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Informazione Corretta Rassegna Stampa
05.09.2010 Metto i puntini su qualche 'i'
da Israele, Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 05 settembre 2010
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Metto i puntini su qualche 'i'»
Salam Fayyad & Abu Mazen 
Rula Jebreal
Ho voglia di mettere un po' di puntini sulle i se solo sapessi da dove incominciare.
Mah, forse potrei farlo dall'avvenimanto piu'  gettonato oggi in Italia, il Festival Cinematografico di Venezia.
Tra i tanti film parlero' di Miral diretto da Julian Schanbel tratto dal libro  "la strada dei fiori di Miral" di Rula Jebreal, ovvero parlero' della Jebreal perche' il film non l'ho visto e mai lo vedro' e il libro non l'ho letto e mai lo leggero'.
E allora come fai a parlarne e perche' non vuoi vedere il film o leggerne la storia ?
Giustamente mi chiederete. 
Beh, alla mia veneranda eta' ogni momento e' sacro e non voglio perdere il mio tempo  e avvelenare il mio fegato dietro a ipocrisia e falsita'.
La storia e' nota, lo ha detto la stessa Rula a Venezia. Racconta di una ragazzina palestinese, adolescente durante  durante la prima intifada che si innamora di un terrorista.
Che ho detto? terrorista? Noooo , patriota, che diamine. Patriota di non si sa quale patria visto che una Palestina nazione, una palestina Stato non e' mai esistita e negli ultimi 65 anni non si e' formata  per colpa dei palestinesi stessi e della loro eterna voglia di ammazzare ebrei e distruggere Israele.
Ho letto che il film , e ovviamente anche il libro da cui e' tratto, idealizza i palestinesi, i cattivi sono gli israeliani, non si parla di attentati terroristici, i kamikaze non sono mai nominati come le migliaia di  vittime innocenti israeliane.
Non esistono, sono fantasmi di cui non vale la pena parlare.
E il regista e' un ebreo americano.
Ehhhh l'amor, l'amor! Fa fare miracoli ma  fa anche andare all'inferno.
Cavolo di Rula, non poteva pensarla meglio per far versare lacrime di dolore al pubblico italiano e sicuramente anche americano grazie al regista, non poteva organizzare meglio tutto l'ambarabam di romanzetto rosa sullo sfondo della guerra della perfida Israele!
Una palestinese, sedicente giornalista, il cui compagno ebreo fa un film sulle disgrazie del popolo piu' violento della storia moderna facendolo passare per vittima.    
Meravigliosa pensata.
Grandiosa e sicura propaganda.
Ma veniamo al personaggio Rula Jebreal che si autodefinisce palestinese pur essendo un'arabo-israeliana, nata a Haifa, che ha concluso la sua educazione scolastica a Gerusalemme nella scuola per infermiere fisioterapiste della Capitale.
E tu come lo sai, mi chiederete!
Me lo ha scritto lei, vi rispondo.
Me lo ha detto in una lettera scrittami molti anni fa quando le avevo fatto notare che sul suo blog aveva pubblicato, erroneamente e per puro caso naturalmente (!) , di essere nata a Haifa, in..... Palestina.
Come, Haifa in Palestina, le ho scritto. Da quando Haifa e' in Palestina? Quando mai Haifa e' stata Palestina?
Se Rula fosse nata prima del 48 ( ne dubito data la sua giovane eta') sarebbe nata sotto il Mandato britannico, se e' nata dopo il 48 come e' accaduto, allora e' nata in Israele.
Dunque la bellissima Rula si sta vestendo di un abito non suo. Non e' palestinese e, fino a prova contraria, pare sia fisioterapista e non giornalista.
Che si spacci per giornalista mi e' indifferente, non e' l'unica, che sia una giornalista che non sa scrivere e' quasi normale ...anche se sarei curiosa di sapere chi le prepara  gli articoli o i libri che lei firma.
Non mi sta bene invece che si faccia passare per povera palestinese quando grazie a Israele e' cresciuta sana, in una democrazia, in piena liberta', ha studiato fino al diploma e adesso le e' persino permesso di fare propaganda contro il paese che le ha dato tutto questo e che le ha dato la possibilita' di andare in Europa, con un pezzo di carta e il suo bel visetto, a fare carriera sulla  falsariga dell'odio antiisraeliano.
In Italia essere palestinesi significa avere una marcia  in piu', significa avere tutte le porte aperte e poter diventare famosa giornalista senza esserlo.
Essere palestinesi in Italia significa essere eroi.
Una carta da giocare senza  pudore.
Io dico sempre che se scrivessi propaganda filpalestinese e antiisraeliana sarei ricca, ricchissima, famosa, famosissima invece scrivo agratis per difendere il mio paese tanto odiato e diffamato. I media non mi vogliono, sono troppo sionista e troppo poco, anzi per niente, politicamente corretta. Nessuno mi vuole anche se scrivo meglio della Rula.
Che sfortuna essere solo un'ebrea sionista ! 
 
