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L'Opinione Rassegna Stampa
31.08.2010 Anche un terrorista fra i 'pacifinti' della Mavi Marmara
Ma la stampa italiana tace. Cronaca di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 31 agosto 2010
Pagina: 9
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Anche un terrorista fra i 'pacifinti' della Mavi Marmara»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 31/08/2010, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Anche un terrorista fra i “pacifinti” della Mavi Marmara ".


Dimitri Buffa, Mavi Marmara

Lo ha scoperto la stampa turca perché tanto quella europea se la dorme della grossa: uno dei “pacifinti” della Mavi Marmara (la nave che faceva parte della cosiddetta “Freedom Flotilla” per Gaza, poi assaltata dai commandos israeliani) era già stato condannato a nove anni di carcere per un atto di terrorismo commesso nel 1996 in Russia. Il dirottamento del traghetto Avrasya per ottenere la liberazione di 250 terroristi ceceni. Poi il blitz delle teste di cuoio mise fine al tutto. Secondo il giornale, un gruppo di nove uomini armati guidati da Mohammed Tokcan aveva dirottato il traghetto dopo che era salpato dal porto turco di Trabzon per il porto russo di Sochi. Presero 177 passeggeri e 55 membri dell'equipaggio in ostaggio, la maggior parte russa, e alcuni turchi, e dissero che avrebbero accordato il loro rilascio in cambio di 250 detenuti ceceni in Russia. Dopo intense trattative, in cui i servizi segreti turchi “Mit” avevano partecipato, furono convinti a dirigere il traghetto al porto di Istanbul. Era il 19 gennaio del 1996. Secondo l'articolo, uno dei dirottatori era Erdinç Tekir, che era pure stato ferito durante l'operazione. Condotto di fronte a un tribunale speciale turco venne condannato a una pena di nove anni di carcere. Ne ha scontati solo 3 e mezzo per altri reati comuni mentre la pena per terrorismo gli venne condonata per buona condotta. In una conversazione telefonica con un corrispondente di Hürriyet, Tekir ha detto che, dopo essere stato imprigionato per 3 anni e mezzo, si è offerto volontario per Ihh e poi ha partecipato alla flottiglia per Gaza imbarcandosi sulla Mavi Marmara. In risposta alla richiesta del corrispondente Hürriyet per un colloquio faccia a faccia, ha detto che, in considerazione della fatica per il Ramadan, ha rimandato il tutto a dopo le vacanze. Tutto ciò era stato raccontato dal popolare quotidiano turco Hürriyet lo scorso 20 agosto. Intervistato da un sito web islamico, Erdinç Tekir ha ammesso di aver partecipato all'attacco terroristico con lo scopo di ottenere il rilascio dei prigionieri ceceni, come parte della sua attività per promuovere la causa della Cecenia. E' questa, quindi, la prima prova della presenza di un turco con un passato terrorista tra gli operativi Ihh che combatterono contro la marina israeliana a bordo della Mavi Marmara. La maggior parte dei nove “pacifinti” uccisi e dei 53 feriti appartenevano a Ihh o a reti dell’integralismo islamico turco ad essa collegate. D'altra parte, nessun attivista dei diritti umani dell’Europa o del mondo arabo-musulmano è stato trovato tra i morti e i feriti (con l'eccezione di una donna dall'Indonesia). Tra i feriti c’erano invece delinquenti, alcuni dei quali esperti di arti marziali e con esperienza di buttafuori o di body guard. Non ci sono per ora informazioni che indichino che l’Ihh sia stato coinvolto nel sequestro della Avrasya. Tuttavia, il gruppo armato che ha preso il controllo del traghetto ha avuto il supporto di elementi islamici in Turchia. Inoltre lo stesso Erdinç Tekir ha ammesso in un sito web islamico vicino all’Ihh di essere stato, a suo tempo, “attivo per la causa abkhazo-cecena”. Informazioni attendibili raccolte dai servizi israeliani indicano anche che l’Ihh, in passato, avesse avuto rapporti con reti globali della Jihad e del terrorismo islamico in Medio Oriente, nonché con i radicali islamici separatisti della Cecenia. Tali relazioni con l’Ihh includevano il supporto logistico per la Jihad con cellule terroristiche in Bosnia, Siria, Iraq, Afghanistan e Cecenia, in particolare per la fornitura di armi e finanziamenti. Un istituto di ricerca danese che esponeva le connessioni passate dell’Ihh avute con Al Qaeda e dei contatti con le reti globali della Jihad ha scritto che le autorità turche avevano sequestrato documenti, da cui risultava che alcuni membri dell’Ihh, attualmente detenuti, erano stati mandati a combattere in passato in Afghanistan, Bosnia e Cecenia.

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