Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Passare le armi ad Hezbollah attraverso la Siria Ecco il nuovo impegno della Turchia. Cronaca di Guido Olimpio
Testata: Corriere della Sera Data: 11 agosto 2010 Pagina: 17 Autore: Guido Olimpio Titolo: «La via turca delle armi per Hezbollah»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/08/2010, a pag. 17, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " La via turca delle armi per Hezbollah ".
Nasrallah, Erdogan
L’Hezbollah, sicuro della sua forza e consapevole del proprio peso politico, cerca altre armi. E le avrà, presto, attraverso un nuovo canale. Ad aprirlo l’apparato segreto dei pasdaran insieme ai turchi.
I dettagli — secondo indiscrezioni — sono stati stabiliti durante un recente incontro che ha avuto come protagonisti il capo degli 007 dei pasdaran Hussein Taeb e il nuovo responsabile dei servizi turchi Hakan Fidan, ritenuto un duro e pronto ad allacciare rapporti con il regime integralista sciita.
La via turca — come è stata definita da fonti occidentali — servirà per l’invio di carichi bellici sofisticati. Armi, apparati di puntamento e razzi che saranno spediti dal territorio turco verso la Siria, poi da qui proseguiranno fino in Libano. Per trasferirli camion, veicoli industriali e anche vetture. Gli 007, in stretto coordinamento con emissari dell’Hezbollah, dovranno facilitare il passaggio e garantire la sicurezza. Vegliando sulle rotte dei carichi, fornendo un eventuale appoggio al confine. Hakan Fidan avrebbe anche incaricato dei suoi funzionari di creare una buona copertura al fine di tenere lontani altri apparati militari turchi ed evitare brutte sorprese.
Gli iraniani, in sostanza, vogliono costruire un network identico a quello creato da tempo in Sudan e finalizzato all’assistenza in favore di Hamas. A Khartoum operano «uffici misti», con agenti khomeinisti, palestinesi e sudanesi che si avvalgono di complicità in Egitto. Attività che Fidan è in grado oggi di offrire in Turchia. L’intreccio irano-turco è guardato con preoccupazione nelle capitali occidentali in quanto sono evidenti i rischi per la sicurezza. I servizi di Ankara sono tra i migliori della regione, hanno grande conoscenza della realtà in Medio Oriente, sanno come muoversi sulle rotte dei traffici clandestini. E quelli iraniani non sono da meno.
A Teheran l’asse con la Turchia serve non solo perrifornire l’alleato Hezbollah ma anche per tenere d’occhio la comunità iraniana in esilio che ha trasformato Istanbul nella sua capitale. Un’occasione da non perdere per gli ayatollah.
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