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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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La 'guarigione miracolosa' del terrorista di Lockerbie 25/08/2010

La 'guarigione miracolosa' del terrorista di Lockerbie
di Angelo Pezzana

Nel 1988 fu condannato a 27 anni di carcere per aver fatto saltare  nel cielo sopra Lockerbie (Scozia) l'aereo della Pan Am, volo 103, causando la morte dei 259 passeggeri, più 11 persone sul luogo dove l'aereo si è poi schiantato. L'atto di terrorismo più terribile in tutta la storia della Gran Bretagna, così venne definito. Abdel Baset Al-Magrahi, fu l'unico condannato per la strage, ma il 20 agosto dello scorso anno, dopo una attenta vista da parte dei medici del  carcere, fu graziato, perchè, così riferirono i dottori, gli restavano solo alcuni mesi di vita, non più di tre, a causa di un cancro alla prostata che non lasciava speranze.

La Libia, che si riconobbe quale mandante della strage, accettò il verdetto che la condannava a risarcire i famigliari delle vittime, sicura, come poi i fatti dimostrarono, di poterne uscire senza ulteriori problemi.

La liberazione di Al-Megrahi, e soprattutto i festeggiamenti che l'hanno accolto al suo arrivo a Tripoli, hanno riaperto la ferita del ricordo, ma i sentimenti di compassione suscitati dalle condizioni del pluri assassino, non hanno consentito eccessive proteste. Gheddafi si era riconfermato l'avventuriero che è sempre stato, ma la storia sembrava finita lì, con la morte imminente e le esequie garantite che attendevano l'ex detenuto.

Invece no, con il passare dei mesi la salute del nostro eroe si è ripresa, l'aspetto è migliorato al punto che non è esagerato pensare ad una guarigione miracolosa, oppure, più plausibile, che la malattia diagnosticata era tale solo per garantire la sua liberazione prima di avere scontato la pena per intero. La Libia, sono cose che succedono, è da tempo a corto di eroi, e Al-Megrahi aveva tutte le carte in regola per rivestirne i panni, l'uomo adatto per aumentare la popolarità del colonnello fra la masse, rimaste senza spettacoli popolari dopo che il trattamento-Reagan l'aveva convinto che era meglio mettere la testa a posto. Una mano gliel'ha  data anche la BP, che da tempo cercava di entrare in trattative con la Libia per le sue ricerche petrolifere, senza però trovare la strada giusta. Finchè qualcuno ha fatto il nome di A-Megrahi,un'esca niente male,  autorità scozzesi consenzienti, ovviamente, sotto le spoglie compiacenti dei medici del carcere. Gheddafi infatti firma il contratto con BP, e l'eroe ritorna a casa. Sarebbe andato tutto liscio se le proteste dei famigliari delle vittime, fra le quali anche americane, non fossero arrivate sino alla Casa Bianca, dove Barack Obama, per via di qualche sondaggio che vede la sua popolarità in forte calo, si è subito messo a chiedere a gran voce che il liberato ingiustamente venga subito riacciuffato e rispedito nel carcere scozzese. Se si è mosso il presidente americano, non potevano fare diversamente le autorità britanniche, per cui la palla adesso è passata a Gheddafi. Che farà il dittatore libico ? Deluderà i sudditi che aveva tanto rallegrato con la novela dell'eroe liberato, e restituirà  il nostro al carcere scozzese ? D'altronde non può mica far finta di niente, ha contro mezzo mondo che conta. La presenza di Al-Mugrahi sia che rimanga, sia che se ne vada, è imbarazzante. Ci sarebbe una soluzione, che libererebbe Gheddafi  dal dover scegliere. Una visita più accurata da parte di un medico libico di fiducia, che riscontrasse la veridicità della diagnosi scozzese, cosi vera che, dopo gli ultimi esami nell'ospedale maggiore di Tripoli, il poveretto ha reso l'animaccia a chi lui sa. Nei panni di Al-Megrahi, io non mi sentirei affatto tranquillo.


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