Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Sakineh: se l'Europa arriva dopo Totti il commento di Paolo Lepri
Testata: Corriere della Sera Data: 06 settembre 2010 Pagina: 1 Autore: Paolo Lepri Titolo: «Sakineh, se l' Europa arriva dopo Totti»
La condanna a morte di Sakineh domina ancora oggi, 06/09/2010, su tutti i giornali. Le cronache sono abbondanti, il commento più interessante è quello di Paolo Lepri sul CORRIERE della SERA, a pag.1/30, dal titolo " Sakineh, se l' Europa arriva dopo Totti ", nel quale Lepri mette in evidenza la sostanziale assenza dell'Europa di fronte all'enormità dei crimini che caratterizzano l'Iran del mullah. Meravigliarsi del comportamento Ue è però da ingenui, la baronessa Ashton è troppo occupata a condannare Israele per crimini inesistenti per accorgersi di quelli veri. Ecco l'articolo:
Totti e la baronessa Ashton
La Roma di Francesco Totti è arrivata prima dell’Europa nella mobilitazione per Sakineh Mohammadi Ashtiani, l’iraniana condannata alla lapidazione per adulterio. Non è un caso che l’avvocato della donna, Javid Houtan Kian, abbia voluto ringraziare in primo luogo il capitano giallorosso. Sono state parole pesanti quelle scritte da Totti e dalla presidente della Roma Rosella Sensi sulla necessità di salvare la vita a Sakineh, “simbolo della dignità della donna orientale”. Parole che rappresentano una lezione anche per un mondo a volte un po’ distratto come quello del calcio e che sono state accolte con nervosismo dall’agenzia di stampa iraniana. L’Irna, è stato il paradossale annuncio, boicotterà per une mese le notizie sulla squadra di calcio della Roma. Per i censori di professione non sarà certo difficile censurare.
«La pressione internazionale è decisiva per evitare la morte a Sakineh», ha detto il portavoce di Iran Human Rights, Mahmood Amiry Moghaddam. Sì, è sicuramente vero. Proprio per questo dispiace notare come l’Unione europea non si sia distinta fino ad ora per un particolare attivismo in questa dolorosa vicenda. Anzi, non ha fatto praticamente niente. La mobilitazione per Sakineh è arrivata dal basso, dalla società. L’hanno promossa gruppi, partiti, organizzazioni umanitarie, giornali.
Quasi nessun governo (con l’eccezione di quello italiano) si è fatto sentire, ha affiancato l’indignazione dell’opinione pubblica, ha messo il regime di Teheran di fronte alla sue responsabilità. La Francia ha alzato la voce soltanto quando la stampa iraniana ha insultato in maniera ignobile la première dame Carla Bruni-Sarkozy, colpevole di avere aderito alle iniziative di solidarietà. Il silenzio del Belgio, presidente di turno dell’Ue, non è giustificabile nemmeno tenendo conto del fatto che a Bruxelles non esiste un governo da mesi e che il Paese è sull’orlo della separazione tra fiamminghi e valloni.
Parlando più in generale, quello dei diritti umani è un campo in cui sicuramente avremmo bisogno di più Europa. Avremmo bisogno, insomma, che l’Europa facesse da battistrada dimenticando la realpolitik (cosa che non sempre i governi vogliono o possono fare). Ma Barroso e la Ashton non sembrano averlo capito. Hanno un telefono, come voleva Kissinger, ma non chiamano mai Ahmadinejad per lamentarsi. Se continuano così, sarebbe meglio che a quel telefono rispondesse Totti.
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