Israel Robert Aumann- Il paradosso del ricattatore Trascrizione della lezione tenuta il 22 novembre 2007 presso “The Jewish Statemanship Center for Strategic planning” in memoria di Ido Zoltan.
Il Prof. Aumann ha vinto il Premio Nobel in economia nel 2005.
Traduzione dall’ebraico di David Nizza per gentile concessione dell’Autore
Il paradosso del ricattatore
Tizio e Caio sono fatti entrare in una stanza dove c’è una valigia contenente 100.000 dollari. Il padrone della valigia fa loro la seguente offerta: “Vi regalo il denaro della valigia, ma una sola condizione: dovete condurre una trattativa e arrivare a una conclusione condivisa su come dividere il denaro tra voi. Solo così vi darò il denaro”.
Tizio, che è razionale, pensa che si tratti di un’occasione d’oro e si rivolge a Caio: “Prendi metà della cifra, io prendo l’altra e e tutti e due ce ne andiamo con 50.000 dollari a testa”.
Con sua sorpresa Caio assume un’espressione seria e con tono deciso risponde: “Senti, non so quali siano le tue intenzioni circa il denaro, ma io non sono disposto a uscire dalla stanza con meno di 90.000 dollari. Se ti va bene, prendi; se no, puoi andare: per me possiamo tornarcene a casa tutti e due senza niente”.
Tizio non riesce a credere alle sue orecchie. “Cosa succede a Caio?” pensa tra sé e sé. “Perché lui può prendere il 90% e io solo il 10%?”. Così decide di tentare di aprlare al cuore di Caio: “Dài, sii logico! Tutti e due ci troviamo nella stessa situazione e tutti e due vogliamo il denaro; su, dividiamoci la somma in parti uguali e ci guadagneremo entrambi”.
Ma Caio non si lascia impressionare per nulla dal ragionamento dell’altro e, dopo aver ascoltato attentamente, risponde in maniera ancor più decisa: “Non c’è da discutere: 90 – 10 o niente. Questa è la mia ultima offerta”.
Tizio si sente montare l’ira alla testa; gli viene voglia di attaccare Caio; ma si trattiene e fa marcia indietro. Capisce che Caio è determinato a pretendere la quasi totalità della somma; quindi l’unico modo che ha per uscire dalla stanza con qualche cosa è di sottomettersi all’estorsione. Si ricompone, prende dalla valigia 10.000 dollari, stringe la mano di Caio e lascia la stanza con espressione umiliata.
Nella Teoria di giochi questo caso si chiama il “Paradosso del ricattatore”.Il paradosso consiste nel fatto che Tizio, il razionale, è costretto alla fine a comportarsi in maniera totalmente irrazionale, allo scopo di trarre il massimo vantaggio da una data situazione in cui si trova.
La logica che sta dietro a questa situzione bizzarra è che Caio trasmette un senso di fiducia e sicurezza nella sua esagerata richiesta e in questo modo riesce a convincere Tizio a sottometersi al ricatto, allo scopo ottenere il risultato migliore possibile.
Il conflitto arabo-israeliano
Anche l’assetto delle relazioni politiche tra Israele e i Paesi arabi si sviluppa secondo i principi di questo paradosso. In ogni trattativa gli arabi mostrano posizioni preliminari rigide e irragionevoli; trasmettono sicurezza e fiducia nelle loro richieste e insistono nel manifestare a Israele che non rinunceranno mai alle loro richieste.
In mancanza di alternativa Israele si vede costretto a cedere al ricatto, persuaso che, se non cederà, ne uscirà senza niente in mano. L’esempio più chiaro è la trattativa con i siriani, che si conduce con alterne vicende ormai da molti anni. I siriani hanno posto fin dal principio la pre-condizione che non rinunceranno mai a neppure un millimetro del Golàn.
La parte israeliana, che desidera fortemente una pace coi siriani, ha finito per adottare la posizione siriana; oggi nelle discussioni comuni tra il pubblico istaeliano è chiaro che il punto d’apertura in una futura trattativa con la Siria dovrà accettare il ritiro totale dalle alture del Golàn, nonostante l’importanza strategica fondamentale del Golàn sotto il profilo della sicurezza e di confini difendibili da parte di Israele.
