maggiormente quell’odio dalle radici antiche, l’ideologia nazista ne fece un uso spregiudicato, con la caricatura dell’ebreo, naso adunco e mani rapaci, grasso e ricco,che domina il mondo. Uno stereotipo che è tornato a ripresentarsi con una sostituzione, non più l’ebreo tout court, ma l’ebreo israeliano, nella propaganda araba contro lo Stato ebraico.
L’insegnamento delle caricature naziste ha fatto scuola, è bastato mettere l’ebreo al posto dell’ SS, Israele in luogo della Germania, con i palestinesi nella parte delle vittime, e l’effetto è raggiunto. Vignette che vengono pubblicate su giornali arabi o islamici anche autorevoli e governativi, ripresi su internet da una infinità di siti, che vanno dalla estrema sinistra all’estrema destra, negazionisti della Shoah, fino ai blog che hanno come unico obiettivo la diffamazione e la delegittimazione di Israele. Cosa c’è di meglio di una vignetta ? Gli ebrei rappresentano il male assoluto, vogliono il potere e per averlo hanno inventato il sionismo. Sono sempre assetati di sangue, un elemento che ricorreva spesso nella tradizione anti-giudaica a carattere religioso, gli ebrei che a Pasqua rapivano e uccidevano un bambino cristiano per usarne il sangue per le azzime, una spiegazione assurda da dare in pasto ad un pubblico ignorante e per questo pronto a credere a tutto. Qui il bambino non è più cristiano ma palestinese, la bufala delle azzime non è più spendibile, chiunque può comprarle in panetteria e verificare che il sangue non ha nulla a che vedere con l’impasto, ma il bambino può essere paragonato con quello di Varsavia, che alza le braccia davanti a un soldato nazista. Le camere a gas, i reticolati, le immagini dei campi di sterminio vengono ridisegnate in salsa mediorientale per dire, ecco, vedete, oggi gli ebrei fanno a noi le stesse cose che i nazisti hanno fatto a loro. E non c’è messaggio migliore di un disegno semplice semplice. Poi c’è la Stella di Davide, disegnata con al centro una croce uncinata, l’ingresso dei treni ad Auschwitz riprodotto sul muro di separazione nei territori, come dire, dentro Auschwitz ci siamo noi adesso. Tutta la grande, enorme mistificazione del conflitto israelo-palestinese, condotta con indubbia abilità, non solo grafica. Per finire con l’immagine del soldato di Tzahal vestito da nazista, è sufficiente mettergli in mano un fucile ed accanto un bambino o una donna, possibilmente anziana o in ginocchio, che la vignetta non ha nemmeno bisogno di didascalia. L’arma ha talmente successo che convinse Ahmadinejad a indire nel 2006 a Teheran una competizione internazionale di disegnatori satirici, per quella che chiamò “ Iranian Holocaust Cartoon Competion”, una macabra gara fra “specialisti” dell’odio antisemita, vinta da un certo Carl Latuff, attivista-disegnatore brasiliano di estrema sinistra, da allora quotata star sul mercato dell’odio contro Israele. Uno Stato che si comporta come la Germania nazista, è la morale che ne consegue, non ha diritto di esistere. Un’equazione semplice, come le vignette che l’hanno generata. Alla quale seguirà, come ha promesso Ahmadinejad, la finale distruzione. Il rapporto 2009 dell’Istituto Stephen Roth sull’antisemitismo ha registrato in Europa il doppio di attentati contro ebrei e proprietà ebraiche rispetto all’anno precedente, “influenzati in modo preponderante dalla propaganda contro Israele raffigurato come uno Stato nazista, delegittimandone quindi il diritto a esistere”. Lo affermò nel 1975 lo stesso Onu, quando gli stati arabi ed il blocco sovietico dichiararono il sionismo uguale a razzismo, una ignobile risoluzione ritirata qualche anno dopo, i cui effetti però riemergono appena si ripresenta l’occasione. Come boicottare i colloqui diretti fra palestinesi e Israele, per esempio, in modo da comprometterne il percorso. Basta poco, anche una vignetta.
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