Il forum di Beppe Severgnini sul CORRIERE della SERA ospita volentieri e-mail contro Israele, il cui tono è simile a quella che riprendiamo del 05/09/2010.
Come si vede, pura propaganda, se Servergnini non ne condividesse il contenuto, si asterrebbe dal pubblicare simile spazzatura. Invece pubblica, pubblica. Invitiamo i nostri lettori a rispondergli, e anche a seguire per un po' il suo forum e intervenire.
Ci rendiamo conto di chiedere molto, ma per la buona causa soffrire un po' è doveroso.

Bebbe Severgnini
http://www.corriere.it/cf/italians/form_italians.cfm
Quello che i palestinesi devono subire ogni giorno
Caro Beppe, sono di ritorno da una delegazione di pace, organizzata da Interfaith Peace Builders (www.ifpb.org) in Israele e Palestina, dove, per citare De Saint Exupery, l'essenziale è invisibile agli occhi. Noi in occidente vediamo solo una parte piccolissima di quello che succede in quella porzione di mondo. Non vediamo, per esempio, gli abusi giornalieri che i cittadini palestinesi sono costretti a subire, a cominciare dalla 'mite', arbitraria, imprevedibile chiusura dei check-point, che non consentono, per esempio, a professori e studenti di tenere e frequentare le lezioni regolarmente. Noi in occidente al massimo rimaniamo imbottigliati nel traffico, loro nelle sale di interrogatorio della polizia israeliana. Non sentiamo le voci di quei cittadini palestinesi che giornalmente perdono la loro casa, demolita dai bulldozer o confiscata per essere occupata dai coloni israeliani. Non percepiamo la loro paura, quando i soldati israeliani vengono di notte a svegliare la famiglia, a invitarla con le buone o le cattive maniere ad allontanarsi dalla casa e a far entrare un autobus di coloni pronti ad entrare in possesso della dimora altrui. A noi in occidente al massimo possono confiscare la macchina se guidiamo ubriachi, a loro la casa dove hanno abitato per anni. Noi non sappiamo niente delle storie dei tanti israeliani che ogni giorno lavorano per la pace, attivisti che protestano contro l'occupazione, giovani che sono costretti ad andare in prigione perché si rifiutano di assolvere agli obblighi di leva e servire l'occupazione, anche a costo di essere considerati traditori. L'essenziale del conflitto israelo-palestinese rimane ancora invisibile agli occhi, e io credo che, alla vigilia di un nuovo negoziato di pace, sia compito dei media far sapere al mondo quello che succede lì, quello che va al di là di un kamikaze che si esplode su un autobus o della tragedia della nave fermata fuori del porto di Gaza. Saluti a tutti gli Italians. Mariolina Eliantonio, meliantonio@hotmail.com
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