Il segreto di Stato viene prima dei diritti dei terroristi incarcerati Obama non è così diverso da Bush, ma nessuno protesta. Perchè?
Testata: Il Foglio Data: 10 settembre 2010 Pagina: 2 Autore: La redazione del Foglio Titolo: «Il caso Abu Omar americano»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 10/09/2010, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Il caso Abu Omar americano ".
Barack Obama
L’Amministrazione americana è molto sensibile al tema dei diritti dei prigionieri vilipesi durante il governo del predecessore di Obama; ma quando la tutela di un diritto compromette il segreto di stato, la sensibilità svanisce e la difesa della sicurezza nazionale torna a essere un valore non negoziabile. Mercoledì la Corte d’appello federale del nono distretto ha respinto le richieste presentate da Aclu – il colosso dei diritti civili – per conto di cinque sospetti terroristi che durante la presidenza Bush sono stati trasferiti con la procedura della extraordinary rendition in prigioni segrete della Cia. Lì avrebbero subito le peggiori torture, per poi essere trasferiti o rilasciati. Nell’aprile del 2009 una corte dello stesso distretto aveva accettato il ricorso, stabilendo che i prigionieri avrebbero potuto fare causa al governo per i trattamenti illegali subiti. L’Amministrazione Obama ha fatto ricorso, chiedendo un pronunciamento della sessione plenaria, che ha bloccato il procedimento. Motivo: “Nonostante il doloroso conflitto fra i diritti umani e la sicurezza nazionale”, andare avanti comprometterebbe segreti di stato inviolabili. Grande vittoria per Obama, che da subito ha picchiato duro sulle misure antiterrorismo e ora si gode una sentenza estremamente rilevante. Se la controversia dovesse arrivare alla Corte Suprema difficilmente l’esito sarebbe ribaltato, e la tutela della sicurezza nazionale avrebbe un altro precedente sul quale fare affidamento.
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