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Il Foglio Rassegna Stampa
07.09.2010 Thilo Sarrazin, ovvero la caccia alle streghe
Giulio Meotti intervista Henryk Broder

Testata: Il Foglio
Data: 07 settembre 2010
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Sarrazin e la caccia alle streghe, intervista il giornalista dello Spiegel Broder»

Sembra che tocchi al solo, bravissimo, Giulio Meotti il compito di raccontare la caccia alle streghe che si sta verificando in Germania intorno al cosidetto "caso Sarrazin", spacciato per razzista e antisemita quando è vero semmai il contrario. Nel pezzo di oggi, 07/09/2010, a pag. 2 sul FOGLIO, dal titolo "  Sarrazin e la caccia alle streghe, intervista il giornalista dello Spiegel Broder", che è, tra l'altro, ebreo.
ricordiamo il commento di IC, ieri 06/09/2010.
Ecco il pezzo:


Henryk Broder                                     Thilo Sarrazin

Roma. Il caso di Thilo Sarrazin, il banchiere centrale socialdemocratico autore del best seller “La Germania si distrugge da sola”, ha innescato polemiche di cui non si ha memoria in Germania. Nel suo polemico e controverso libro, l’ex ministro delle Finanze di Berlino sostiene che spesso gli immigrati (in particolare i musulmani) ricevono dallo stato più di quanto non vi contribuiscano, non vogliono integrarsi e potrebbero un giorno diventare maggioranza nel paese. L’Spd ha avviato una procedura di espulsione nei suoi confronti. Il governo e la Bundesbank si rimpallano la responsabilità su chi abbia il potere di allontanare Sarrazin dall’incarico che ricopre alla Banca centrale tedesca. Il Consiglio della Bundesbank ha chiesto al presidente tedesco Christian Wulff di approvare la decisione. Intanto però la grande stampa, anche quella molto critica delle idee di Sarrazin, ha iniziato a insinuare forti dubbi su ciò che sta accadendo in merito alla demonizzazione del “razzista” e del reprobo Sarrazin. In un durissimo editoriale di prima pagina, il quotidiano conservatore Die Welt ha attaccato il presidente della Repubblica Wulff perché “ha preso una posizione che mal si concilia con la sua funzione. Un giudice che prima del processo definisce pubblicamente criminale un imputato viene a giusta ragione ricusato”. L’editoriale prosegue affermando che il capo dello stato ha “seguito troppo precipitosamente il mormorio anti Sarrazin arrivato dal Palazzo, ponendosi contro quella maggioranza che abita confortevolmente nelle capanne” (allusione alla celebre frase del drammaturgo Georg Büchner, “pace alle capanne, guerra ai palazzi”). Severo è anche il giudizio della progressista Sueddeutsche Zeitung e dell’iperliberal Tagesspiegel, che ha parlato di “complotto”. Intanto è ormai praticamente introvabile il libro di Sarrazin e su Amazon il volume è saldamente al primo posto nelle vendite. Ne parliamo con il giornalista dello Spiegel Henryk Broder, saggista e già candidato alla guida del Consiglio degli ebrei tedeschi e che pure difende Sarrazin. Il suo caso, ci spiega, è un “fenomeno di isteria di massa”. “Guardo a tutto questo con orrore, è una caccia alle streghe anti Sarrazin”, dice Broder al Foglio. “Sarrazin dice quello che altri sospettano, ma non vogliono prenderne atto. Questo è il suo delitto”. Secondo Broder, noto nel suo paese per gli elzeviri politicamente scorretti, in Germania stanno usando le parole avventate di Sarrazin sugli ebrei (Sarrazin aveva detto che gli ebrei “condividono un gene particolare”) per non parlare del suo libro sul fallimento multiculturale. Lo stesso Sarrazin ha appena abiurato quanto aveva detto sugli ebrei: “E’ stata una gigantesca sciocchezza”. “In Israele nessuno parla del caso Sarrazin”, dice Broder. “Io vedo nel caso Sarrazin un ritorno all’epoca della Ddr, quando nella Repubblica democratica tedesca c’era l’autorizzazione del governo per scrivere un libro. E’ come se ci fosse di nuovo in Germania una sezione del Reich responsabile per il linguaggio. Non mi ricordo di un caso in cui anche un cancelliere sia intervenuto sulla pubblicazione di un libro. E’ incredibile quanto sta succedendo. Non è compito di un cancelliere fornire raccomandazioni su libri come ‘utili’, perché finirebbero al macero probabilmente la maggior parte dei libri”. Broder si riferisce alla pressione di Angela Merkel perché Sarrazin venisse radiato dalla Banca centrale. C’è inoltre un uso ideologico dell’antisemitismo. “Sarrazin non è né nazista né antisemita, è un esperto di statistica che ha scritto un libro contro il multiculturalismo, è un’ottima persona”, dice Broder. “Non lo fanno fuori perché ha detto cose sbagliate, lo fanno fuori perché ha detto cose giuste, vere. E’ il capro espiatorio della critica multiculturale. L’establishment e le élite che lo attaccano sono anni luce lontani dal sentire della maggioranza dei tedeschi, che approvano Sarrazin. Non c’è stata alcuna pressione islamica o terroristica su Sarrazin, è stato sempre un caso di autopunizione occidentale, una caccia alle streghe intellettuale. E’ una lapidazione virtuale”

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