La soluzione perdente
Secondo la teoria dei giochi lo Stato di Israele deve affrontare alcuni cambiamenti concettuali, al fine di migliorare la sua posizione nel gioco della trattativa con gli arabi e vincere la lotta politica a lunga scadenza.
A.) Disponibilità a rinunciare a accordi.
La percezione e la posizione politica israeliana si basano sull’ipotesi che bisogna arrivare a un accordo con gli arabi a qualunque costo, in quanto la situazione di mancanza di accordo è insostenibile. Nel “paradosso del ricattatore” il comportamento di Tizio si basa sul fatto che deve uscire dalla stanza con una somma qualunque, anche la minima. La mancanza di capacità mentale di Tizio di accettare la possibilità di uscire dalla stanza senza niente lo conduce necessariamente a soggiacere al ricatto e a uscire dalla stanza con una certa somma, sì, ma con un senso di vergogna e con la figura del perdente. Similmente lo Stato di Israele conduce le sue trattative da una posizione mentale che le impedisce di rifiutare delle proposte che non sono adatte ai suoi interessi.
B ). Pensare alla ripetizione dei giochi.
Secondo la teoria dei giochi bisogna relazionarsi in maniera completamente diversa in una situazione unica rispetto a una situazione che si ripete un certo numero di volte; perché in un gioco che si ripete nel tempo si crea un equilibrio strategico, che produce paradossalmente una collaborazione tra i rivali. Questa collaborazione si verifica quando le parti capiscono che il gioco si ripeterà molte volte; in tal caso devono prendere in considerazione quali saranno le conseguenze delle mosse che stanno per fare nel presente sui giochi che si apriranno in futuro; sicché la paura di una sconfitta futura agisce da elemento equilibratore. Tizio nella situazione che gli era capitata si comportò come in un gioco unico; e si comportò di conseguenza. Se invece avesse detto a Caio che non avrebbe mai rinunciato alla sua metà, anche a costo di rinuncia totale, avrebbe cambiato l’esito del gioco nel tempo. Certo è presumibile che molto probabilmente nella trattativa del presente sarebbe uscito dalla stanza a mani vuote; ma, se in futuro si fossero trovati entrambi in una situazione simile, Caio avrebbe riconosciuto la serietà della sua determinazione, ne avrebbe dovuto tenere conto e sarebbe giunto a un compromesso. Alla stessa stregua lo Stato di Israele deve agire con pazienza e con una visione a lungo termine, anche a costo di rinunciare a accordi e a continuare lo stato di guerra, allo scopo di migliorare la sua posizione nelle trattative future.
C ). Fiducia nelle proprie posizioni.
Un altro elemento che scaturisce dal “paradosso del ricattatore” è la certezza assoluta di una parte nelle sue posizioni, nel nostro caso di Caio. La certezza assoluta produce un convincimento interiore della giustizia delle proprie posizioni; in secondo luogo induce anche nel rivale lo stesso convincimento. La conseguenza diretta di ciò è la volontà del rivale di raggiungere un compromesso anche a costo di una capitolazione totale e irrazionalmente distante dalle sue posizioni iniziali. Anni fa discutevo con un alto ufficiale, che sosteneva che dovremo ritirarci dal Golàn nell’àmbito di un accordo di pace, in quanto dal punto di vista siriano si tratta di terra santa e quindi non vi rinunceranno. Gli replicai che i siriani hanno convinto se stessi che si tratta di terra santa, dopo di ché hanno convinto anche noi. La profonda convinzione dei siriani ha prodotto in noi di acconsentire ai loro diktat. Questa situazione si risolverà solo quando noi stessi saremo persuasi della giustizia delle nostre posizioni. Soltanto la piena fiducia nelle nostre richieste riuscirà a convincere il nemico siriano a prendere in considerazione le nostre posizioni. Come ogni scienza, anche la teoria dei giochi non pretende di fornire opinioni in temi etici o morali, ma analizza da un punto di vista strategico i comportamenti di parti avverse in un gioco comune.
Lo Stato di Israele si trova in un gioco simile con i suoi nemici. Come ogni gioco, anche nel gioco arabo-israeliano esistono interessi che producono la cornice del gioco e le sue regole. Purtroppo lo Stato di Israele trascura i principi basilari che si ricavano dalla teoria dei giochi. Se vorrà imparare a trarne insegnamento, la sua posizione politica e quindi di sicurezza potranno migliorare considerevolmente.