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L’inferno di Treblinka 19/08/2010

Vasilij Grossman
Vita e destino
Adelphi

L’autore, nato all’inizio del ‘900 in Ucraina da una famiglia di origine ebrea, è il primo dissidente sovietico, precursore di Solženicyn. e questo suo romanzo possiede un respiro storico, oltre a una straordinaria e meticolosa umanità, che ricorda da vicino l’immenso capolavoro di Tolstoj, Guerra e pace. Terminato nel 1960, dopo quasi dieci anni di lavoro, il testo incorre nelle maglie della censura e solo dopo molte peripezie compare per la prima volta nel 1980 in Francia. Vita e destino non è solo un appassionante affresco storico dei lager nazisti e dei gulag staliniani ma è anche una bruciante riflessione sul male del quale l’autore svela con implacabile acutezza la natura, che è menzogna e cancellazione della verità mediante la mistificazione più abietta: quella di ammantarsi di bene, un bene astratto e universale nel cui nome si compie ogni atrocità e ogni bassezza.

Vasilij Grossman
Tutto scorre
Adelphi

Ivan Grigor'evic torna a Mosca dopo trent'anni di deportazione in Siberia. Grossman scrisse fra il 1955 e il 1963 questo libro, che è il suo testamento e come nel grandioso "Vita e destino", non cambiò molto nel suo stile scabro e aspro ma vi infuse l'inconfondibile tono della verità. Con lucidità e fermezza, prima di ogni altro parlò qui di argomenti intoccabili: la perenne tortura della vita nei campi, ma anche l'altra tortura, più sottile, di chi ne ritorna e riconosce la bassezza e il terrore negli occhi imbarazzati di parenti e conoscenti; lo sterminio sistematico dei kulaki; la delazione come fondamento della società. Su tutto questo Ivan Grigor'evic riflette, mentre vaga alla ricerca di un modesto lavoro e si adatta a una nuova vita di servitù.

Vasilij Grossman - Il’ja Erenburg
Il libro Nero.
Il genocidio nazista nei territori sovietici 1941-1945
Rizzoli

Dopo la controffensiva dell’Armata rossa, scrittori e intellettuali ebrei tra i quali gli autori di questo saggio, raccolsero in un “libro nero” le testimonianze sulla soluzione finale nei territori sovietici occupati dai tedeschi e in alcune regioni della Polonia: racconti di sopravvissuti alle stragi e ai lager, resoconti di eroici quanto disperati tentativi di rivolta stilati dai superstiti oltre agli appunti, alle lettere e alle pagine di diario di chi sapeva di dover morire. Con l’accusa di mistificazione ideologica il libro fu dapprima censurato e poi distrutto. Grazie alla figlia di Erenburg, che ne aveva salvato una copia, viene ripubblicato dopo cinquant’anni in un’edizione integrale che ha il merito di riportare alla luce i passi oscurati dalla censura staliniana oltre che di restituire all’ascolto le parole di altre innumerevoli vittime della più grande “pulizia etnica” del nostro secolo.




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