Sarrazin alla gogna politico-mediatica per le sue idee sull'islam Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 03 settembre 2010 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Sakineh e Sarrazin, qualcosa non va»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 03/09/2010, a pag. 1-2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Sakineh e Sarrazin, qualcosa non va ".
Thilo Sarrazin, Giulio Meotti
Roma. “Perché i tedeschi sono così furiosi con il critico dell’islam?”. Con un editoriale a commento della vicenda di Thilo Sarrazin, ieri il Jerusalem Post, giornale certamente al di sopra di ogni sospetto quanto ad antisemitismo e intolleranza razziale, ha insinuato forti dubbi sulla vicenda del banchiere centrale tedesco che i vertici della Bundesbank hanno deciso all’unanimità di sospendere dall’incarico di consigliere. Alcuni giorni fa Sarrazin, ex ministro delle Finanze di Berlino, socialdemocratico dal curriculum impeccabile, aveva lanciato il suo libro “La Germania si distrugge da sola”, dove ha portato accuse molto pesanti al multiculturalismo tedesco e all’islamizzazione strisciante della Germania. “Non desidero che il paese dei miei nipoti e pronipoti diventi in gran parte musulmano, un luogo nel quale si parli prevalentemente turco e arabo, dove le donne portano il velo e il ritmo della giornata è scandito dai muezzin”, si legge nel libro. I suoi commenti temerari sull’identità ebraica (“gli ebrei condividono un gene”, aveva detto) hanno poi messo ulteriormente nei guai l’ex ministro. “Tutti contro Sarrazin!”, ironizza la Bild, il maggiore quotidiano tedesco. Di “caccia alle streghe” ha parlato il famoso giornalista ebreo dello Spiegel Henryk Broder, che ha difeso le idee di Sarrazin. E lo ha fatto anche la scrittrice turca di best seller Necla Kelek, per la quale Sarrazin è stato cacciato perché ha detto “verità amare”. Scriveva ieri il Jerusalem Post che “il furore contro Sarrazin ha portato a un’ondata bizzarra di isteria anti intellettuale, che ha fatto sì che politici e giornalisti distruggessero il libro senza leggerlo”. Intanto sono partite le prime minacce di morte contro l’ex ministro e banchiere centrale. Nella città di Hildesheim è stata annullata la presentazione del libro a causa delle minacce alla sicurezza dell’autore. Manifesti che invitano a rapire Sarrazin sono apparsi in molte parti della Germania. Arno Widmann, editor culturale della Frankfurter Rundschau, giornalista noto per le sue posizioni radicalmente antisraeliane, ha chiesto di incriminare Sarrazin per “istigazione all’odio”. Il giornalista Broder, dalle colonne dello Spiegel, commenta invece con ironia le frasi di Sarrazin sugli ebrei: “Se va accusato di qualcosa è di filosemitismo, perché pensa erroneamente che gli ebrei siano più intelligenti di altri”. Non sono mancate le grandi personalità a favore di Sarrazin, dall’ex Cancelliere Helmut Schmidt a Jasper von Altenbockum, editorialista dell’autorevole Frankfurter Allgemeine Zeitung, il quale ha scritto sul suo giornale che Sarrazin andrebbe lodato per il grande “coraggio civile”. “Il coraggio civile è qualcosa di più del semplice coraggio. Rappresenta, infatti, anche un servizio allo stato, le cui norme legali e conquiste sociali meritano di essere difese”. Le generalizzazioni del banchiere centrale sugli ebrei non hanno fatto un buon servizio all’intelligenza. Resta però il fatto che non appena un ex ministro tedesco, dirigente della Banca centrale, storico esponente dei socialdemocratici, ha criticato l’islamismo e la ghettizzazione multiculturale, è stato messo alla gogna all’unisono, da Angela Merkel alla galassia di estrema sinistra. Finendo in compagnia dell’olandese Geert Wilders e del vignettista danese Kurt Westergaard, anche Thilo Sarrazin da qualche settimana è entrato nella classifica degli europei sotto protezione della polizia perché obiettivi sensibili dell’islam.
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