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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Hamas boicotta il tavolo della pace. Uccisi quattro israeliani a Hebron 01/09/2010

LIBERO - Angelo Pezzana : " Hamas boicotta il tavolo della pace. Uccisi quattro coloni "


Angelo Pezzana

Due uomini e due donne, una delle quali incinta, sono stati uccisi ieri sera in un attentato nei pressi di Kiriat Arba, una cittadina abitata in gran parte da ortodossi. Un attentato dalla chiara matrice palestinese, un avvertimento per minare quei colloqui che stanno per iniziare a Washington.
E dire che dopo anni di trattative andate in fumo non  c’era nemmeno più l’ansia, o la curiosità, di fare pronostici. Se Herb Keinon sul Jerusalem Post, si era chiesto perchè Netanyahu e Abu Mazen devono percorrere 10.000 km, quando la distanza fra Gerusalemme e Ramallah è di 15 minuti, la risposta sta probabilmente nella necessità assoluta di Obama di poter esibire un anche minimo risultato positivo della sua presidenza. In Israele l’estate era trascorsa tranquilla, nessun vento di guerra, l’economia, a differenza di quelle occidentali, tira, Bibi gode di notevole considerazione persino sulla stampa di opposizione (Aluf Benn, su Haaretz), per la volontà positiva che lo guida nel fare di tutto perchè i colloqui non saltino prima ancora di iniziare. Anche il governo va, ma con il 26 settembre, se non ci sono  risultati positivi dai colloqui, termina  il congelamento delle costruzioni, e una loro riconferma procurerà di certo una crisi di governo. Le proposte di Israele a sostegno della tesi 'Due Stati per due popoli', sono essenzialmente queste: 1) uno stato palestinese smilitarizzato e il controllo della valle del Giordano, per impedire che non entrino armamenti nel nuovo stato. 2) il riconoscimento di Israele quale stato degli ebrei. 3) il ritorno dei rifugiati solo nello stato palestinese 4) la dichiarazione di 'fine del conflitto', per evitare che da parte arabo-israeliana possano esserci poi richieste di autonomia o indipendenza in Galilea e nel Negev. Ma la posizione di Abu Mazen è problematica. La sua carica di presidente è infatti abusiva, essendosi rifiutato di indire nuove elezioni nel timore quasi certo di perderle. La presenza di Hamas in Cisgiordania è tale da creare preoccupazioni non solo a Israele, ma ad Abu Mazen per primo. Non si contano più gli attacchi contro di lui, da servo degli Usa, a venduto ai sionisti, è in atto una azione di delegittimazione nei suoi confronti, mentre lui si difende nel peggiore dei  modi, invece di attaccare i fondamentalisti, continua ad addebitare un probabile insuccesso dei colloqui ad Israele.  Anche se sa che le richieste di Israele sono più che accettabili, lo Stato palestinese è lì bell’e pronto, ma ci vuole una statura da leader forte, determinato ad andare anche contro una parte dei suoi. Adesso arriva un attentato terrorista, vedremo come lo affronterà.
Ieri Bibi si è augurato che, dopo Washington, i colloqui tra lui e Abu Mazen possano riprendere al più presto e con scadenza quindicinale. Una dichiarazione che aiuta a capire quanto da un lato siano deboli le speranze che i colloqui americani lasciano intravedere, ma dall’altro anche una forte volontà per arrivare ad una separazione consensuale, l’unica traduzione realista della parola pace.


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