E’ un romanzo storico, un romanzo d’amore ma anche d’avventura e di spionaggio, pieno di ironia, pervaso di una saggezza malinconica eppure ottimista, quasi orientale. Rivela un episodio quasi sconosciuto della seconda guerra mondiale: come questa città della Cina, controllata dai giapponesi, accolse più di 20.000 ebrei tedeschi e austriaci, perlopiù intellettuali, altrimenti destinati ai campi di concentramento. Una moltitudine attonita e spaventata di uomini e donne che si ammassò nel degradato quartiere di Hongkou, che sopravvisse accettando i lavori più umili – mentre i nazisti premevano sui propri alleati dell’Estremo Oriente perché si impegnassero nella «soluzione finale» – senza mai rinunciare alla dignità e alla lotta.