" Che i palestinesi comincino ad amare la vita ? "
di Angelo Pezzana
Sergio Minerbi Salam Fayyad
Gerusalemme. L’economia palestinese può crescere del 20% annuo se la situazione nella regione si mantiene calma, ha dichiarato Muhammad Mustafa, consigliere economico del Presidente Abu Mazen e capo del Palestinian Investment Fund, se ci sarà la pace con Israele, anche l’economia ne trarrà vantaggio. Ed è quello che sta avvenendo, i segnali ci sono e sono positivi, soprattutto grazie alla politica del Primo ministro Salam Fayyad, il quale ha fatto un ragionamento semplice, smettiamola di uccidere israeliani e preoccupiamoci degli affari economici di casa nostra. E’ l’opinione del Prof. Sergio Minerbi, che segue l’evolversi dei processi economici della regione mediorientale praticamente dalla fondazione di Israele. L’ Anp ha ristabilito la calma nei territori che controlla, ci dice, tutto dipende se riuscirà a mantenerla, se continuerà la cooperazione con le autorità militari israeliane per garantire la sicurezza sul territorio. D’altra parte, continua, l’economia era talmente malandata, che una crescita con cifre a due numeri non deve stupire più di tanto. Dipenderà anche se Fayyad riuscirà a fermare il boicottaggio dei prodotti alimentari che provengono dai cosidetti insediamenti, se continua sarà guerra, anche se solo economica, e ne risentirà anche l’economia palestinese.
I segnali di ripresa sono per ora buoni, a fine anno sarà messo in vendita il 30% delle azioni di Wataniya, la telecom palestinese, e le previsioni sono più che buone. Il tasso di crescita è passato dal 5% nel 2008 al 6,8% nel 2009, anche se la banca mondiale, dove Mustafa ha lavorato per circa quindi anni, un percorso uguale a quello di Salam Fayyad, l’ha definita ‘precaria’, perchè tiene conto di 1.4 miliardi di $ che provengono da donazioni estere, finora l’aiuto più significativo per l’espansione dell’economia palestinese. Sicurezza, quindi, anche perchè l’esplodere violento dell’intifada nel 2000 provocò una grave crisi economica, mentre il rapporto con Israele è fondamnetale per mantenere fiducia e cooperazione. Lo stesso Netanyahu si è augurato che l’Anp proceda velocemente verso quella che ha definito una economia di pace, che potrebbe influenzare le stesse trattive che stanno per riprendere, e l’ha dimostrato riducendo i posti di blocco nel West Bank
Il compito oggi è persuadere gli investitori internazionali che potranno fare buoni affari nella regione, una prospettiva non facile dopo decenni di valutazioni negative dovute al conflitto con Israele. Che però rilancia la sua disponibilità, per esempio con la creazione della ‘Free Trade Area’, realizzata in collaborazione con gli Stati uniti, e ora a disposizione di Egitto e Giordania, opportuntà aperta oggi anche ai palestinesi. Che ne sappiano approfittare, è un altro discorso, ci dice ancora Minerbi, l’Anp ha ristabilito la calma nei territori che controlla, se continuerà dipenderà soltanto dalle loro decisioni. Salam Fayyad spinge per creare istituzioni in una società arretrata che non si è mai preoccupata di realizzarle, ma nello stesso tempo annuncia l’intenzione di proclamare lo Stato palestinese entro due anni, non importa quale esito avranno le trattative fra le parti. L’economia migliora, ma l’eredità lasciata da Arafat pesa ancora troppo sul destino palestinese.