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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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La minaccia al tavolo della pace, oggi arriva dall'Iran nucleare 03/09/2010

LIBERO - Angelo Pezzana : " La minaccia al tavolo della pace, oggi arriva dall'Iran nucleare "

Per valutare i colloqui di Washington ci sono due modi, c’è l’interpretazione che considera gli aspetti positivi di un trattato di pace fra Israele e l’Autorità palestinese, ne apprezza i benefici ma considera anche con grande preoccupazione le connessioni che possono portare ad una caduta del livello di sicurezza, indispensabile per la sopravvivenza dello Stato ebraico. E c’è quella negativa, perchè vede nell’inevitabile rinuncia di territori che sono la radice della storia ebraica in questa regione, la perdita di una identità, soprattutto religiosa, che è il motivo profondo per cui molti israeliani hanno scelto di vivere in avanposti, in condizioni pericolose e, più che altro, precarie. Qui non c’entrano più destra e sinistra, Netanyahu è il leader del Likud, il partito che fu di Begin, quindi la destra laica, che però è stata più pronta della sinistra per arrivare alla pace con l’Egitto (1979). Poi toccò a Rabin, primo ministro laburista, quando nel 1994 Israele firmò la pace con la Giordania. Due avvenimenti che è bene ricordare oggi, perchè dimostrano quanto Israele, non importa chi è al governo, sia sincero quando afferma di volere la pace, costi quello che costi. Fa apparire sincero anche Bibi, il quale ha affermato, prima di partire per Washington, che ‘ avrebbe stupito i critici e gli scettici’, un modo per dire qual’era il risultato che voleva portare a casa.

Ma i problemi più gravi non stanno a Washington, dove le parti hanno reagito all’attentato di Kiriat Arba ragionando più con le testa che con il cuore, uno smacco per Hamas, che si aspettava ben altro. Le reazioni più emotive si sono avute in Israele, dove chi si oppone a qualsiasi divisione territoriale ha reclamato la ripresa immediata delle costruzioni, subito, senza aspettare la scadenza del 26 settembre. E in Cisgiordania, dove, assente Abu Mazen, la parola è passata a chi ragiona come Muhamad Dahlan, disoccupato dopo la fuga da Gaza, dove rischiava la vita in quanto rappresentante dell’Anp, che ha addossato agli Stati uniti la colpa di essere sbilanciati a favore di Israele, il che segnerà il fallimento dei colloqui. Tutto verrà fatto per evitarlo,ma il risultato è possibile  se solo si esce dalla Casa Bianca e si torna in Medio Oriente. Qui ci si chiede come Obama potrà garantire la sicurezza di Israele, come afferma di continuo, quando l’Iran, il pericolo maggiore, sta per disporre dell’arma nucleare. La politica americana nei confronti dell’impero dei mullah non ha dato segni di un vero cambiamento, il tira e molla va avanti come prima. Il rapporto con la Siria, altalenante come sempre, sembra non rendersi conto della sempre più stretta alleanza con il Libano di Hezbollah, un fatto che in Israele viene visto come una preparazione ad una guerra imminente. Persino Michael Oren, l’abilissimo ambasciatore israeliano a Washington, che ha lavorato nelle retrovie per portare al successo i colloqui, ritiene che non ci sarà nessuna pace se l’Iran avrà la bomba.  Conterà poco che l’Anp di Abu Mazen arrivi ad un accordo condiviso con Israele, quando Gaza con Hamas a sud, il Libano con Hezbollah e Siria al nord, e con l’Iran a dirigere, Israele si troverà a dover affrontare una guerra prevista e annunciata in condizioni di accerchiamento. Sono questi i segnali che arrivano dalle analisi di intelligence delle Forze di Difesa di Israele, quel Tzahal al quale anche il più acceso sostenitore pacifista guarda con fiducia pensando a quando suonerà la sirena della guerra. Fino a quel momento vedremo la nascita di uno Stato palestinese in Cisgiordania ?  E la separazione fra arabi e israeliani, il che vuol dire un buon accordo sui confini, garantirà la sicurezza di Israele ? E da che parte staranno i palestinesi in caso di guerra ? E’ vero che l’estate è trascorsa tranquilla, ma il nuovo anno, il 5771, che Israele festeggia tra pochi giorni, di problemi da affrontare ne avrà non pochi.


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