Sono contenta che a Venezia la Jebreal abbia avuto tanto successo, e' bella, intelligente e arrivista, coccolata come se fosse una grande intellettuale o  giornalista di tutto rispetto, trattata come e meglio di penne superlative spesso bistrattate, accolta dovunque come una regina.  
Ha ottenuto quello che cercava, purtroppo a spese di Israele perche' non c'e'  niente di meglio che far piangere la gente con un po' di lacrimevole propaganda per creare altro odio e  antisemitismo colla garanzia del regista ebreo forse accecato dall'amore....almeno lo spero per lui e a sua giustificazione.
Paraculismo?
Beh si, paraculismo, non c'e' dubbio   ma  anche immenso cretinismo di chi le da lavoro e le fa condurre i Talk Show in un italiano maccheronico.
Mannaggia che culo Rula!
Restando in tema e ampliandolo approfittando del processo di pace che e' ricominciato per l'ennesima volta, voglio mettere un altro puntino su un'altra i.
Si parla tanto di due popoli, due stati e spero che alla fine si arrivera' a questo e che potremo divorziare dai palestinesi lasciandoli unici responsabili di loro stessi.
Sono speranzosa ma non ottimista, ci aspettiamo un'altra ondata di terrorismo come e' accaduto sempre con l'avvio dei colloqui.
Vorrei pero' che tutti si rendano conto che i palestinesi avranno il loro stato su territori che si sono sempre chiamati Giudea e Samaria e non West Bank o Cisgiordania, nomi dati dagli inglesi durante il Mandato per cancellare le radici ebraiche di quelle terre.
Lo avevano fatto anche i Romani 2000 anni fa chiamando Gerusalemme Aelia Capitolina.
I palestinesi non hanno mai avuto un territorio ne' tantomeno uno stato o una nazione, sono arabi arrivati dal sud della Siria e altri paesi arabi del circondario, molti di loro dalle isole greche.
Sia  chiaro quindi che quando avranno una nazione chiamata Palestina, questa sara' formata, su terre ebraiche da millenni.
Sara' quindi un regalo che Israele fara' loro, immeritatamente perche' non si e' mai visto che della gente che ha fatto solo terrorismo, linciaggi e sgozzamenti possa avere anche dei regali.
Quando l'Italia ha perso la guerra ha pagato pegno e cosi' ogni paese del mondo. Qui no, qui le cose sono inverse, qui Israele ha vinto tutte le guerre ed e' Israele che deve pagare pegno.
Mi sembra una cosa molto ingiusta ma purtroppo reale in questo mondo alla rovescia dove i terroristi ammazzabambini vengono chiamati patrioti o combattenti.
Siamo pronti a grandi sacrifici pur di avere finalmente dei confini e i palestinesi fuori da essi.
Un popolo non puo' vivere senza confini, non si sente sicuro, e' sempre soggetto a invasioni e in balia del nemico come tutta la storia di Israele. E' come vivere in una casa senza pareti.
Facciamoli in confini, si prendano parte dei nostri territori, fuori di qua i palestinesi finalmente e sia gloria a Israele e al suo popolo.
Che D*o ci aiuti.
Deborah Fait

takinut3@gmail.com

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