La simmetria dei desideri Eshkol Nevo Traduzione Ofra Bannet e Raffaella Scardi Neri Pozza Euro 17,50
“Ma questa è proprio la definizione dell’amicizia? Un’oasi che ci permette di dimenticare il deserto…o….una zattera le cui assi si tengono unite. O..un piccolo staterello circondato dai nemici. Non so con certezza come sia iniziata. Non so con certezza cosa l’abbia tenuta insieme fino a oggi. E non so con certezza se proseguirà, ora che le nostre vite stanno cambiando…..” Se nel precedente romanzo di Eshkol Nevo, voce fondamentale della giovane narrativa israeliana, è la nostalgia a costituire il filo conduttore della narrazione, in questo nuovo libro è l’amicizia a tenere saldamente uniti i quattro protagonisti de “La simmetria dei desideri”. Un legame indissolubile per Yuval, Amichai, Yoav, detto Churchill e Ofir fatto di esperienze condivise, come il piacere di un viaggio assieme, della disponibilità ad ascoltarsi, a criticarsi, a ferirsi a volte, ma anche a curarsi reciprocamente. Ci si può sentire traditi dagli amici ma se è vera amicizia quel sentimento è in grado di superare ogni ostacolo ed uscirne anche rafforzato. Così capita ai quattro amici non ancora trentenni, originari di Haifa, che si conoscono dai tempi del liceo: un’amicizia germogliata “nella settimana di esercitazioni pre-militari in quarta liceo”. Yuval, voce narrante, si occupa di traduzioni, ha ricevuto un’educazione anglosassone ed è perdutamente innamorato di Yaara: rappresenta il lato dolce, malinconico e un po’ inconcludente della combriccola. Churchill è un avvocato dal temperamento egoista e trascinatore, un uomo di legge che lotta per modificare le istituzioni attraverso la legge eppure nominato pubblico ministero in un caso di corruzione pubblica a sfondo sessuale, finirà lui stesso distrutto da un ingranaggio che non perdona. Ofir, dai lunghi capelli ricci, lavora in “un mondo cinico” quello della pubblicità mentre Amichai, l’unico del gruppo sposato con Ilana -soprannominata dagli amici “la piagnona”- è padre di due splendidi gemelli: Nimrod e Noam. Ed è proprio Amichai che, durante la finale dei Mondiale di calcio del 1998, propone un’idea stravagante: scrivere su un foglietto tre desideri e attendere il prossimo Mondiale per verificare se si sono realizzati o meno. Ma la curiosità è troppo forte e insieme decidono di leggere il primo di essi: Ofir desidera scrivere un libro, Amichai vorrebbe aprire una clinica di terapie alternative, Churchill determinare con il suo lavoro di avvocato un reale cambiamento sociale, mentre il desiderio più semplice e quasi puerile viene da Yuval, l’amico dall’animo più profondo considerato dagli altri “….uno che non cambia personalità due volte la settimana e non pretende giustizia assoluta da tutti”. Senza Yuval “siamo un’accozzaglia casuale di persone. Insieme a te siamo degli amici”; i suoi desideri e il suo futuro hanno un solo nome: Yaara. Anche se questa bella ragazza, disinibita e volubile entro un paio di mesi diventerà la compagna di Churchill! Tra una partita e l’altra si dipana la storia di una bella amicizia che non esclude momenti di sofferenza, perdite, litigi e viaggi come quello di Yuval e Churchill in Sud America durante il quale scopriranno un nuovo collante per la loro amicizia o quello di Ofir che in fuga dal mondo patinato e vuoto dei pubblicitari di Tel Aviv troverà in India non sono una nuova dimensione mistica ma anche l’amore di Maria, una giovane madre di Copenhagen che lo seguirà in Israele. Straziante è la perdita di Ilana la moglie di Amichai morta durante un intervento chirurgico e nella descrizione del dolore e del senso di impotenza che pervade tutti il registro narrativo di Nevo da ironico e scanzonato si fa delicato e commosso. Dopo quella triste esperienza è ancora una volta l’amicizia a costituire il perno sul quale Amichai innesta un nuovo progetto: un ‘associazione in memoria di Ilana chiamata “E’ nostro diritto” per il rispetto dei diritti umani nel sistema sanitario. Un progetto che vedrà la collaborazione attiva e partecipe di Ofir e Yuval ma non quella di Churchill, troppo impegnato nel suo primo importante processo. Yuval è senz’altro la figura che più colpisce nel tessuto narrativo non solo perché è la voce narrante ma per quell’aria tenera e sentimentale, quasi un eterno adolescente che ne fanno un protagonista indimenticabile. Ed è impossibile non commuoversi dinanzi al racconto della sua prima esperienza sotto le armi ai tempi della prima Intifada, allo sgomento e allo sconcerto provati dinanzi ai soprusi che una famiglia di palestinesi di Nablus aveva dovuto subire per assecondare il desiderio del comandante di guardare la partita dei Mondiali 1990, Inghilterra-Camerun comodamente seduti in televisione. (“…solo più tardi, quando siamo tornati sul tetto, ho provato nausea verso me stesso, verso i ragazzi dell’unità e verso i maledetti Mondiali. Ho passato la notte rigirandomi sul sacco a pelo, senza trovare nessuna posizione nella quale la mia coscienza potesse addormentarsi”). In questa società d’impianto liberale che deve combattere con nemici che ne vorrebbero la distruzione i quattro amici, simbolo del desiderio di normalità che pervade la società israeliana, non realizzeranno il proprio sogno bensì a ciascuno di loro la sorte assegnerà quello dell’altro: Yuval diventerà scrittore mentre Ofir aprirà una clinica alternativa. Amichai darà vita ad una associazione che porterà a quel cambiamento sociale che auspicava Churchill mentre quest’ultimo, sposando Yaara, conseguirà il sogno di Yuval. Sullo sfondo si delineano le vicende politiche dello Stato d’israele, i conflitti con i palestinesi, gli attacchi terroristici, la Seconda Intifada e il servizio militare che rappresenta una linea di demarcazione, ben più che in altri paesi, per i ragazzi e le ragazze israeliani. Benché lo scrittore abbia scelto di far muovere i suoi personaggi, mirabilmente ritratti, al di fuori del contesto militare la realtà è molto presente con il suo bagaglio di lutti e sofferenze. “In modo subliminale c’è un’ombra continua di violenza”. Quello di Nevo è un romanzo che si discosta dalla narrativa israeliana più conosciuta in Italia: Grossman, Yehoshua e Oz. Ai kibbutz e alla generazione che ha conosciuto il periodo glorioso delle guerre in cui Israele sconfisse i nemici che volevano annientarlo, sono subentrati i giovani disincantati e ironici che vivono a Tel Aviv che sdrammatizzano la guerra e, pur non dimenticando di vivere in un paese minacciato, osservano il futuro con uno sguardo da cui trapela un forte desiderio di normalità e un anelito imprescindibile a realizzare i propri sogni. Al centro del romanzo, narrato con stile brillante e straordinaria ricchezza di linguaggio, rimane il valore dell’amicizia e della solidarietà che unisce in maniera indissolubile le persone e le aiuta ad affrontare i cambiamenti della vita, nel bene e nel male.