Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
C'è del marcio in Norvegia Si chiama odio per Israele
Testata: Il Foglio Data: 25 agosto 2010 Pagina: 3 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «C’è del marcio in Norvegia»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 25/08/2010, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " C’è del marcio in Norvegia ".
Norvegia
Il veleno scorre nella socialdemocratica, perbenista, pacifista e multiculturale Norvegia. Si chiama odio per Israele. Il governo di Oslo ha annunciato il boicottaggio di due colossi economici israeliani che hanno lavorato negli insediamenti. Gli ebrei in Norvegia sono appena lo 0,003 per cento della popolazione totale, eppure Oslo è un baluardo mondiale dell’antisionismo e dell’antisemitismo. Siamo nel paese che il Global Peace Index pone da anni in cima alla lista dei paesi più “pacifici” del mondo. Il fondo sovrano della Norvegia (quello che ha il compito di amministrare i soldi del petrolio) ha disinvestito dalla società israeliana Elbit, perché ha contribuito alla barriera di separazione che tiene lontani gli attentatori suicidi dal territorio israeliano. L’autore del famoso romanzo “Il mondo di Sofia”, l’eroe nazionale Jostein Gaarder, si è augurato la distruzione d’Israele. Da anni sui quotidiani norvegesi appaiono vignette antisemite. Sul giornale Dagbladet, l’ex primo ministro israeliano Olmert è apparso come il capo di un campo di sterminio. La leader socialista Kristin Halvorsen guida molte campagne di boicottaggio d’Israele, a cui ha preso parte anche la chiesa luterana. E la prestigiosa Università di Trondheim sono tre anni che discute se trasformarsi in un ateneo deisraelizzato, come Heidelberg o Friburgo durante la guerra, da cui Adorno, Arendt e Einstein furono costretti a scappare. C’è del marcio nella placida Norvegia.
Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante