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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.08.2010 Blackberry si arrende al ricatto dell'Arabia Saudita
Ora le autorità avranno accesso ai dati privati degli utenti se lo vorranno

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 agosto 2010
Pagina: 18
Autore: Cecilia Zecchinelli
Titolo: «BlackBerry si arrende a Riad. Accordo fatto, salta il divieto»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/08/2010, a pag. 18, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo " BlackBerry si arrende a Riad. Accordo fatto, salta il divieto ".


Blackberry

I 700 mila possessori di BlackBerry dell’Arabia Saudita, e con loro gli uomini d’affari stranieri di passaggio nel Regno (tanti) e i visitatori (milioni con i pellegrini), possono stare tranquilli. Abbastanza almeno. Dopo le minacce di Riad di vietare lo smartphone gestito dalla canadese Rim, i cui dati (mail e sms) sono criptati e inaccessibili a governi e forze di polizia, «un accordo è stato raggiunto e il bando evitato». L’annuncio, dato ieri dalla tv saudita di Dubai Al Arabiya, mette così fine al «limbo» degli ultimi giorni. Se le autorità dei vicini Emirati avevano infatti dichiarato che da ottobre i BlackBerry sarebbero stati vietati, da Riad erano arrivate solo indiscrezioni sull’intenzione di introdurre un simile divieto. Un’abile mossa diplomatica dei sauditi, si è capito ieri, per ottenere quello che da tempo loro (e altri governi) chiedevano invano ai canadesi: aprire il sistema. Per far capire che il rischio di perdere il ricco mercato saudita era concreto, inoltre, posta e sms erano stati oscurati venerdì per quattro ore. Il messaggio è evidentemente arrivato.

L’intesa consiste infatti nella creazione di un server BlackBerry in Arabia e nella possibilità di accedere ai dati trasmessi. La polizia non potrà sorvegliare in tempo reale i messaggi ma le autorità potranno concederne l’accesso a posteriori. Un’inedita resa per la BlackBerry: ancora pochi giorni fa il suo fondatore e Ceo Mike Lazaridis dichiarava che permettere ai governi di monitorare i dati avrebbe danneggiato i rapporti con i clienti, a partire da corporation e forze di polizia.

Ma come dall’Arabia (e dagli Emirati, che ora discutono un simile accordo), minacce di divieti erano arrivate da Bahrein, Oman, Libano, India e Indonesia. Sempre nel nome della «sicurezza nazionale». Termine che può significare la necessità di controllo sociale in Paesi fortemente conservatori e, ufficialmente, sessuofobi. Dove molti hanno trovato nel BlackBerry un alleato per comunicare in segreto. Ma non solo: l’allarme terrorismo e spionaggio è forte nella regione. «L’assassinio di un capo di Hamas commesso in gennaio dagli israeliani in un hotel di Dubai ha lasciato il segno», dice un diplomatico europeo negli Emirati. «E se Abu Dhabi si è mossa con tracotanza e Riad con discrezione, i motivi della loro crociata anti-BlackBerry sono simili e seri».

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