E naturalmente razzisti e praticanti dell'apartheid sono gli israeliani, in particolare i "coloni" e gli esponenti del governo, mentre Hamas è un'organizzazione politica, che cura gli interessi del suo popolo, legalmente eletta, "con cui bisogna fare i conti". Sono convinto che nessuno cambierà idea, ma voglio farvi leggere qualche brano della predica del venerdì di un imam di Hamas trasmessa il 16 luglio scorso sulla TV Al Aqsa, la televisione di Hamas (http://www.focusonisrael.org/2010/08/07/hamas-tv-al-aqsa-antisemitismo/):
«Cari beneamati, la moschea di Al-Aqsa [a Gerusalemme] è sottoposta a una feroce campagna di giudaizzazione e di contaminazione per mano delle più sporche creature che siano state plasmate da Allah: gli ebrei. […] Oggi vediamo i fratelli delle scimmie e dei maiali che distruggono le case con gli abitanti ancora all’interno, che sradicano gli alberi dalla loro terra, che uccidono donne, bambini e anziani. […] Un tributo di sangue sarà pagato per la moschea di Al-Aqsa. Il nostro popolo non abbandonerà mai la moschea di Al-Aqsa e la Palestina. Noi la redimeremo con le nostre anime, col nostro sangue, coi nostri figli, con ciò che abbiamo di più caro, senza badare ai sacrifici che dovremo sostenere, fino a quando sarà liberata, con la grazia di Allah, e fino a quando questa terra sacra sarà purificata dalla sozzura degli ebrei. […] Fratelli nella fede, la moschea di Al-Aqsa permane sotto una tirannica occupazione. Gli ebrei continuano a insozzarla con la loro lordura. L’unico modo per liberarla è attraverso la jihad [guerra santa] in nome di Allah. […] Oggi la jihad è un dovere individuale, che spetta a ciascun musulmano, uomo e donna. Secondo il principio giuridico islamico, quando un nemico invade una terra musulmana, la jihad diventa il dovere individuale di ogni uomo musulmano e di ogni donna musulmana. Il figlio deve dedicarsi alla jihad anche senza il permesso del padre, la moglie deve dedicarsi alla jihad anche senza il permesso del marito, il servo deve dedicarsi alla jihad anche senza il permesso del suo padrone.»
Questa è l'ideologia del rispettabile movimento politico con cui molti nell'Unione Europea e nel mondo vorrebbero "aprire un dialogo". Diciamo pure che al confronto il buon vecchio Hitler sembra un razionale moderato. E non sono solo parole. I fatti (i missili, gli esplosivi, i rapimenti) seguono. Qualcuno negli ultimi giorni mi ha scritto delle lettere per deplorare il mio estremismo. Forse sbaglio, forse dovrei essere meno sarcastico e più ottimista, non so. Ma di fronte a nemici del genere e all'idea generalizzata nel mondo che essi dovrebbero essere lasciati liberi di agire tranquillamente, che il blocco navale e terrestre andrebbe del tutto abolito, come fare a non urlare? Quando le iene e gli sciacalli ti assaltano e tutto il mondo fa il tifo per loro, come ci si può spiegare con calma e moderazione? Quando i fatti e le dichiarazioni non sono minimamente presi in considerazione, che cosa resta se non il grido, il sarcasmo, l'invettiva?