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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
21.08.2010 Al-Megrahi, terrorista di Lockerbie, festeggia un anno dalla sua scarcerazione
Era stato liberato e mandato in Libia perchè 'malato terminale'. Gli Usa chiedono un'inchiesta

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 21 agosto 2010
Pagina: 9
Autore: La redazione del Sole 24 Ore
Titolo: «Il senato Usa insiste: inchiesta su Lockerbie»

Riportiamo dal SOLE 24 ORE di oggi, 21/08/2010, a pag. 9, l'articolo dal titolo " Il senato Usa insiste: inchiesta su Lockerbie ".

Festeggiare...in silenzio. È questo il compromesso che ha evitato un altro scontro diplomatico fra Londra e Tripoli. Materia del contendere è sempre il destino di Abdel alMegrahi, il terrorista libico accusato della strage di Lockerbie del 1988 quando 270 persone morirono in seguito all'attentato a un volo Pan Am. Ieri al-Megrahi ha celebrato il primo anno da libero cittadino dopo la condanna dei giudici scozzesi. L'alba di un giorno che non avrebbe mai dovuto vedere, secondo la corte di Edimburgo che ne decise lo scorso anno la scarcerazione per motivi di salute in quanto malato terminale.
I tre mesi di vita di cui allora parlarono i giudici si sono estesi oltre ogni previsione, arroventando la polemica per una scarcerazione, per molti dettata più dalla ragione di stato che da quella strettamente sanitaria. Tanto da indurre Londra a mettere in guardia Tripoli. «Festeggiamenti sarebbero offensivi verso i parenti delle vittime » ha avvertito il Foreign Office e così è stato.
Il malessere degli Stati Uniti è stato espresso ieri con la decisa esternazione di un gruppo di senatori americani. «Le nubi del sospetto pesano sulla liberazione di al-Megrahi» ha detto il senatore Robert Menendez chiedendo una volta di più sia a Londra sia a Edimburgo di avviare un'inchiesta. Né Londra né Edimburgo intendono farlo e hanno ribadito la tesi di sempre. Per il governo inglese quella decisione «fu uno sbaglio », per quello scozzese «fu presa in buona fede».
Anche la Casa Bianca è intervenuta, attraverso il consigliere del presidente Barack Obama per l'antiterrorismo, John Brennan, il quale ha ricordato come il suo governo si è sempre «categoricamente opposto» alla liberazione e un comunicato del segretario di stato, Hillary Clinton, ha sottolineato che alMegrahi avrebbe dovuto rimanere in carcere. Il sospetto denunciato dal senatore Menendez riguarda le pressioni che Bp avrebbe esercitato perché fossero ristabilite relazioni diplomatiche consentendo al gruppo pretrolifero di ottenere licenze in Libia. Il caso è vissuto con indignazione dall'opinione pubblica americana che vede in Edimburgo il responsabile primo della scarcerazione. Le conseguenze cominciano a farsi sentire. Si moltiplicano i siti web che promuovono il boicottaggio di prodotti scozzesi in America.
Il pasticcio di Lockerbie è lontano da una conclusione anche perché cresce la disputa fra i sanitari chiamati ad esprimere una prognosi che si è rivelata del tutto errata. A illuminare il giudizio della corte scozzese sembra sia stato, soprattutto, il parere di un giovane medico, Peter Kay, occupato part-time nella prigione dove era detenuto al-Megrahi. E se così fosse la polemica potrebbe esplodere bene oltre i limiti attuali.

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