Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Deneuve: Sakineh, anche se fosse colpevole... Le dichiarazioni spaventose di una diva famosa
Testata: Corriere della Sera Data: 05 settembre 2010 Pagina: 15 Autore: Giuseppina Manin Titolo: «La Deneuve critica Carla Bruni, con quel passato doveva essere cauta»
Ci occupiamo della Mostra del Cinema di Venezia, settore non di nostra competenza, soltanto perchè le dichiarazioni di Catherine Deneuve sono troppo ghiotte per non essere colte. Deneuve ha infatti rimproverato Carla Bruni per avere aderito all'appello salva vita per Sakineh. "Quando si è una personalità molto nota bisogna essere cauti, sottoscrivere appelli può rivelarsi un'arma a doppio taglio", ha dichiarato. Cauta, la nostra Catherine, lo è di sicuro, ha persino aggiunto " anche se colpevole, la pena mi sembra orribile", colpevole ? e di che, gentile e cauta Deneuve ? e a quale passato della Bruni si riferisce, di grazia ? Riportiamo la cronaca dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/09/2010, a pag. 15, di Giuseppina Manin, dal titolo " La Deneuve critica Carla Bruni, con quel passato doveva essere cauta".
VENEZIA — «Spero proprio che non sarà lapidata. Sarebbe troppo orribile». Catherine Deneuve, ieri alla Mostra del Cinema, rabbrividisce all’idea della temuta esecuzione di Sakineh. «Spero che la mobilitazione internazionale possa servire a fermare questa barbarie. Quella donna ha pagato già abbastanza, è stata torturata, le hanno estorto confessioni in modo atroce. Ma anche se fosse colpevole è impensabile una simile condanna». Nei giorni scorsi tra i tanti che hanno firmato l’appello in suo favore c’è stata anche la première dame francese, Carla Bruni Sarkozy. E in cambio si è sentita dare della «prostituta» dalla stampa iraniana. «Quando si è una personalità molto nota bisogna essere cauti, sottoscrivere appelli può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Talvolta persino controproducente per la causa per cui ci si spende. Lo so bene, mi sono battuta tante volte contro la pena di morte, quasi sempre purtroppo invano». «Nel caso di Carla Bruni — prosegue — l’aver aggiunto il cognome del marito al suo, certo non ha giovato. Dall’altra parte hanno colto la palla al balzo. L’allusione a una sua vita passata poco morigerata è stato come dire: occupatevi dei fatti vostri».
Di donne e di politica parla, anche se con i toni leggeri della commedia, Potiche, il film di François Ozon che la vede protagonista. A chi si è ispirata? Forse a Ségolène Royal? «Piuttosto direi a Elisabeth Guigou, l’ex ministro della Giustizia ai tempi di Jospin. Una donna bella, bionda e molto determinata». Nel film, lei alla fine si candida a sindaco. E lo slogan: «Ho diretto una fabbrica, sarei sicuramente in grado di dirigere la Francia», le fa vincere anche alla grande le elezioni sbaragliando il suo rivale, Gérard Depardieu. Nella realtà, non ha mai pensato di occuparsi davvero di politica? «Per carità. E’ una strada che richiede una vocazione assoluta. Se vuoi farlo seriamente non hai più tempo per vivere».
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