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Copia di un'e-mail spedita al direttore del Corriere della Sera Egregio Direttore, l'articolo del 18-8-10 di Francesco Battistini sul boicottaggio contro Israele si conclude minimizzando l'antisionismo di alcuni professori delle università israeliane. Temo che specialmente le tre brevi frasi finali dell'articolo minino, certo involontariamente, l'esattezza dell'informazione (perché l'articolo si propone di fornire informazioni, giusto? Non mi è chiaro quanto queste ultime si confondano con le opinioni del giornalista. Né quale sia il taglio dato all'articolo: informazione o opinione? Mi scusi, non sono giornalista). Nevè Gordon (notissimo antisionista, anche se il giornalista sembra non saperlo o sceglie di non comunicarlo) professionalmente è, ritengo, un insegnante come tutti gli altri, cioè è stipendiato per insegnare una materia: non per tentare di indottrinare gli studenti sulla sua personale visione del mondo. Quando invece fa quest'ultima cosa (e la fa; lo conferma anche l'articolo), mi pare ovvio che travalichi il suo ruolo e abusi del mandato professionale ricevuto. Tanto più che quegli studenti ha anche il potere di promuoverli o di bocciarli (sarebbe interessante capire in base a che cosa si regoli: in base alla loro preparazione o alla conformità delle loro opinioni con le sue?). La libertà di insegnamento attiene a cose molto più tecniche di quanto immaginano e scrivono tanti di coloro che insegnanti non sono: riguarda metodi, strumenti, tempi di insegnamento... Non è libertà indiscriminata di fare e dire IN CLASSE quel che pare: per quello, in democrazia (sempre nei limiti che gli stati democratici si sono dati e che fanno parte della democrazia stessa), c'è il resto del mondo fuori dall'aula. L'indottrinamento politico attraverso le scuole mi ricorda le madrasse islamiche (nella quasi totalità delle quali esso -come minimo- è un fatto; direi proprio in tutte, ma appunto non voglio essere assolutista), e mi ricorda le scuole naziste, comuniste e fasciste (anche questi sono fatti). "Im Tirzù" è un movimento sionista che sta operando democraticamente per impedire le discriminazioni che avvengono nei confronti di Israele, e, sì, per impedire anche la distruzione dello stato d'Israele (sembro esagerata? Non lo sono. A scuola e all'università bisogna far studiare i fatti, poi ogni studente si formerà un'opinione. Sui giornali bisogna prima di tutto raccontare chiaramente i fatti, vero? Ci sono interi capitoli di storia e di attualità da studiare... che dimostrano che questi sono i fatti). Accostare "Im Tirzù" al Cremlino, come nell'articolo, è secondo me inappropriato. Direi che capovolge la realtà. "Credere nei valori del nostro Stato": non sono parole stantie come le ha definite Francesco Battistini. Che siano stantie è un'opinione di Battistini: ritengo sarebbe stato più opportuno sottolineare che è sua, e che non è un fatto oggettivo. En passant: i valori dello stato d'Israele che i giovani di "Im Tirzù" difendono e in cui credono... sono prima di tutto quelli dell'esistenza e della sopravvivenza dello stato d'Israele, cioè il valore del loro stesso poter continuare a vivere, e poter essere felici (anche il loro diritto a queste cose è un FATTO). I valori dello stato d'Israele, mediante i quali grazie a Israele continueranno a vivere e prosperare anche gli studenti di Nevè Gordon... e lo stesso Nevè Gordon. Ma magari lui è già richiesto da qualche altra università, più importante dell'attuale, e non israeliana (quindi non correrà i pericoli reali che corrono gli altri israeliani... ): ma questa è solo un'ipotesi ! Distinti saluti Lettera firmata |
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