Godiamoci il sole e la luce di questa nostra estate, dovunque ci troviamo, ma non dimentichiamo che un ragazzo, da quattro anni, vive, ostaggio nel buio di una prigione, senza poter incontrare i suoi genitori e senza poter dare notizie di sé. Molti non sanno neppure della sua esistenza, o non se ne ricordano: parliamo di Gilad Shalit col nostro vicino di ombrellone, con i nostri amici, con le nuove conoscenze. Facciamo oggetto delle nostre conversazioni la sua terribile condizione. Maria Carmela